strano [lat. extraneus "esterno, estraneo"]. - ■ agg. 1. a. [fuori dalla norma, dalla consuetudine: un oggetto di forma s.; va sempre vestito in modo così s.!] ≈ bislacco, bizzarro, (ant.) diverso, rococò, [...] 3. (ant., poet.) a. [di altri paesi, di altre nazioni: sanza dubbio non è sanza loda d'ingegno apprendere bene la lingua s. (Dante)] ≈ e ↔ [→ STRANIERO agg. (1)]. b. [che non si sente integrato in un luogo, che soffre di un senso di estraneità e sim ...
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olezzare /ole'ts:are/ o /ole'dz:are/ v. intr. [lat. ✻olidiare, der. di olĭdus "che ha odore"] (io olézzo, ecc.; aus. avere), lett. - 1. [emanare un odore gradevole: L'aura di maggio movesi e olezza (Dante)] [...] ≈ odorare, (ant., poet.) olire, profumare. ↔ (lett.) fetere, maleodorare, (lett.) putire, puzzare. 2. (estens., iron.) [emanare cattivo odore: come olezzano i tuoi calzini!] ≈ (lett.) fetere, maleodorare, ...
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richiudere /ri'kjudere/ [der. di chiudere, col pref. ri-] (coniug. come chiudere). - ■ v. tr. 1. [chiudere di nuovo: r. il cassetto] ↔ riaprire. 2. (lett.) [chiudere cingendo o limitando: ciò non pensa [...] la turba presente Che Tagliamento e Adice richiude (Dante)] ≈ circondare, circoscrivere, contenere, custodire, delimitare, racchiudere. ■ richiudersi v. intr. pron. 1. a. [tornare a chiudersi: la porta si richiuse lentamente] ↔ riaprirsi. b. (fig.) [ ...
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strazio /'stratsjo/ s. m. [prob. dal lat. distractio (der. di distrahĕre "squarciare, lacerare") per riduzione di pref.]. - 1. a. [riduzione in brandelli, forte menomazione, atroce ferita e sim.] ≈ scempio. [...] di molte persone o animali: lo s. e 'l grande scempio Che fece l'Arbia colorata in rosso (Dante)] ≈ [→ STRAGE (1)]. 2. [profonda sofferenza morale: soffrire lo s. del rimorso] ≈ afflizione, angoscia, croce, martirio, supplizio, tormento, tortura ...
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balenare [forse der. di balena] (io baléno, ecc.). - ■ v. impers. [fare lampi: è (non com. ha) balenato tutta la notte] ≈ (region.) lampare, lampeggiare. ■ v. intr. (aus. essere) 1. [produrre lampi: il [...] si disperse rapidamente (A. Fogazzaro)] ≈ e ↔ [→ BARCOLLARE (1)]. ■ v. tr., non com. [con valore causativo, far lampeggiare, produrre un bagliore, anche fig.: La terra lagrimosa diede vento, Che balenò una luce vermiglia (Dante)] ≈ emanare, emettere. ...
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balestrare v. tr. [der. di balestra] (io balèstro, ecc.), non com. - 1. [scagliare con la balestra, colpire con la balestra, anche assol.] ≈ sbalestrare. 2. (fig.) a. [fare arrivare qualcosa lontano mediante [...] lancio: là dove fortuna la balestra [l'anima], Quivi germoglia come gran di spelta (Dante)] ≈ gettare, lanciare, scagliare, scaraventare, tirare. b. [tormentare: in piccol tempo fieramente era stato balestrato dalla fortuna due volte (G. Boccaccio)] ...
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balia² /ba'lia/ s. f. [dal fr. ant. baillie], ant. - [potestà assoluta: quelli spirti Che purgan sé sotto la tua b. (Dante)] ≈ autorità, forza, potere, signoria. ▼ Perifr. prep.: in balia di ≈ alla mercè [...] di, in mano a, in potere di, nelle mani di ...
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strido s. m. [der. di stridere] (pl. le strida, meno com. gli stridi). - [voce emessa con forza, aspra e lacerante: loco etterno ove udirai le disperate s. (Dante)] ≈ [→ STRILLO (1)]. ...
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omai /o'mai/ avv. [contrazione di oggimai], ant., poet. - [senza attendere oltre: alza le vele O. la navicella del mio ingegno (Dante)] ≈ già, oramai, ormai. ...
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ridire v. tr. [der. di dire, col pref. ri-] (coniug. come dire). - 1. [dire di nuovo: gliel'ho detto e ridetto mille volte, ma non vuol capire] ≈ ripetere. 2. a. [dire ad altri quel che ci è stato detto [...] , ripetere, riportare, (fam.) spifferare. b. (lett., ant.) [riferire oralmente: Io non so ben ridir com'i' v'intrai (Dante)] ≈ dire, esprimere, narrare, raccontare. c. [esporre con parole proprie qualcosa che si è appreso: r. la lezione] ≈ riassumere ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...