demagogo /dema'gɔgo/ s. m. [dal gr. dēmagōgós, comp. di dē̂mos "popolo" e agōgós "che guida, che trasporta"] (f., raro, -a; pl. m. -ghi). - 1. (stor.) [presso i Greci antichi, oratore e uomo di stato] [...] ≈ ‖ capopopolo, caporione, tribuno. 2. (estens.) [chi per giungere al potere lusinga le masse con promesse] ≈ agitatore, capopopolo(non com.) Masaniello, sobillatore. ‖ sovvertitore ...
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tribuno agg. [dal lat. tribunus, der. di tribus "tribù"]. - 1. (stor.) [nell'antica Roma, denominazione di vari magistrati, funzionari e ufficiali]. 2. (fig., spreg.) [uomo politico che usa le proprie [...] capacità oratorie per fini demagogici] ≈ arruffapopoli, (spreg.) capopopolo, caporione, demagogo, (non com.) masaniello, (spreg.) politicante. ...
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capopopolo /kapo'pɔpolo/ s. m. e f. [comp. di capo- e popolo] (pl. m. i capipopolo, pl. f. le capopopolo). - 1. [chi, spec. in caso di tumulti, si mette a capo del popolo] ≈ capoparte, caporione. ↑ arruffapopoli. [...] ⇑ capo, leader. 2. (spreg.) [chi cerca con lusinghe di ottenere il favore delle masse] ≈ agitatore, arruffapopoli, demagogo, provocatore, sobillatore, sovversivo, tribuno. ...
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agitatore /adʒita'tore/ s. m. [dal lat. agitator -oris; nel sign. 1, è un calco dell'ingl. agitator]. - 1. (f. -trice) [chi eccita gli animi con idee o dottrine nuove] ≈ agit-prop, (spreg.) arruffapopoli, [...] capopopolo, demagogo, sedizioso, sobillatore, sovversivo. ↔ conciliatore, pacificatore. 2. (tecn.) [qualsiasi dispositivo usato per agitare e mescolare] ≈ scuotitoio, shaker. ...
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arruffapopolo /ar:uf:a'pɔpolo/ (o arruffapopoli) s. m. e f. [comp. di arruffa(re) e popolo], invar. - [chi tenta, non sempre per nobili fini, di istigare il popolo spingendolo alla rivolta] ≈ agitatore, [...] cospiratore, demagogo, istigatore, perturbatore, sedizioso, sobillatore, sovversivo. ‖ agit-prop, attivista, propagandista. ↔ conciliatore, pacificatore. ...
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Demagogo ateniese (sec. 5º a. C.), commissario nel processo (415) degli ermocopidi e dei misteri; poi (411) oligarchico reazionario e artefice della riforma dei Quattrocento. Dopo pochi mesi, alla caduta dei Quattrocento, P. si rifugiò a Sparta.