-ita1
-ita1 [lat. -ĭta, desinenza femm. del part. pass. di verbi delle coniug. in -ēre e -ĕre]. – Suffisso derivativo di nomi tratti da verbi, di cui esprimono la nozione: (crescita, nascita, perdita, [...] rendita, vendita) ...
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-ita2
-ita2 [dalla desinenza femm. del part. pass. dei verbi della coniug. in -ire]. – Suffisso derivativo di nomi tratti da verbi della terza coniug., di cui esprimono la nozione (dipartita, dormita, [...] riuscita, salita, uscita) ...
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-ico
– Suffisso atono usato in chimica con due diversi significati: a) in chimica organica, per denominare gli acidi: per es., acido acetico, butirrico, benzoico, idnocarpico, ecc.; b) in chimica inorganica, [...] , tra i composti (ossidi, idrossidi e acidi) di un elemento che presenta diversi gradi di valenza, quelli a valenza superiore (distinguendoli così dai composti a valenza inferiore aventi invece la desinenza -oso): ferrico, solforico, clorico, ecc. ...
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omeoteleuto
omeotelèuto (o omoiotelèuto, meno corretto omotelèuto) agg. e s. m. [dal lat. homoeoteleuton, s. neutro, gr. ὁμοιοτέλευτον, comp. di ὁμοιο- «omeo-» e τελευτή «fine, compimento»]. – 1. agg., [...] non com. Che ha la stessa desinenza: tiritere isosillabiche e omeoteleute (Pascoli). 2. s. m. Nella retorica greco-romana, artificio consistente nella terminazione uguale, sia per valori fonici (rima o assonanza) sia per valori metrici o ritmici ( ...
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mono-
mòno- [dal gr. μονο-, tema di μόνος «unico, solo»]. – Primo elemento di molte parole composte, anche della terminologia lat. scient. (e di lingue straniere), derivate dal greco o formate modernamente, [...] , monorotaia); con il sost. invariato, ma variabile al plur. masch. (monoseme, monosessuale, monoreattore, pl. m. -i); con il sost. modificato nella desinenza, e con regolare declinazione (monocorde, monorimo, composti rispettivam. con corda, rima). ...
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manicare
v. tr. [lat. mandūcare: cfr. le var. ital. manducare e manucare], ant. – 1. Mangiare, ingerire il cibo; usato soltanto nelle forme con accento sulla desinenza (nelle altre, con accento sul tema, [...] era in uso la variante manucare): Ambo le man per lo dolor mi morsi; Ed ei, pensando ch’io ’l fessi per voglia Di manicar, di subito levorsi (Dante); anche letter. scherz.: quella gente era venuta non ...
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tagliando
s. m. [der. di tagliare, con la desinenza dei gerundivi latini]. – Parte di un libretto a madre e figlia, oppure di un cartoncino, di una tessera, di un titolo di credito opportunamente segnati [...] o traforati, che viene staccata al momento di valersene; è sinon. di cedola, e l’equivalente del fr. coupon; di uso com. la locuz. fare il t., sottoporre la propria autovettura al periodico controllo delle ...
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riescire
v. intr. – Variante pop. di riuscire nell’infinito e in altre forme con l’accento sulla desinenza (riescivo, riescirò, riescìi, ecc.); è invece il tema normale delle forme rizotoniche (rïèsco, [...] rïèsci, rïèsce, rïèsca). ◆ Analogam. è stato (ed è ancora talvolta) usato il s. f. riescita per riuscita ...
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dieresi
dïèreṡi s. f. [dal lat. tardo diaerĕsis, gr. διαίρεσις, propr. «divisione, separazione», der. di διαιρέω «disgiungere»]. – 1. a. In fonetica, la divisione di un gruppo vocalico nel corpo di una [...] (u)olo 〈assi-u̯òlo, assi-òlo〉); non però se la i fa parte del dittongo mobile iè, oppure d’un radicale o d’una desinenza o d’un suffisso in cui normalmente costituisce dittongo con la vocale che segue (es. Grieco 〈ġri̯èko〉, besti(u)ola 〈bestiu̯òla ...
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-ata
[dalla desinenza femm. del part. pass. dei verbi della coniug. in -are]. – Suffisso derivativo di nomi tratti da verbi della prima coniug., di cui esprimono la nozione: entrata, fermata, gettata, [...] nevicata, portata, telefonata. Per estensione si trova anche frequentemente applicato a basi nominali; in tal caso assolve diverse funzioni: conferisce un valore di estensione temporale (annata, giornata, ...
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Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso...
DESINENZA
La desinenza è l’elemento finale variabile di una parola, unito alla ➔radice, distingue il genere (femminile e maschile) e il numero (singolare e plurale) o, in caso di verbi, il ➔modo, il ➔tempo e la persona.
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