finale [dal lat. tardo finalis, der. del sost. finis "fine²" e "fine³"]. - ■ agg. 1. [che sta alla fine, che conclude: scena f.; esame f.; decisione f.] ≈ conclusivo, [preposto al nome] ultimo. ↑ estremo. [...] parte di qualcosa: il f. di un film; f. ad effetto] ≈ conclusione, epilogo, fine. ↔ avvio, inizio, principio. ■ s. f. (gramm.) [parte ultima, finale di un elemento grammaticale: la f. della sillaba, della parola] ≈ terminazione. ⇓ desinenza. [⍈ FINE] ...
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Fabio Rossi
uomo. Finestra di approfondimento
Uomo, donna e persona - Nel sost. u. sono confluiti sia i sign. propri dell’etimo lat. homo («essere umano»), sia quelli di vir («essere umano di sesso maschile»), [...] e donne: i problemi di tutti gli u. e le donne che lavorano. Parallelamente a quest’uso, si preferisce oggi usare la desinenza femm. se ci si rivolge a donne, anche per nomi di professione e di ruolo prima usati solo al masch. (avvocata, ministra ...
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-ando [lat. -andus, desinenza del gerundivo lat. della coniug. in -are, usato come agg.]. - Suff. derivativo presente in agg., principalmente di origine lat., esprimenti l'obbligatorietà, la necessità, [...] l'imminenza; l'uso spesso sost. ha prodotto anche un impiego nominale del suffisso: educando, esecrando, laureando, locanda, maturando, serranda, venerando ...
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-ante [lat. -ans -antis, desinenza del part. pres. dei verbi della coniug. in -are]. - Suff. derivativo di agg. e sost. che rinviano a quanto espresso dal verbo che funge da base. Alcuni derivati conoscono [...] solamente l'uso aggettivale: abbondante, incoraggiante, somigliante; i sost. si riferiscono normalmente a persone che svolgono l'attività o si trovano nella condizione espressa dal verbo: lavorante, militante, ...
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-ata [dalla desinenza femm. del part. pass. dei verbi della coniug. in -are]. - Suff. derivativo di nomi tratti da verbi della 1a coniug. (entrata, fermata, nevicata); si trova anche applicato a basi nominali, [...] con diverse funzioni ...
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-ato². - (chim.) Suff. con cui sono formati i nomi dei sali e degli esteri derivati dagli acidi con desinenza in -ico, fatta eccezione per gli acidi non contenenti ossigeno e derivati dagli alogeni. ...
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nuocere /'nwɔtʃere/ v. intr. [lat. nŏcēre, con mutamento di coniug.] (pres. indic. nòccio o nuòccio, nuòci, nuòce, nociamo, nocéte [oggi più spesso nuociamo, nuocéte], nòcciono o nuòcciono; pres. cong. [...] . nuòci, nocéte o nuocéte; part. pass. nociuto [non com. nuociuto]; negli altri tempi, regolari e con l'accento sulla desinenza, sono in uso sia le forme con dittongo, oggi preferite, sia quelle senza: nuocéssi o nocéssi; nuocerò o nocerò; nuocèndo o ...
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tagliando s. m. [der. di tagliare, con la desinenza dei gerundivi latini]. - (amministr.) [parte di un libretto a madre e figlia, o di una tessera, di un titolo di credito, ecc., che viene staccata al [...] momento di valersene] ≈ cedola, coupon, talloncino, (non com.) tallone, ticket, [di un contratto di assicurazione per autoveicoli] contrassegno. ‖ scontrino, voucher ...
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tema² /'tɛma/ s. m. [dal lat. thema "argomento, tesi", gr. biz. théma -atos "ciò che si pone", der. del tema di títhēmi "porre, collocare"] (pl. -i). - 1. a. [ciò che viene trattato in un discorso o in [...] [idea musicale destinata, nel corso della composizione, a vari sviluppi e modi di elaborazione: il t. fondamentale] ≈ Leitmotiv, motivo (dominante). 4. (gramm.) [parte di una parola che resta dopo aver tolto la desinenza] ≈ ‖ base, radicale, radice. ...
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terminazione /termina'tsjone/ s. f. [dal lat. terminatio -onis, der. di terminare "terminare"]. - 1. (non com.) [il completare un'opera: fino alla t. dei lavori] ≈ compimento, completamento, fine, termine, [...] , inizio, principio. 2. [parte terminale di una linea, di una conduttura e sim.: la t. di una linea telefonica] ≈ ⇑ estremità, fine, termine. ↔ ⇑ inizio. 3. (ling.) [parte finale, morfologicamente variabile, di una parola] ≈ desinenza, uscita. ...
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Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso...
DESINENZA
La desinenza è l’elemento finale variabile di una parola, unito alla ➔radice, distingue il genere (femminile e maschile) e il numero (singolare e plurale) o, in caso di verbi, il ➔modo, il ➔tempo e la persona.
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