-endo [dal lat. -ĕndus, desinenza del gerundivo lat. dei verbi della coniug. in -ĕre, estesasi alle coniug. in -ēre e -ire]. - Suff. derivativo presente in agg., principalmente di origine lat., tratti [...] da verbi: orrendo, stupendo; l'uso spesso sost. ha prodotto anche un impiego nominale del suffisso: agenda, leggenda ...
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-ente [lat. -ens, -ĕntis, desinenza del part. pres. dei verbi delle coniug. in -ĕre, estesasi alla coniug. in -ēre, e anche, quasi completamente, a quella in -ire]. - Suff. derivativo con cui si formano [...] agg. e sost. che rinviano a quanto espresso dal verbo che funge da base; alcuni derivati hanno solamente l'uso agg.: diffidente, eccellente, ridente, trasparente; altri che ammettono un impiego nominale, ...
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cadere /ka'dere/ v. intr. [lat. cadĕre, con mutamento di coniug.] (pass. rem. caddi, cadésti, ecc.; fut. cadrò, ecc.; condiz. cadrèi, ecc.; nell'uso ant. e lett., si ha in alcune forme il tema cagg-;pres. [...] . 10. (fig.) [venire meno, di sospetto, speranza, discorso, ecc.] ≈ cessare, finire, svanire, [spec. di comunicazione, contatto e sim.] interrompersi. 11. (gramm.) [avere come parte finale, di parola, desinenza e sim.] ≈ finire, terminare, uscire. ...
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Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso...
DESINENZA
La desinenza è l’elemento finale variabile di una parola, unito alla ➔radice, distingue il genere (femminile e maschile) e il numero (singolare e plurale) o, in caso di verbi, il ➔modo, il ➔tempo e la persona.
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