rovescio
rovèscio (ant. rivèscio o rivèrscio) agg. e s. m. [lat. reversus] (pl. f. -sce). – 1. agg. Voltato dalla parte opposta a quella diritta, e, più genericam., voltato in modo contrario a quello [...] .: ogni ritto ha il suo r., ogni cosa buona ha i suoi lati cattivi; una cosa che non ha né ritto né r. (cfr. l’espressione di analogo sign. che non ha né capo né coda); non entrarci né per ritto né per r., per alcun verso. b. In tipografia, lettera ...
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voglia
vòglia s. f. [der. di volere (come doglia da dolere, vaglia da valere)]. – 1. Sinon. letter. o raro di volere1, volontà: Perché recalcitrate a quella voglia A cui non puote il fin mai esser mozzo [...] ha più fame che pria (Dante); Or ecco ch’una donna ha in man le chiavi D’ogni tua v. (Poliziano). Tra le espressioni più frequenti nell’uso: avrei v. di fare una passeggiata, di bere un bicchier d’acqua, di mangiare un bel piatto di spaghetti; a ...
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volare2
volare2 v. intr. [lat. vŏlare, riferito agli uccelli, ma usato anche in senso fig. per indicare grande rapidità] (io vólo, ecc.; l’aus. è per lo più avere: si usa essere quando il verbo è accompagnato [...] e fuggon gli anni, Sì ch’a la morte in un punto s’arriva (Petrarca). 4. Con uso trans., in usi e in espressioni partic.: a. V. una carta, nel gioco del tressette, gettarla sul tavolo facendole fare un piccolo volo (o anche dicendo espressamente «volo ...
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gigionismo
s. m. [der. di gigione]. – 1. Con riferimento ai gigioni dell’ambiente artistico milanese di un tempo, il complesso dei loro atteggiamenti e delle loro abitudini; oggi, nel linguaggio teatrale, [...] la tendenza di un attore a caricare la sua recitazione di gesti ed espressioni intesi al raggiungimento di facili effetti scenici. 2. Per estens., nel linguaggio com., l’atteggiamento e il comportamento di chi cerca un facile effetto caricando ...
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intendere
intèndere v. tr. [dal lat. intendĕre, comp. di in-1 e tendĕre «tendere, rivolgere, mirare a»] (coniug. come tendere). – Verbo di largo uso e di molteplici significati, che si possono ricondurre [...] penetrare il significato di quanto è detto da altri e in genere di tutto ciò che è in qualche modo espressione di idee, pensieri, concetti (sinon. quindi di capire, comprendere): i. un vocabolo, una frase, un’iscrizione, un ragionamento, un discorso ...
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culo
s. m. [lat. cūlus], pop. – 1. La parte posteriore e più carnosa del corpo umano (ma riferito talora anche ad animali), comunem. indicata con termini eufemistici o più dotti o comunque meno crudi, [...] . Cul di sacco, adattamento del fr. cul-de-sac (v.). 3. volg. Ano: Ed elli avea del cul fatto trombetta (Dante). In espressioni com., con uso fig.: fare il c. a qualcuno, imbrogliarlo; dare via il c. per ottenere qualcosa, essere disposto a tutto pur ...
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orma
órma s. f. [der. di ormare]. – 1. Segno, impronta che il piede dell’uomo o la zampa di un animale lascia sul terreno: imprimere, lasciare, stampare le proprie o. sulla sabbia; i sentieri si perdevano [...] co’ miei pensier su l’orme Che vanno al nulla eterno (Foscolo). 3. Con uso improprio, nel linguaggio letter., in espressioni sinestesiche, il rumore prodotto dai passi: per l’orrida via Sento l’orma dei passi spietati, versi dell’opera verdiana Un ...
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oltre
óltre avv. e prep. [lat. ŭltra]. – 1. avv. Più là (o più qua) di un certo limite, spaziale, temporale o ideale; anche, semplicem., più avanti. Con verbi di moto: andare, venire, proseguire o.; [...] si possa dire o credere; O. la difension d’i senni umani (Dante), senza che l’umana prudenza possa difendersene. b. In espressioni che indicano durata nel tempo, e in genere davanti a numerali, significa «più di»: da o. un mese; per o. un secolo ...
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sole
sóle s. m. [lat. sōl sōlis]. – 1. a. In astronomia, la stella attorno alla quale gravitano i corpi del sistema planetario di cui fa parte la Terra; rispetto alla nostra galassia occupa una posizione [...] splendente, sfolgorante, raggiante, o pallido, velato; un raggio di s.; un occhio di s. (per gli usi proprî e fig. di quest’espressione, v. occhio, al n. 7 d); il riflesso, il riverbero del s.; vedere il s. a scacchi, scherz., essere in carcere (dove ...
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tradurre
v. tr. [dal lat. traducĕre «trasportare, trasferire» (comp. di trans «oltre» e ducĕre «portare»), rifatto sull’analogia di condurre e sim.; il sign. 2 a, più che un latinismo, è un calco burocr. [...] iscritto) in francese un brano di C. Pavese; t. un’espressione, un termine tecnico, una parola; un modo di dire, una povere, ripetere un discorso più semplicemente, più chiaramente, con espressioni meno ricercate; t. in cifre un affare, esprimere in ...
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Espressioni anaforiche sono quelle forme linguistiche con cui «il parlante fa riferimento ad un referente al quale egli, nel suo discorso, ha già fatto riferimento con un’espressione antecedente» (Conte 1999: 19). Tra antecedente e espressione...
Sono espressioni cataforiche in senso stretto quelle espressioni che possono essere interpretate solo attraverso il rinvio a uno specifico elemento presente nel co-testo successivo (➔ contesto), detto elemento susseguente o sorgente. Esse creano...