vile
agg. [lat. vīlis «di poco valore, di poco prezzo»]. – 1. letter. a. Che non ha valore né pregio, o ne ha poco rispetto ad altri elementi dello stesso tipo: oggetti v., roba v.; gli alchimisti presumevano [...] a v. anche da quelli che potevano averne terrore (Manzoni); essere a v., essere spregiato, tenuto in poco conto: Ed io pur con eroi son v.; con valore neutro: è vile rinunciare alla lotta; nulla di più vile che l’acquiescenza ai prepotenti. ◆ Avv. ...
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addosso
addòsso (ant. a dòsso) avv. – Sulle spalle, sul dorso, sulla persona (forma la prep. comp. addosso a): mettere, portare, tenere qualcosa a.; mettiti a. un vestito pesante; gli è caduto o gli [...] ; avere l’argento vivo a., non stare mai fermo; avere a. la maledizione, essere molto sfortunato, non riuscire a combinar nulla; avere il diavolo a., essere indemoniato, o semplicemente irrequieto, di pessimo umore; gli entrò a. la paura, il ...
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idea
idèa s. f. [dal gr. ἰδέα, propr. «aspetto, forma, apparenza», dal tema di ἰδεῖν «vedere»]. – 1. a. Nel sign. più ampio e generico, ogni singolo contenuto del pensiero, ogni entità mentale, e più [...] o sentore, ho il sospetto e sim.: ho l’i. che non otterremo nulla; mi dà l’i. che stavolta va a finire male! c. L’ sale; il liquore mi fa male, versamene appena un’i.; per essere perfettamente in centro, il quadro andrebbe spostato un’i. a destra ...
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perdere
pèrdere v. tr. [lat. perdĕre, comp. di per-1, indicante deviazione, e dare «dare»] (pass. rem. pèrsi o perdètti [meno com. perdéi], perdésti, pèrse o perdètte [meno com. perdé], perdémmo, perdéste, [...] che aveva; abbiamo perso 20 mila euro in borsa; ho perso duecento euro a poker. Più genericam., non aver nulla da p., essere nella condizione di non poter subire danno, comunque vadano le cose. m. Avere la peggio, riuscire inferiore rispetto all ...
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fronte
frónte s. f. o m. [lat. frōns frŏntis]. – 1. a. La regione anatomica corrispondente all’osso frontale, compresa tra le sopracciglia e la radice dei capelli: una f. alta, bassa, ampia, spaziosa, [...] sim.; tenere alta la f., andare a f. alta, non avere nulla di cui vergognarsi. Anche per indicare ardire, franchezza: Mestier li fu , di f. a, davanti a, in presenza di: tremare, fuggire, essere impavido di f. al nemico, di f. a un pericolo e sim.; ...
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finire
v. tr. e intr. [lat. fīnīre, der. di finis «limite; cessazione»] (io finisco, tu finisci, ecc.). – 1. tr. a. Condurre a fine, a termine, a compimento: f. un lavoro, un articolo, un disegno; f. [...] ’uomo, questa musica non mi finisce. 3. intr. (aus. essere) a. Arrivare alla propria fine; quindi, in partic., morire: finita; tutto è finito, non c’è più rimedio, non c’è più nulla da fare; tra loro tutto è finito, hanno rotto ogni relazione; la ...
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dimostrare
(ant. demostrare) v. tr. [dal lat. demonstrare, comp. di de- e monstrare «mostrare, dimostrare»] (io dimóstro, ecc.). – 1. a. Rendere manifesto con fatti, con parole, con segni certi: d. affetto, [...] interrogativa indiretta: dimostrami se hai capito. Con soggetto di cosa, essere indizio, essere prova di: queste parole dimostrano la sua malafede; ciò dimostra che non hai capito nulla. b. Rivelare per, far sembrare: avendo un farsetto bianchissimo ...
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fuoco
fuòco (ant., region. o pop. fòco) s. m. [lat. fŏcus, propr. «focolare», e per metonimia, già nel lat. class., «fuoco, fiamma»] (pl. fuòchi, ant. le fuòcora). – 1. a. L’insieme degli effetti calorifico [...] , facile ad adirarsi o a infiammarsi d’una passione); roba da buttare nel f., buona a nulla, inservibile; buttarsi nel f. per qualcuno, fig., iperb., essere disposto a fare qualsiasi cosa per lui; lingue di f., fiamme o fiammelle lunghe e sottili ...
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cambiare
v. tr. e intr. [lat. tardo cambiare, voce di origine gallica] (io càmbio, ecc.). – 1. Sostituire una persona, una cosa, con altra simile o diversa: c. cuoco, cameriere, fattorino, assumerne [...] esegue per virare di bordo. 5. intr. (aus. essere). Diventare diverso da quello di prima, trasformarsi, passare da come: ti trovo molto cambiato, quanto sei cambiato!, e sim.; e anche di sost. con valore neutro: non c’è nulla di cambiato, da allora. ...
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sperare1
sperare1 v. tr. [lat. spērare, der. di spes spei «speranza»] (io spèro, ecc.). – 1. a. Attendere con animo fiducioso il realizzarsi di qualcosa da cui ci si ripromettono soddisfazioni e vantaggi, [...] ogg. indeterminato: che cosa possiamo ormai s.?; non ha, non c’è, più nulla da s.; spera molto da noi; spero poco dall’aiuto degli altri. La cosa sperata può anche essere introdotta dalla prep. in: speriamo tutti in una pronta guarigione. b. non com ...
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Alimentazione
Insieme delle tecniche che tendono ad arrestare o rallentare i processi vitali che si svolgono in un prodotto alimentare non trattato rendendolo non commestibile. Esse permettono quindi l’impiego differito nel tempo dell’alimento,...
browniano, mòto Moto irregolare e continuo di particelle solide microscopiche (per es. pollini o resine) sospese in un fluido. La sua scoperta (1827) viene attribuita al botanico scozzese R. Brown (1773-1858), da cui il fenomeno ha preso nome....