translingue agg. Negli studi letterari e traduttologici, detto di autrici e autori che scrivono in più d'una lingua o in una lingua diversa da quella materna; per estensione, si riferisce anche alle opere [...] denunciata e dagli autori stessi e da buona parte della critica, che ha via via avanzato nuove proposte (Letteratura quello natio. (Uniroma.it, 2020/2021, Facoltà di Lettere e Filosofia).
Dal fr. translingue, termine a sua volta ricalcato sull’ingl. ...
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postkantiano
agg. [comp. di post- e del nome del filosofo ted. I. Kant (v. kantiano)]. – Che è posteriore alla filosofia, alle dottrine e ai principî di Kant: filosofia, critica p.; come sost., filosofo [...] che, venuto poco dopo Kant, ne continua e sviluppa il pensiero: la nuova filosofia fu quella dei tre grandi postkantiani, il Fichte, lo Schelling e lo Hegel (B. Croce). ...
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antinomia
antinomìa s. f. [dal lat. antinomĭa, gr. ἀντινομία, comp. di ἀντί «contro» e νόμος «legge»]. – Contraddizione, reale o apparente, fra due leggi o disposizioni di legge, fra due concetti, fra [...] principio e un altro di una scienza. Nella filosofia kantiana, antinomia della ragion pura, ciascuna delle contraddizioni sono state prospettate da Kant in sede di critica della ragion pratica e di critica del giudizio), e sono costituite ciascuna da ...
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scetticismo
s. m. [der. di scettico, sull’esempio del fr. scepticisme e ingl. scepticisme]. – 1. Corrente filosofica del pensiero antico sviluppatasi dal 4° sec. a. C. al 2° sec. d. C. (tradizionalmente [...] quelli sensibili, riprendendo così in maniera unilaterale i motivi dello sc. antico, il cui senso filosofico consisterebbe invece nella critica di qualsivoglia principio o fondamento del sapere, sia esso posto nella sensazione oppure nel pensiero, e ...
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positivo
poṡitivo agg. [dal lat. tardo positivus, propr. «che viene posto» (usato soprattutto nel sign. grammaticale), der. di ponĕre «porre», part. pass. posĭtus]. – 1. In generale, che è posto come [...] ’esperienza; come sinon. di positivistico, in alcune locuz.: filosofia p., il positivismo (nel sign. 1 del termine); , un lavoro fatto, un’iniziativa o un progetto, ecc.); una critica p., che afferma il valore, il pregio di qualcuno o di qualche ...
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decostruzione
decostruzióne s. f. [dal fr. déconstruction]. – In filosofia, termine usato dal filosofo contemporaneo fr. Jacques Derrida (1930-2004) per indicare la critica del procedimento con cui la [...] quanto costituita su un rapporto differenziale con l’altra, sarebbe priva di valore intrinseco. Nella critica letteraria tale concezione ha ispirato un metodo interpretativo (sviluppato soprattutto dal decostruzionismo statunitense) che, rinunciando ...
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tesi
tèṡi s. f. [dal lat. thesis, gr. ϑέσις (propr. «posizione, cosa che viene posta»), der. del tema di τίϑημι «porre, collocare»]. – 1. a. Proposizione di argomento filosofico, teologico, scientifico, [...] , romanzo a tesi, nel linguaggio della critica letteraria, opere nelle quali l’autore si propone programmaticamente la dimostrazione di una tesi morale, sociale, politica, ecc. b. In filosofia, affermazione e posizione teorica che si contrappone ...
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precritico
precrìtico agg. [comp. di pre- e critico1] (pl. m. -ci). – Nella storia della filosofia moderna, di fase che precede la critica o il criticismo, con riferimento al pensiero e agli scritti [...] forma et princiipiis (1770), con la quale il filosofo abbandona le posizioni metafisiche sostenute in precedenza sotto l’influenza e del tempo, distinzione tra fenomeni e cose in sé, ecc.) sviluppati in seguito nella Critica della ragion pura (1781). ...
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idea
idèa s. f. [dal gr. ἰδέα, propr. «aspetto, forma, apparenza», dal tema di ἰδεῖν «vedere»]. – 1. a. Nel sign. più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più [...] ); tale aspetto formale e obiettivo si accentuò nella critica aristotelica, che ridusse l’idea a pura forma ha qualche i. originale. d. Dal sign. che la parola ha nella filosofia platonica, deriva il senso di modello astratto e ideale a cui si guarda ...
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formalismo
s. m. [der. di formale1]. – 1. Attaccamento alla forma esteriore, per cui si trascura o si dà minore importanza a ciò che è sostanziale ed essenziale; rigorosa osservanza delle norme, dei [...] i proprî dipendenti. 2. Nell’estetica, e nella critica letteraria e artistica, ricerca eccessiva della perfezione stilistica, lo stile accademicamente e retoricamente inteso. 3. In filosofia, la considerazione puramente «formale» della realtà, ...
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Termine con cui si suole indicare la dottrina di I. Kant, com’è espressa soprattutto nella Critica della ragion pura. C. significa qui sottoporre la ragione a rigoroso esame, perché si chiariscano le sue pretese ‘legittime’ e si condannino quelle...
Filosofia
Dapprima disciplina riguardante la conoscenza sensibile o la percezione, dalla metà del 18° sec. il suo significato prevalente è di disciplina riguardante il bello (naturale e in particolare artistico), la produzione e i prodotti dell’arte,...