dialettofobia
s. f. Avversione nei confronti dei dialetti. ◆ «È terminata l’epoca in cui il nostro dialetto era considerato la marca del degrado e il simbolo dell’impossibilità di progredire la scala [...] sociale», spiega Giovanni Ruffino, preside della facoltà di Lettere e filosofia all’Università di Palermo. «Dopo una fase di “dialettofobia”, nata circa 25 anni fa con il fenomeno del pentitismo di [Tommaso] Buscetta e [Totuccio] Contorno, dalla ...
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cervellotico
cervellòtico agg. [der. di cervello] (pl. m. -ci). – Di persona, bizzarro, strambo, che opera a capriccio; più com. di cosa, arbitrario, fantastico, non rispondente a verità o non fondato [...] sulla ragione: idee c.; un racconto c.; una filosofia tra soggettiva ed empirica e tutta c. (Carducci). ◆ Avv. cervelloticaménte, in modo cervellotico, senza criterio: bisogna ragionare secondo la logica, e non cervelloticamente. ...
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megarico
megàrico agg. e s. m. [dal lat. Megarĭcus, gr. Μεγαρικός] (pl. m. -ci). – Della città greca di Mègara, megarese: le statue di marmo megariche. In partic., nella storia della filosofia, scuola [...] m., gruppo di pensatori i quali, seguendo l’indirizzo inaugurato dal filosofo Euclide di Megara (vissuto fra la seconda metà del sec. 5° e la prima del 4° a. C.), interpretano il «bene» socratico in senso eleatico, identificando il concetto del bene ...
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innatismo
s. m. [der. di innato]. – Nel linguaggio filos., dottrina gnoseologica, opposta all’empirismo e al sensismo, secondo cui determinate idee o principî conoscitivi sono presenti nella mente dell’uomo [...] di concetti come quelli di bene, utile e in genere quelli matematici, e presente in vario modo nella filosofia antica e medievale, viene sostenuta anche dai pensatori razionalistici dell’età moderna, che tendono però sempre più a riferirla ...
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quiddita
quiddità (ant. quidditate e quiditate) s. f. [dal lat. mediev. quìdditas -atis, der. di quid «che cosa»]. – Termine usato dalla filosofia scolastica per designare il carattere essenziale, il [...] quid, che fa essere una cosa quella che è: Fai come quei che la cosa per nome Apprende ben, ma la sua quiditate Veder non può se altri non la prome (Dante); l’Assoluto disgiunto dal relativo è la essenza ...
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quidditativo
(ant. quiditativo) agg. [der. di quiddità, quid(d)itate]. – Nella terminologia della filosofia scolastica, relativo alla quiddità, all’intima essenza di qualche cosa: differenze quidditative. ...
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casa-ospedale
(casa ospedale), loc. s.le f. Struttura sanitaria per il ricovero di malati terminali che non possono essere curati dai propri familiari. ◆ [tit.] Vidas, una casa-ospedale per malati terminali [...] [testo] [...] Ora Vidas ha deciso di applicare la medesima filosofia assistenziale [assitenza domiciliare gratuita e continuativa] in una propria Casa Ospedale, su modello Hospice, che sorgerà a Milano e ospiterà i pazienti più soli e in difficoltà. ...
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presenza
preṡènza (ant. preṡènzia) s. f. [dal lat. praesentia, der. di praesens -entis «presente1»]. – 1. a. Il fatto di essere presente in un determinato luogo, o di intervenire, di assistere a qualche [...] , per es., della p. italiana o dell’Italia (o d’altra nazione) in seno all’Unione Europea. 2. Usi fig.: a. In filosofia, p. dell’io a sé stesso, consapevolezza di sé, detta più propriam. autocoscienza. b. Presenza di spirito (locuz. prob. coniata sul ...
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ayurveda
ayurvèda s. f. [voce sanscr., comp. di āyur «vita» e veda «scienza (sacra)»; propr. «scienza (sacra) della vita»]. – 1. Antica filosofia indiana fondata su una serie di complesse relazioni che [...] legano insieme le tre forze elementari (la luna, il sole, il vento), i cinque componenti di base della materia (acqua, aria, etere, fuoco, terra), i cinque sensi (gusto, olfatto, tatto, udito, vista). ...
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accidente
accidènte s. m. [dal lat. accĭdens -entis, part. pres. di accidĕre «accadere»]. – 1. a. Ciò che accade, e in partic. ciò che accade fortuitamente, senza una ragione apparente; avvenimento imprevisto, [...] o che crei spesso fastidî e sim.: è un vero a.; corre come un a. (all’impazzata); quell’a. di ragazza! 3. In filosofia, ciò che appartiene a un oggetto in modo casuale, o anche per sé stesso, senza però far parte della sua essenza. Di qui, nel ...
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Attività di pensiero che attinge ciò che è costante e uniforme al di là del variare dei fenomeni, con l’ambizione di definire le strutture permanenti della realtà e di indicare norme universali di comportamento.
Definizioni
La f. può definirsi...
araba, filosofia
Si può parlare di filosofia araba a proposito di fenomeni storici avvenuti in ambiti culturali e religiosi diversi, che presentarono differenze anche a seconda del periodo storico e dell’area geografica in cui si collocavano,...