genitivo
agg. e s. m. [dal lat. genetivus o genitivus (casus), propr. «generativo», che nel sign. grammaticale è ricalcato sul gr. γενικὴ πτῶσις «caso che indica un genere» cioè una specificazione]. [...] prezzo, di accusa e di condanna o di pena, di memoria, ecc.; si aveva inoltre un g. locativo, in cui la desinenza del genitivo, confusasi, per la 1a e 2a declinazione, con quella dell’antico caso locativo, serviva a esprimere anche il complemento di ...
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aldeide
aldèide s. f. [dal ted. Aldehyd, ingl. aldehyde, abbrev. del lat. scient. al(cool) dehyd(rogenatum) «alcole deidrogenato», perché le aldeidi sono ottenute sottraendo una molecola di idrogeno [...] formica o formaldeide, aldeide benzoica o benzaldeide); più raramente (secondo la terminologia di Ginevra), sostituendo il suffisso -ale alla desinenza -o dell’idrocarburo corrispondente (per es., da metano, metanale; da propano, propanale, ecc.). ...
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desinentedeṡinènte part. pres. [dal lat. desĭnens -entis, part. pres. di desinĕre «terminare»]. – Che termina in un dato modo o in qualche cosa: corpo d. in una breve coda. Per lo più riferito a parola, [...] che ha una determinata desinenza o terminazione: i verbi d. in «-are»; sostantivo d. in consonante, in «-ore», in «-aio»; aggettivo d. in «-ato». ...
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-ante
[lat. -ans, -antis, desinenza del part. pres. dei verbi della coniug. in -are]. – Suffisso derivativo di aggettivi e nomi che rinviano a quanto espresso dal verbo che funge da base. Alcuni derivati [...] conoscono solamente l’uso aggettivale: abbondante, incoraggiante, somigliante. I derivati che ammettono solo o anche un impiego nominale si riferiscono normalmente a persone che svolgono l’attività o si ...
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pretensionare
v. tr. [comp. di pre- e di tensionare, der. improprio di tensione con la desinenza -are1] (io pretensióno, ecc.). – Tendere o far tendere in anticipo rispetto a un impatto, detto di impianti [...] di cinture di sicurezza dotati di pretensionatore ...
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lessicalizzazione
lessicaliżżazióne s. f. [dal fr. lexicalisation; v. la voce prec.]. – In linguistica, processo per cui un sintagma (o, più genericam., una sequenza di parole) acquista stabilmente carattere [...] di nomi mobili sono passati a indicare macchine e strumenti; i plurali le interiora, le fusa, distintisi anche nella desinenza da gli interiori, i fusi; i participî divenuti veri e proprî aggettivi o sostantivi, come dilettante, tangente, stretto ...
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carbossilico
carbossìlico agg. [der. di carbossile] (pl. m. -ci). – In chimica organica, acido c.: denominazione generica di tutti i composti organici che contengono uno o più gruppi −COOH; vengono denominati [...] facendo seguire la parola acido dalla denominazione dell’idrocarburo corrispondente con la desinenza in -oico: acido propanoico, acido benzoico, ecc.; alcuni però hanno nomi tradizionali (acido formico, butirrico, ecc.). Sono composti abbondantemente ...
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sassone
sàssone (ant. o poet. sassóne) agg. e s. m. e f. [dal lat. Saxon -ŏnis]. – 1. Relativo alla Sassònia, regione storica e geografica della Germania centro-orientale, e (con questo sign. anche sost.) [...] , costruzione che nel tedesco moderno s’incontra soltanto nello stile sostenuto: con i nomi comuni quando il loro genitivo abbia la desinenza -s (per es., Vaters Bruder «il fratello del padre»), con i nomi proprî e cognomi mediante l’aggiunta di -s o ...
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z, Z
(żèta) s. f. o m. – Venticinquesima e ultima lettera dell’alfabeto latino, derivata dalla zeta dell’alfabeto greco, che nella forma maiuscola ha lo stesso segno Z (svoltosi da quello originario [...] quasi sempre sorda (eccezione più notevole, azienda; casi particolari, romanziere, ronziamo, ecc., con i iniziale di suffisso o desinenza); che dopo l la z è quasi sempre sorda (eccezioni più notevoli, Belzebù, elzeviro); che scritta scempia tra due ...
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-oide
-òide [dal gr. -οειδής, dove -o- è la vocale tematica della parola precedente e -ειδής l’elemento compositivo che significa «simile a», affine a εἶδος «aspetto»; lat. -oīdes]. – 1. Suffisso di [...] , termini nei quali il suffisso indica raggruppamenti superiori alla famiglia (classi, ordini, ecc., ma non superfamiglie, la cui desinenza è sempre -oidei) e può alternarsi con -oidei (a tali nomi corrispondono forme del lat. scient. in -oidea ...
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Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso...
DESINENZA
La desinenza è l’elemento finale variabile di una parola, unito alla ➔radice, distingue il genere (femminile e maschile) e il numero (singolare e plurale) o, in caso di verbi, il ➔modo, il ➔tempo e la persona.
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