persuadere
persuadére v. tr. [dal lat. persuadere, comp. di per-1 e suadere «consigliare, convincere»] (io persüado, ecc.; pass. rem. persüaṡi, persuadésti, ecc.; part. pass. persüaṡo). – 1. a. Convincere, [...] non mi persuadono; la sua indecisione mi persuase a insistere. Nell’uso letter., è costruito talora alla latina con dativo della persona e accusativo della cosa: il doloroso Premio [= castigo] de’ lor vicini arti più miti Persuase a’ Laconi ...
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soddisfare
(tosc. o letter. sodisfare; ant. satisfare) v. tr. e intr. [lat. satisfacĕre, comp. di satis «abbastanza» e facĕre «fare»] (pres. io soddisfàccio o soddisfò o soddisfo, tu soddisfài o soddisfi, [...] con il compl. indiretto della persona o della cosa su cui si soddisfa espresso con la prep. a o, nei pronomi, con il dativo. 1. Appagare, contentare: s. il pubblico, i lettori, gli utenti; è un ristorante, un barbiere, un calzolaio che non soddisfa i ...
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a2
a2 prep. [lat. ad] (radd. sint.). – Si fonde con l’articolo dando luogo alle preposizioni articolate al, allo, alla, ai (a’ nella forma tronca), agli, alle; davanti a parola che comincia con la vocale [...] penso io; è la persona a cui voglio più bene. Raramente, e solo nell’uso ant., si trova lui in funzione di dativo senza prep.: Rispuos’io lui con vergognosa fronte (Dante).
◆ Davanti a verbi all’infinito, in antichi testi si trova omessa (rispetto a ...
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sotto
sótto prep. e avv. [lat. sŭbtus, avv., der. di sŭb «sotto»]. – È l’opposto di sopra e, come questo, ha soprattutto valore locale, indicando che un oggetto è, rispetto a un altro, in luogo più basso, [...] ). Va peraltro notato che le particelle pronominali atone mi, ti, ci, ecc., che in ogni caso precedono la prep. sotto, sono forme di dativo: gli si fece s. minaccioso; mi venne s. con i pugni (fig., se mi viene sotto ..., se mi càpita tra le mani ...
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lui
pron. pers. m. sing. [lat. volg. *ĭllui, dativo di ille (per il classico illi), sull’analogia di cui]. – 1. Forma forte della declinazione del pron. di 3a pers. sing. egli, riferita in genere a persona, [...] talora anche ad animale o cosa inanimata. Si adopera dopo preposizione, e come compl. oggetto quando si vuol dare a questo un particolare rilievo, o quando è in opposizione a un altro pronome: si tratta ...
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vantaggio
vantàggio s. m. [dal fr. ant. avantage, der. del lat. tardo abante «avanti»; cfr. la forma ital. ant. av(v)antaggio]. – 1. Posizione di superiorità, condizione favorevole che uno ha, con proprio [...] , ecc.) a vantaggio della quale torna l’azione espressa dal verbo; corrisponde a quello che nella grammatica latina è anche detto dativo di comodo. b. ant. Sconto, in acquisti o altre operazioni economiche: pagando in contanti, si ha il v. del cinque ...
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reggere
règgere v. tr. e intr. [lat. rĕgĕre «guidare, dirigere, governare»] (io règgo, tu règgi, ecc.; pass. rem. rèssi, reggésti, ecc.; part. pass. rètto). – 1. tr. a. Tenere su, sostenere diritto o [...] «dire» della principale; avere una determinata reggenza, richiedere un dato costrutto sintattico: un verbo che regge l’accusativo, il dativo; una congiunzione che regge il congiuntivo; un verbo che regge l’accusativo con l’infinito. 3. intr. (aus ...
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ti2
ti2 pron. pers. [lat. tē, tĭbĭ, rispettivam. accus. e dat. del pron. tu]. – 1. Forma atona che concorre alla declinazione del pron. pers. tu, sia come compl. ogg. (ti ho visto = ho visto te), sia [...] ti scomodare! o non scomodarti!). Esprime partecipazione affettiva diretta o indiretta all’azione espressa dal verbo (si tratta del cosiddetto dativo etico): ti sei bevuto tutto!; ti sei preso un bel raffreddore; ti si sta facendo tardi. Con valore ...
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ve1
ve1 〈vé〉 pron. e avv. – Forma che il pronome atono vi (dativo o accusativo o particella della coniugazione pronominale) e l’avv. atono vi assumono quando sono seguiti da lo, la, li, le, ne, in posizione [...] enclitica o proclitica; per es.: ve lo dico; vorrei farvene convinti; ve ne mise in gran quantità. Nella lingua ant. si trova adoperato per vi, in enclisi, anche senza essere seguito da altre particelle; ...
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discorrere
discórrere v. intr. [dal lat. discurrĕre («correre qua e là», poi fig.), comp. di dis-1 e currĕre «correre»] (coniug. come correre; aus. essere nel sign. 1, avere nel sign. 2). – 1. letter. [...] , eccetera). La maggior parte di queste espressioni sono sentite come regionali (soprattutto toscane); region. è anche la costruzione col dativo (gli discorrerò io) o con ci (sarebbe meglio che ci discorressi tu, dove ci = con lui, con loro), analoga ...
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Caso della declinazione latina, ma anche greca e di altre lingue, che occupa il terzo posto nella tradizione grammaticale classica, e perciò detto anche terzo caso. Indica la destinazione, il punto d’arrivo di un’azione, ed è perciò in primo...
Il dativo etico (lat. dativus ethicus) indica la partecipazione o il coinvolgimento emotivo di una persona rispetto a un’azione o a una circostanza indicata dal predicato; è sempre espresso da un pronome atono e non è necessario ai fini della...