vegliare
(ant. o pop. tosc. vegghiare) v. intr. e tr. [dal provenz. ant. velhar (cfr. anche fr. veiller), che è il lat. vĭgĭlare (lat. tardo vĭgŭlare), der. di vigil -ĭlis «vigile»; cfr. vigilare] (io [...] S’intende di solito che si stia desti per necessità o per volontà deliberata (per es., per studio, lavoro, assistenza, devozione o anche per partecipare a feste e trattenimenti): v. sino a tardi, fino a giorno; abbiamo festeggiato carnevale vegliando ...
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angelus
‹ànǧelus› s. m., lat. [dalle parole iniziali della preghiera lat. Angelus Domini nuntiavit Mariae]. – È chiamato così (per esteso Angelus Domini), o anche Ave Maria, il suono della campana che [...] al mattino, al mezzodì e al tramonto invita i fedeli a recitare tre Ave Maria intramezzate da testi evangelici con una breve preghiera conclusiva; e questa devozione stessa. Nell’uso com., per Angelus s’intende soprattutto quello serale. ...
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ipocrisia
ipocriṡìa (ant. ipocreṡìa e pocriṡìa) s. f. [dal gr. ὑποκρισίη, forma rara per ὑπόκρισις «simulazione», der. di ὑποκρίνω «separare, distinguere», e nel medio ὑποκρίνομαι «sostenere una parte, [...] recitare, fingere»]. – Simulazione di virtù, di devozione religiosa, e in genere di buoni sentimenti, di buone qualità e disposizioni, per guadagnarsi la simpatia o i favori di una o più persone, ingannandole: non è umiltà genuina, è i.; nascondere ...
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ipocrita
ipòcrita (ant. ipòcrito) s. m. e f. e agg. [dal lat. tardo hypocrĭta, gr. ὑποκριτής «attore», quindi «simulatore»; v. ipocrisia] (pl. m. -i). – Chi parla o agisce con ipocrisia, fingendo virtù, [...] buone qualità, buoni sentimenti che non ha, ostentando falsa devozione o amicizia, o dissimulando le proprie qualità negative, i proprî sentimenti di avversione e di malanimo, sia abitualmente per carattere, sia in particolari circostanze, e sempre ...
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scodellare
v. tr. [der. di scodella] (io scodèllo, ecc.). – 1. Versare nelle scodelle, cioè nei piatti fondi, la minestra o altra vivanda, spec. liquida o semiliquida: s. la zuppa, la pasta e fagioli, [...] già scodellato cinque figli; rispondeva a certe notizie che Orazio unte di ossequio insinuava, o timidamente e in aria di devozione scodellava in forma interrogativa, per essere lui stesso informato di qualche cosa (Palazzeschi). b. S. la palla, nel ...
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creatura
s. f. [dal lat. tardo creatura, der. di creare «creare»]. – 1. Ogni cosa creata, e soprattutto ogni essere vivente: c. animate e inanimate; il Cantico delle C., di s. Francesco; Iddio ama le [...] . stupenda!; è una c. d’eccezione. 3. Persona protetta o favorita da qualcuno e a quella legata da obblighi di fedeltà e devozione: era del paese del papa, e sua c. (G. Villani); una c. del ministro. ◆ Dim. e vezz. creaturina, bambino piccolo: povere ...
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saluto
s. m. [der. di salutare2]. – 1. a. Atto, costituito da un cenno, da un gesto, accompagnato per lo più da parole, e talora consistente anche di sole parole, che si scambia con una persona nel momento [...] in cui la si incontra, o quando si prende commiato da lei, per manifestare rispetto, affetto, simpatia, devozione, sottomissione (ma spesso è un semplice atto di cortesia formale): ricevere, rivolgere un s.; ricambiare o rendere il s.; rispondere al ...
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medaglia
medàglia s. f. [lat. volg. *medialia (poi *medalia per dissimilazione), pl. neutro dell’agg. *medialis, der. di medius «mezzo», propr. «mezzo (denaro)»]. – 1. Nome generico dato in età medievale [...] o un ricordo per i partecipanti a conferenze, convegni, congressi, o recare immagini religiose ed essere quindi portata per devozione. M. annuale, quella che il papa fa coniare ogni anno nell’anniversario dell’elezione per i dignitarî pontifici e ...
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medaglietta
medagliétta s. f. [dim. di medaglia]. – 1. Piccola medaglia. In partic., quelle con effigie sacra, di metallo prezioso o anche di lega leggera, che si portano appese a una collanina o si [...] conservano per devozione o in ricordo di visite a santuarî, ecc.: la m. della Madonna, di s. Antonio. 2. Piccola medaglia d’oro data come contrassegno ai membri del Parlamento, con l’indicazione della legislatura e il nome del deputato o senatore. In ...
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venerare
v. tr. [dal lat. venerari (e anche, raram., venerare attivo), termine del linguaggio religioso, connesso con Venus -nĕris, Venere] (io vènero, ecc.). – Fare oggetto di devozione religiosa, di [...] profondo ossequio, sia nel sentimento sia negli atti esteriori, riferito a tutto ciò che è sacro o che come tale è sentito: v. Dio, la Vergine; v. le reliquie di un santo; la miracolosa immagine che si ...
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Presso i Romani si diceva d. (devotio) l’offerta agli dei di persone o cose determinate, come vittime, per stornare un pericolo dalla comunità. Tipica è la devotio di Publio Decio Mure. Nell’età imperiale fu frequente la devotio pro salute principis,...
devozionismo
s. m. Ostentazione di devozione religiosa.
• Al termine della funzione, Franco Pizzolato, ha letto, a nome della comunità parrocchiale, una lettera intensa e vibrante [...] Poi, con pudore e tenendola ben alla larga dal «devozionismo»,...