tardando
ger. (di tardare) e s. m., invar. – Didascalia musicale usata per indicare che un passaggio deve essere eseguito con un rallentamento del tempo. Come sost., il passo musicale così eseguito. ...
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presente1
preṡènte1 agg. e s. m. e f. [dal lat. praesens -entis, comp. di prae- «pre-» e ens entis part. pres. di esse «essere», con inserzione di -s- eufonica prob. per attrazione di absens «assente» [...] , si scompigliano»); il presente può anche essere usato in luogo del futuro, quando il tempo sia indicato da un avverbio o da un’espressione avverbiale (domani è il mio compleanno); il presente è usato inoltre con funzione atemporale (p. atemporale ...
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irrecuperabilita
irrecuperabilità (meno com. irricuperabilità) s. f. [der. di irrecuperabile]. – Il fatto d’essere irrecuperabile, condizione di ciò che è o si ritiene irrecuperabile: i. di un bene, [...] del tempo perduto, degli anni inutilmente spesi. ...
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quondam
avv., lat. – Una volta, un tempo; è usato scherz. anche in contesti ital.: un tale, q. deputato (che in altri tempi, cioè, ricoprì questa carica). In partic., fu usato nel passato davanti a nomi [...] di defunti (spesso abbrev. in q.), con lo stesso senso di fu, nell’indicare la paternità: Matteo Rossi del quondam Giuseppe; di qui, scherz., nell’uso ant., un q., un defunto, essere tra i q., tra i defunti. ...
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spazio
spàzio s. m. [dal lat. spatium, forse der. di patēre «essere aperto»]. – 1. Con valore assol., il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali, le quali, in [...] sussistono tra dente e dente; in biologia generale, s. intercellulare, v. intercellulare. 4. Periodo di tempo, estensione nel tempo (per lo più seguito dalla determinazione, anche generica, del periodo stesso): l’opera dev’essere terminata entro un ...
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desitivo
deṡitivo agg. [der. del lat. desĭtus, part. pass. di desinĕre «cessare»]. – In logica, proposizioni d., quelle (opposte alle proposizioni incettive) con cui si indica che una cosa, una condizione, [...] un modo di essere ha cessato di esistere o di possedere una data proprietà a un dato momento (per es., la frase: «non è più il tempo che Berta filava»). ...
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desolazione
deṡolazióne s. f. [dal lat. tardo desolatio -onis]. – 1. Stato di squallore, di triste abbandono, o anche di rovina: le d. prodotte dalla guerra, dai bombardamenti; che d. in quei campi, [...] vedova di Cristoforo, le chiedesse in suo nome perdono d’essere stato lui la cagione ... di quella d. (Manzoni). b. Sentimento di afflizione, di intimo dispiacere per la visione di cose rattristanti: è una d. vedere le piante deperire così per la ...
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previdente
previdènte agg. [dal lat. praevĭdens -entis, part. pres. di praevidere: v. prevedere]. – Di persona che, prevedendo ciò che potrà accadere in seguito, e spec. il verificarsi di una situazione [...] o di bisogno o di pericolo, provvede in tempo a rifornirsi dell’occorrente o a munirsi delle difese opportune per non subire danno, sia come modo di agire costante, sia come fatto occasionale: bisogna essere previdenti; una persona p. non si sarebbe ...
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in1
in1 prep. [lat. ĭn, affine al gr. ἐν]. – Si fonde con l’articolo, o più propr. con le forme ant. dell’articolo ello, ella, ecc., dando luogo alle preposizioni articolate nel, nello, nella, nei, negli, [...] sia sopra l’altro. Indica cioè: a. Stato in luogo: essere, stare, trovarsi in strada, in piazza, nel centro della città; oggi, nelle ore diurne, o nelle ore serali»). e. Durata nel tempo, e in partic. il tempo entro cui si compie un’azione o un lavoro ...
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poi
pòi (tronc. po’ 〈pò〉) avv. [lat. pŏst «dopo»]. – 1. a. Dopo, nel tempo che segue, in un tempo successivo: ci penseremo poi; voleva rifiutare l’offerta, ma poi ci ha ripensato; bisogna agire subito, [...] »: po’ compieta, sto a veiare (Iacopone), dopo compieta sto a vegliare; e nelle locuz. poi a poco tempo, poi a certo tempo (cioè, di lì a poco tempo, dopo un certo tempo), e sim.: passando io scrittore poi ad alcun dì per Mercato Vecchio (Sacchetti ...
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Essere e tempo (Sein und Zeit)
Essere e tempo
(Sein und Zeit) Opera di M. Heidegger, pubblicata nel 1927. La riflessione sull’ontologia e sul «problema del senso dell’essere» è condotta a partire dall’uomo, «ente» il cui «modo di essere»...
Intuizione e rappresentazione della modalità con cui i singoli eventi si susseguono e sono in rapporto l’uno con l’altro (per cui essi avvengono prima, dopo o durante altri eventi), vista o come fattore che trascina l’evoluzione delle cose (lo...