santo
agg. e s. m. (f. -a) [lat. sanctus, propr. part. pass. di sancire «sancire, rendere sacro», in rapporto etimologico con sacer «sacro», essendo anche questo connesso con sancire]. – 1. agg. a. In [...] s. pace, pacificamente, con tranquillità, e anche con filosofia, con paziente saggezza: lavorare, studiare, leggere in s grandi ed elette virtù, che conduce una vita esemplare sul piano morale e religioso, o anche persona di grande bontà e mitezza: ...
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convenienza
conveniènza s. f. [dal lat. convenientia, der. di convenire «convenire»]. – 1. a. L’essere conveniente, adatto, corrispondenza d’una cosa a un’altra, proporzione: c. dei mezzi col fine; c. [...] all’argomento; c. del predicato al soggetto. b. In senso morale, decenza, decoro: atto che offende la convenienza. c. Nell’estetica relativamente ai risultati di altre azioni possibili. 4. In filosofia, nel pensiero di Leibniz, principio della c. (o ...
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atto2
atto2 s. m. [dal lat. actus -us e actum -i, der. di agĕre «spingere, agire»]. – 1. Manifestazione esterna di una determinazione della volontà. Quindi: a. Azione, spec. in quanto questa implica [...] riflessione e libertà, porta in conseguenza il carattere di moralità e fonda quindi, insieme, la responsabilità. In ’a. pratico non riesce a far nulla. 2. In filosofia, e più precisamente nella metafisica aristotelico-scolastica, l’esistenza dell ...
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senso
sènso s. m. [lat. sēnsus -us, der. di sentire «percepire», part. pass. sensus]. – 1. a. La facoltà di ricevere impressioni da stimoli esterni o interni (affine quindi a sensibilità): gli animali [...] s. pratico, della capacità di discernere l’opportunità nei fatti della vita pratica. Dottrina del s. morale, teoria filosofica svolta dai moralisti inglesi del Settecento, secondo cui la coscienza umana possiede una capacità innata, quasi istintiva e ...
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essenzializzare
v. tr. 1. Nella filosofia di Benedetto Croce, individuare gli elementi fondamentali di un concetto. 2. Per estensione, ridurre ai termini essenziali; anche nella forma intr. pron. ♦ Inutile [...] 1942, p. 3) • Il progredire delle scienze umane essenzializza e in un certo senso purifica la legge morale influendo decisamente nel mutare la tonalità stessa dell'esperienza morale e nell'inaugurare un nuovo stile di vita. (Armando Rigobello, Legge ...
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retòrica (ant. o raro rettòrica) s. f. [dal lat. rhetorica (ars), gr. ῥητορική (τέχνη)]. – 1. a. L’arte del parlare e dello scrivere in modo ornato ed efficace; sorta nella Grecia antica con i sofisti, [...] tre classi di grammatica e prima di quelle di umanità e di filosofia. 2. Nell’uso moderno, con valore spreg., modo di vuoto, privo o povero di impegno intellettuale, civile e morale: la r. sentimentalistica del romanticismo deteriore; un romanzo ...
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brevimirante agg. (lett.) Di persona dalla visione limitata, incapace cioè di prevedere con saggezza gli sviluppi degli avvenimenti futuri e di provvedervi in tempo. | Detto anche di chi mira soltanto [...] anche un'eredità pesante per l'impresa di Ivrea la cui filosofia industriale oggi non si discosta, al di là della facciata, pronti a passare sul cadavere di chiunque, brevimiranti, privi di morale, in altre parole non ce ne frega niente dello Stato a ...
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formale1
formale1 agg. [dal lat. formalis]. – 1. Nel linguaggio filos., della forma, che concerne la forma o è inerente alla forma, in stretta connessione con il sign. e lo svolgimento di questo termine [...] in filosofia. a. Nella distinzione aristotelica delle quattro cause, causa f. è ciò per cui una cosa è quella che è, ciò che spirito; con altra accezione, morale f., la morale kantiana, in quanto fa consistere l’esser morali nella forma del volere, ...
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satira
sàtira s. f. [dal lat. satŭra, femm. dell’agg. satur «pieno, sazio» e per estens. «vario, misto» (anche, con valore negativo, «confuso»), secondo antiche interpretazioni connesso con la lanx satura, [...] da Menippo di Gadara, esponente della letteratura e della filosofia cinico-stoica, nella quale si combinavano prosa e poesia, anche di un solo individuo, che contrastano o discordano dalla morale comune (e sono perciò considerati vizî o difetti) o ...
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razionalismo
s. m. [der. di razionale1]. – 1. Atteggiamento o movimento che riconosce come fondamento della conoscenza, del giudizio e dell’operare pratico, la ragione e la razionalità: un individuo, [...] che peccano di razionalismo. 2. In partic.: a. In filosofia, in senso generale, corrente, sistema o atteggiamento che considera giungere con Hobbes e Spinoza al progetto di trattare la morale stessa col metodo geometrico; in questo senso, il termine ...
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Filosofo inglese (Greenoc, Scozia, 1835 - Oxford 1908). Insegnò filosofia morale all'università di Glas gow (1866-1893) e fu successivamente (1893-1906) master del Balliol College di Oxford. La sua attività di scrittore, dedicata soprattutto...