desinenzadeṡinènza s. f. [dal lat. mediev. desinentia, der. del lat. desinĕre «terminare»]. – In linguistica, terminazione che aggiungendosi a un tema verbale indica la persona, la diatesi e talora [...] la d. del genitivo singolare, del nominativo neutro plurale; le d. del congiuntivo imperfetto, ecc. Fanno ricco uso di desinenze le lingue dette «sintetiche» come il latino, il greco, il sanscrito, alcune lingue semitiche, il tedesco, il serbocroato ...
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acido2
àcido2 s. m. [dall’agg.]. – Sostanza dotata di sapore acre (come quello dell’aceto, del succo di limone, ecc.), capace di far cambiare colore a certi coloranti organici (indicatori) e di combinarsi [...] la loro origine (per es., a. acetico, a. lattico); nella nomenclatura ufficiale, gli acidi alifatici terminano con la desinenza -oico aggiunta al nome dell’idrocarburo (per es., a. etanoico), mentre quelli ciclici aggiungono al nome dell’idrocarburo ...
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-ato
– In chimica, suffisso con cui sono formati i nomi dei sali e degli esteri derivati dagli acidi con desinenza in -ico (solforico, nitrico, acetico, ecc.), fatta eccezione per gli acidi non contenenti [...] ossigeno, che hanno la desinenza -idrico (cloridrico, bromidrico, ecc., per i quali la desinenza dei corrispondenti sali è -uro). Il suffisso entra anche nel nome di altri composti, non necessariamente di natura salina, come alcolato, metilato, ecc. ...
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predesinenziale
predeṡinenziale agg. [comp. di pre- e desinenza]. – In linguistica, di fonemi, infissi, ecc. che si trovano immediatamente prima della desinenza. ...
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aroile
s. m. [der. di aro(matico), col suff. -ile]. – In chimica organica, radicale aromatico monovalente, derivato da un acido aromatico per eliminazione del gruppo −OH del carbossile; i varî aroili [...] si denominano sostituendo alla desinenza -oico degli acidi la desinenza -ile (per es., dall’acido benzoico si ha il benzoile). ...
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-ire
[lat. -īre, desinenza dell’inf. dei verbi della quarta coniug.]. – Desinenza dell’infinito dei verbi della terza coniug.: morire, partire, preferire, venire. ...
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zero
żèro agg. e s. m. [dal lat. mediev. zèphyrum, adattam. (Leonardo Fibonacci nel Liber abbaci, 1202) dell’arabo ṣifr «nulla, zero», calco del sanscr. śūnyá «vuoto» e poi «zero» (v. anche cifra)]. [...] una radice caratterizzato dall’assenza della vocale radicale (v. apofonia e apofonico); si parla in partic. di suffisso zero o desinenza zero con riferimento a forme per le quali non esiste un morfema specifico, se non l’opposizione con altre forme ...
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suffisso
s. m. [dal lat. suffixus «attaccato sotto», part. pass. di suffigĕre: v. suffiggere]. – 1. In linguistica, elemento formativo di una parola, con funzioni di derivazione e di determinazione morfologica [...] ) e temi nominali (s. nominale), per distinguerlo dal s. flessionale, elemento di flessione, che ha più comunem. il nome di desinenza, perché posto in fine di parola. Con il prefisso e l’infisso, il suffisso costituisce la categoria degli affissi. In ...
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morfologia
morfologìa s. f. [comp. di morfo- e -logia; il termine è stato coniato per la prima volta da Goethe (ted. Morphologie) per indicare l’anatomia comparata]. – In genere, studio, descrizione [...] dal sec. 19° la linguistica comparata ha inteso invece la morfologia come ricerca, in ogni parola, degli elementi formativi, affissi e desinenze, che si aggiungono alla parte radicale, e come studio della loro natura e funzione (così, per es., il lat ...
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Elemento conclusivo della parola fonica, con funzione morfologica o morfosintattica. Fanno ricco uso di desinenze le lingue ‘sintetiche’, come il latino, il greco, il sanscrito, il tedesco, alcune lingue semitiche ecc. È invece ridotto l’uso...
DESINENZA
La desinenza è l’elemento finale variabile di una parola, unito alla ➔radice, distingue il genere (femminile e maschile) e il numero (singolare e plurale) o, in caso di verbi, il ➔modo, il ➔tempo e la persona.
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