rilevare
(ant. relevare) v. tr. [lat. relĕvare «sollevare, rialzare», comp. di re- e levare: v. levare] (io rilèvo, ecc.). – 1. a. Levare, togliere di nuovo: s’era già messo il cappello in capo, ma se [...] da varie cose m’è parso di poter r. che ci dev’essere qualche altro intrigo, che per ora non si può capire (Manzoni); notare giovare, riuscire, approdare a qualche cosa: Il sempre sospirar nulla releva, verso del Petrarca (Canz. CV) apposto dal ...
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suo
agg. poss. [lat. sŭus]. – È il possessivo corrispondente al pronome di terza persona; può riferirsi al soggetto della proposizione (come era di regola per il lat. suus), che può essere persona, animale [...] ; a Perugia tornossi, avendo il suo investito in uno anello (Boccaccio). Preceduto dalla prep. di, con sign. più generico: non c’è nulla di suo, nulla che gli appartenga, talvolta, anche nulla di personale, di originale: in quel libro non c’è quasi ...
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niente
niènte (ant. neènte, neiènte, e altre var.) pron. indef., s. m. e avv. [etimo incerto; tra le varie etimologie proposte, cioè lat. ne inde, nec entem, *nec gentem, è ritenuta più accettabile l’ultima, [...] perire lentamente: frati ..., de’ quali il numero è quasi venuto al niente (Boccaccio); il n. (più com. il nulla) è nel linguaggio filosofico il non essere. Talora col sign. di pochezza: la creatura deve riconoscere il suo n.; è un uomo venuto su dal ...
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lasciare
v. tr. [lat. laxare «allargare, allentare, sciogliere», der. di laxus «largo, allentato»] (io làscio, ecc.). – 1. Smettere di tenere, o di stringere, di reggere, di premere: da subita paura [...] mica lasciarmi per (o per metterti con) quel buono a nulla?; Lasciolla quivi, gravida, soletta (Dante); e di chi l. fuori qualcuno, non farlo entrare, fig. escluderlo; desidero essere lasciato in pace; frequente con compl. predicativo: non mi lasciare ...
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nullitanullità s. f. [dal lat. mediev. nullitas -atis, der. del lat. nullus «nessuno»]. – 1. L’esserenullo, privo cioè di valore o di validità, di efficacia: riflettere sulla n. della vita, della propria [...] con cui si chiede che una sentenza giudiziale invalida sia dichiarata nulla. 2. Con riferimento a persona, mancanza di valore, di capacità positive, inettitudine: essere cosciente della propria n.; riconoscere, dimostrare la n. di qualcuno (e ...
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soldo
sòldo s. m. [lat. tardo sŏldus, per sŏlĭdus (sottint. nummus), nome di una moneta d’oro del tardo Impero romano (v. solido2); propriam. «intero, fatto tutto dello stesso materiale»]. – 1. a. Antica [...] non darei un s., di cui non ho nessuna stima, che ai miei occhi non vale nulla); non ha un s., non ha nemmeno un s., è senza un s., e sim un soldato; simili disordini non nascono da altro che da essere stati uomini che usavano lo esercizio del s. per ...
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pena
péna s. f. [lat. poena «castigo, molestia, sofferenza», dal gr. ποινή «ammenda, castigo»]. – 1. Punizione, castigo inflitti a chi ha commesso una colpa, ha causato un danno e sim. In partic.: a. [...] di un reato; non com., portare (la) pena, essere punito, con riferimento alla persona (nelle frasi prov.: il giusto c. Con riferimento alla giustizia divina, castigo inflitto ai peccatori: Nulla speranza li conforta mai, Non che di posa, ma di minor ...
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pesce
pésce s. m. [lat. pĭscis]. – 1. a. Nome dei vertebrati acquatici inferiori con scheletro interno cartilagineo o osseo (v. pesci1); nel linguaggio com. si comprendono erroneamente sotto questo nome [...] , in modo villano e sgarbato. Proverbî: chi dorme non piglia pesci, non riesce a combinare nulla; i p. grossi mangiano i piccini, i più deboli sono destinati a essere sopraffatti (per altri due proverbî, v. puzzare). 2. Pesce d’aprile, scherzo che si ...
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vero
véro agg. e s. m. [lat. vērus, e sostantivato vērum, neutro]. – 1. agg. a. Che è realmente ciò che dice il suo nome (contrapp. ora a falso, ora a presunto o immaginario): Cristo, v. Dio e v. uomo; [...] a ciò che si afferma: dire, dichiarare, testimoniare il v.; come compl. partitivo: se lo dice lui, qualcosa di vero ci dev’essere; non c’è nulla di vero, non c’è neanche una parola di vero in ciò che dice. L’espressione dire il v. è frequente in ...
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guardare
v. tr. e intr. [dal germ. wardōn] (come intr., aus. avere). – 1. Dirigere gli occhi, fissare lo sguardo su qualche oggetto (non include necessariamente l’idea del vedere, in quanto si può guardare [...] , che esprimono azioni spesso connesse col guardare: ho guardato a lungo ma non ho visto nulla; ho visto che c’erano molti quadri, ma quelli che meritavano d’esser guardati eran pochi; g. e non toccare!, raccomandazione (rivolta a bambini, o anche ad ...
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Alimentazione
Insieme delle tecniche che tendono ad arrestare o rallentare i processi vitali che si svolgono in un prodotto alimentare non trattato rendendolo non commestibile. Esse permettono quindi l’impiego differito nel tempo dell’alimento,...
browniano, mòto Moto irregolare e continuo di particelle solide microscopiche (per es. pollini o resine) sospese in un fluido. La sua scoperta (1827) viene attribuita al botanico scozzese R. Brown (1773-1858), da cui il fenomeno ha preso nome....