sbagliare
v. intr. e tr. [lo stesso etimo di abbagliare, con altro prefisso] (io sbàglio, ecc.). – 1. intr. (aus. avere) a. Incorrere in un errore, in un’inesattezza di valutazione o di giudizio: credo [...] , pronunciare, o anche interpretare in modo erroneo, non conforme alle regole grammaticali, alle norme dell’uso corretto: s. una desinenza, la forma di un verbo, la costruzione di una frase (spec. nel tradurre); conosce bene il francese ma sbaglia ...
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aspirato
agg. [part. pass. di aspirare]. – In linguistica: 1. a. Di articolazione, la cui soluzione è accompagnata da aspirazione: occlusive dentali a. ‹th, dh›, occlusive labiali a. ‹ph, bh›, occlusive [...] che segue l’h; nel caso contrario l’h iniziale si dice non aspirata o muta. 2. estens. Nella grammatica greca, perfetti a., i perfetti nei quali la consonante che precede la desinenza è aspirata; per es., πέπομϕα «ho inviato» da πέμπω «inviare». ...
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estere
èstere s. m. [dal ted. Ester, termine coniato dal chimico ted. L. Gmelin (1788-1853) per contrazione di Essigäther «etere acetico», comp. di Essig «aceto» e Äther «etere»]. – In chimica organica, [...] o inorganico) e in un alcole o in un fenolo. Gli esteri si denominano aggiungendo alla radice del nome dell’acido la desinenza -ato e facendo seguire il nome del radicale alchilico o arilico (per es., acetato di etile, salicilato di fenile, ecc.) o ...
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volapuk
volapük ‹volapü′k› s. m. [voce che in volapük significa «lingua del mondo», comp. di vol «mondo» (dall’ingl. world), -a, desinenza del genitivo, pük «lingua» (dall’ingl. speech)]. – Lingua internazionale [...] inventata e diffusa con scarsa fortuna dallo studioso ted. J. M. Schleyer nel 1880: basata come tutte le altre lingue internazionali sull’estrema semplificazione morfologica e sintattica, è costituita ...
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cadenza
cadènza s. f. [der. di cadere]. – 1. a. Modulazione della voce e del suono nel canto, in un passo musicale, nel periodo, nel verso, prima della pausa; clausola ritmica: parlare, cantare con c. [...] . esotica, che per l’insieme dei suoi caratteri si rivela, o anche soltanto appare, esotica. b. ant. Terminazione delle parole, desinenza. 2. In musica: a. Formula melodico-armonica d’interpunzione (per es., le c. sospese, o d’inganno, che deviano lo ...
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ricuperare
v. tr. (io ricùpero, ecc.). – Variante di recuperare. ◆ Analogamente i der. ricuperàbile, ricuperabilità, ricuperaménto, ricuperativo, ricuperatóre, ricuperatòrio, ricuperazióne, ricùpero, [...] une o delle altre; si potrebbe dire che viene preferita la forma ri- per le voci che hanno l’accento sulla desinenza, la forma re- per quelle, come recupero, accentate sul tema. Nel presente Vocabolario, tuttavia, le varie voci sono state riunite in ...
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monema
monèma s. m. [der. del gr. μόνος «unico», col suff. -ema di fonema, ecc., attraverso il fr. monème] (pl. -i). – Termine (usato e interpretato in modo non univoco dai linguisti) adottato nella [...] dotata di significato, che può essere costituita da una parola, da un radicale, da un prefisso o un suffisso, da una desinenza; corrisponde approssimativamente al morfema della terminologia in uso nella linguistica strutturale statunitense. ...
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alterazione
alterazióne s. f. [dal lat. tardo alteratio -onis]. – 1. a. L’alterare o l’alterarsi; mutamento, modificazione: a. nella struttura, nella sostanza; a. d’aspetto; a. morfologica; a. delle [...] 4. In linguistica, ogni modificazione diacronica che si verifica nell’aspetto fonico di un vocabolo, di una desinenza, ecc. In grammatica, particolare tipo di derivazione mediante suffissi, i quali modificano il significato fondamentale del vocabolo ...
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tema1
tèma1 s. m. [dal lat. thema («argomento»; «posizione degli astri», e nel lat. tardo anche «tema d’una parola»), che è dal gr. ϑέμα -ατος, propr. «ciò che si pone», der. del tema di τίϑημι «porre, [...] , che n’era stato morto (Ariosto). 2. In linguistica: a. La parte di una parola che resta dopo che è stata tolta la desinenza; si distinguono t. nominali e t. verbali, a seconda che si tratti di una forma nominale (come per es. in latino fili- e ...
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rideterminazione
rideterminazióne s. f. [der. di rideterminare]. – In linguistica, ulteriore determinazione morfologica ottenuta mediante l’uso di più morfemi della stessa classe funzionale: cumulo di [...] desinenze, coesistenza di desinenza e preposizione, preposizioni derivate, ecc. In lessicologia, modificazione semantica di un vocabolo operata mediante un richiamo a un valore etimologicamente più antico che si era obliterato col tempo. ...
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Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso...
DESINENZA
La desinenza è l’elemento finale variabile di una parola, unito alla ➔radice, distingue il genere (femminile e maschile) e il numero (singolare e plurale) o, in caso di verbi, il ➔modo, il ➔tempo e la persona.
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