-onimo
-ònimo [dal gr. -ώνυμος, der. di ὄνομα, ὄνυμα «nome»]. – Secondo elemento di parole composte, derivate dal greco (come anonimo, eteronimo, omonimo, pseudonimo), o formate modernamente (agionimo, [...] dal primo componente. Alcuni di questi composti hanno un corrispondente sost. femm. astratto terminante in -onimìa (v.), di derivazione greca (come anonimia, eteronimia); in rari casi, -onimia è usato come suffissoide autonomo (per es., in odonimia ...
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scatola
scàtola s. f. [prob. metatesi del lat. mediev. castula, di origine germ.]. – 1. a. Involucro di forma varia (per lo più parallelepipeda, talora cilindrica), generalm. fatto di cartone, ma anche [...] di ingresso o di uscita, ignorando cioè del tutto la costituzione interna. b. In aeronautica, denominazione corrente (prob. derivata da un uso gergale dell’aviazione angloamericana: in origine la scatola era di colore nero, mentre oggi è per lo ...
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finanza1
finanza1 s. f. [der. del lat. finis «fine2», con la terminazione -anza di altre voci di derivazione provenz.]. – Parola usata anticam. in alcuni dei sign. di fine2, e in partic.: termine, cessazione [...] (per es., in Iacopone, questa lutta no n’à mai finanza); confine di stato; quietanza finale ...
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pindarismo
s. m. [der. di Pindaro, pindarico]. – 1. Nella lirica, l’imitazione di Pindaro o la derivazione dei suoi modi poetici, spec. metrici, con particolare riferimento ai sec. 16° e 17° in Italia [...] e in Francia: il p. dell’Alamanni, del Ronsard, del Chiabrera. 2. L’insieme dei lirici che imitano Pindaro o a lui comunque s’ispirano: il p. del Cinquecento francese, dell’Arcadia ...
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de-
〈dé〉 [dal lat. de, de-]. – 1. Prefisso, soprattutto verbale, che si trova in molte voci di derivazione latina, nelle quali indica ora allontanamento (per es. deviare, deportare), ora abbassamento [...] . demoralizzare, denaturare; va notato che in francese il pref. dé- corrisponde non all’ital. de- ma a dis-1, essendo derivato dal lat. dis-, e indica separazione, privazione o azione contraria); in qualche caso serve a formare doppioni dotti di voci ...
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diminutivo
agg. e s. m. [dal lat. tardo deminutivus]. – Propr., atto a diminuire, che vale a diminuire. In grammatica, forma d. (o più comunem. diminutivo s. m.), derivazione morfologica di un nome che [...] suffissi, anche forme verbali: piovigginare, canticchiare, fischiettare. In enigmistica, falso d., gioco della serie dei falsi derivati, consistente nel trovare parole che siano soltanto in apparenza diminutivi delle parole proposte (per es., mulo ...
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shunt
〈šḁnt〉 s. ingl. [dal v. (to) shunt «deviare», di origine ignota] (pl. shunts 〈šḁnts〉), usato in ital. al masch. – 1. a. In elettrotecnica, termine equivalente all’ital. derivazione o parallelo. [...] b. In partic., resistore che si dispone in parallelo a un tratto di circuito elettrico percorso da corrente continua per ridurre la corrente in questo circolante a una frazione assegnata. c. Nome dato ...
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rateo
ràteo s. m. [apparentemente, deverbale di rateare, che però compare più tardi nell’uso, per cui si ritiene accettabile la proposta derivazione dallo spagn. rateo (der. di ratear «rateare»), prob. [...] penetrato nel linguaggio della burocrazia milanese durante la dominazione spagnola]. – 1. Suddivisione in rate: chiedere, stabilire il r. di un pagamento; un r. a breve o a lungo termine. 2. a. In ragioneria, ...
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operatore
operatóre s. m. [dal lat. tardo operator -oris]. – 1. (f. -trice) a. Chi opera, chi compie determinate azioni o operazioni, per lo più abitualmente. Raro in usi generici: o. del male; o. di [...] un oggetto per passare alla sua immagine; in partic.: o. differenziale, quello che implica un’operazione di differenziazione o di derivazione parziale o totale sopra una funzione o un insieme di funzioni (per es., il laplaciano); o. integrale, quello ...
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operazione
operazióne s. f. [dal lat. operatio -onis, der. di operari «operare»]. – 1. In genere, l’atto dell’operare, l’attività di chi opera, di chi compie un lavoro o un’azione. Nella lingua ant., [...] dà come risultato un numero). In analisi, per o. di passaggio al limite, v. limite, n. 3; per o. di derivazione e o. di integrazione, v. le singole voci. Nel linguaggio corrente, una delle quattro operazioni elementari dell’aritmetica: problema a due ...
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Linguistica
Processo mediante il quale si crea una forma (tema o parola) da una radice o da una parola preesistente. Si distinguono comunemente una d. primaria, quando da una radice o base si formano temi primari, nominali o verbali (per es.,...
La derivazione è un processo morfologico che consiste nella formazione di una parola nuova tramite l’aggiunta di un affisso (➔ affissi), cioè di un elemento non libero (tecnicamente, un morfo legato), a un elemento lessicale (una radice, un...