locutore
locutóre s. m. (f. -trice) [dal lat. tardo locutor -oris «chi parla», der. di loqui «parlare»]. – Termine usato talora nel linguaggio dotto per indicare genericam. chi parla (così, per es., [...] in linguistica, come sinon. di parlante, il soggetto cioè che produce un enunciato, in contrapp. al soggetto che lo riceve o che risponde, detto ascoltatore, uditore, interlocutore); è stato anche adoperato, sull’esempio dello spagn. locutor, per ...
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premessa
preméssa s. f. [dal lat. mediev. praemissa (sententia) «proposizione messa avanti», part. pass. femm. di praemittĕre «premettere»]. – 1. In un ragionamento filosofico, logico o matematico, ogni [...] enunciato che viene ammesso in partenza e da cui si traggono le conclusioni; in partic., nella logica del sillogismo, ciascuno dei due giudizî che vengono premessi o presupposti per dedurre la conclusione: p. maggiore, la premessa contenente il ...
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morfema
morfèma s. m. [der. del gr. μορϕή «forma», sul modello di fonema] (pl. -i). – In linguistica, elemento formale che conferisce aspetto e funzionalità alle parole e alle radici, definendone la [...] . che si uniscono alla radice dic-). Nella terminologia della linguistica statunitense morpheme è qualunque segmento di enunciato dotato di significato (equivalendo all’incirca a quello che nella terminologia francese è chiamato monema): morphemes ...
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rimpiazzamento
rimpiazzaménto s. m. [der. di rimpiazzare]. – Forma ormai non com. per rimpiazzo, ma specifica nelle locuz. della logica matematica assioma di r., assioma introdotto da A. A. Fraenkel, [...] alcuni inconvenienti della teoria assiomatica degli insiemi di Zermelo; e teorema (o principio) di r., che può essere così enunciato: se all’interno di una formula si rimpiazza una parte di essa con una formula equivalente a questa parte, la ...
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parallela
parallèla s. f. [femm. sostantivato dell’agg. parallelo]. – 1. Retta che, rispetto a un’altra complanare, non ha con essa nessun punto comune: condurre per un punto la p. a una retta data; [...] una retta è possibile condurre una sola retta parallela alla retta data (è anche detto 5° postulato di Euclide perché enunciato, anche se in forma diversa, come quinto negli Elementi, la sua opera fondamentale). Con uso fig., nel linguaggio politico ...
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morfosintassi
s. f. [comp. di morfo(logia) e sintassi]. – In linguistica, studio sistematico delle regole che presiedono alla formazione di un enunciato linguistico (parole, sintagmi, frasi) mediante [...] la combinazione di morfemi ...
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enumerabile
enumeràbile agg. [der. di enumerare]. – Che può essere enumerato, cioè enunciato ordinatamente (non com.): i suoi meriti sono tanti, che sono difficilmente enumerabili. Con sign. specifico, [...] nella logica matematica, si dice di un insieme quando esiste un procedimento effettivo per stabilire una corrispondenza biunivoca tra quell’insieme e l’insieme dei numeri naturali ...
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enunciativo
(o enunziativo) agg. [dal lat. enuntiativus]. – 1. Atto a enunciare, che serve a enunciare: termini enunciativi. In grammatica, proposizioni e. (o assertive), quelle con cui si afferma o [...] o esclamativo, o volitivo; possono essere di forma positiva (per es., Oggi fa caldo) o negativa (per es., Non ho appetito). 2. In logica matematica, che si riferisce a un enunciato, o alla logica degli enunciati: calcolo e.; linguaggio e.; variabile ...
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sicut et in quantum
(lat. «come e in quanto»). – Formula che si usava, e talvolta ancora si usa, per introdurre una restrizione di quanto precedentemente enunciato, volendo significare che esso è vero [...] solo relativamente al determinarsi di altri fatti ...
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tratto2
tratto2 s. m. [lat. tractus -us, der. di trahĕre «trarre», part. pass. tractus]. – 1. a. ant. L’azione e l’atto di trarre o tirare, il fatto di venire tratto o tirato, in alcune delle accezioni [...] elemento distintivo o, al contrario, non distintivo e irrilevante che concorre alla formazione di un fonema o di un enunciato, più tecnicamente definiti t. pertinenti e non pertinenti (v. pertinente). In psicologia, tratto (qui calco dell’ingl. trait ...
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Nella logica, secondo la definizione classica, proposizione di cui ha senso dire che è vera o che è falsa. In un linguaggio formale, per e., s’intende una espressione chiusa, non contenente cioè variabili libere, che denoterà quindi uno dei...
In genere, ciò che si enuncia, si dichiara, si afferma, e la frase stessa che contiene l’enunciato.
Filosofia
P. ed enunciato
Nella logica e nella filosofia del linguaggio contemporanee si distingue p. da enunciato, intendendo con quest’ultimo...