rattezza /ra't:ets:a/ s. f. [der. di ratto¹], lett. - 1. [con riferimento a persona, animale o cosa, l'essere veloce nel muoversi: r. di un cane, di un corridore, di un veicolo] ≈ celerità, rapidità, velocità. [...] , sveltezza, velocità. ↑ fulmineità. ↔ lentezza, (fam.) lunghezza, (lett.) tardezza, (lett.) tardità. 3. (estens.) [con riferimento a luogo, l'essere ripido: Di questa costa, là dov'ella frange Più sua r. (Dante)] ≈ ripidezza. ↓ inclinazione. ...
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ratto¹ agg. [lat. rapidus], lett. - 1. [di persona, animale o cosa, che si muove e compie un percorso velocemente: un cane da caccia, un corridore, un veicolo r.] ≈ celere, rapido, svelto, veloce. ↔ lento. [...] veloce. ↑ fulmineo. ↔ lento, (fam.) lungo, tardo. 3. (estens.) [di luogo, che è caratterizzato da ripidità: Così s'allenta la ripa che cade Quivi ben r. da l'altro girone (Dante)] ≈ (lett.) erto, ripido, scosceso. ↓ inclinato. ↔ pianeggiante, piano. ...
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spirare¹ [dal lat. spirare "soffiare; respirare, emanare"]. - ■ v. intr. (aus. avere). 1. a. [di massa d'aria, spostarsi: non spira un alito di vento] ≈ soffiare, tirare. b. (fig.) [di ambiente o situazione [...] , promanare. 2. (fig., poet.) a. [dare ispirazione a qualcuno: i' mi son un che, quando Amor mi spira, noto (Dante)] ≈ ispirare. b. [far sì che sorga un determinato sentimento nell'animo di qualcuno: Scendi bufera ai tumidi Pensier del vïolento; Vi ...
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assegnare v. tr. [dal lat. assignare, der. di signare "segnare", col pref. ad-] (io asségno, ecc.). - 1. a. [dare una cosa a qualcuno come propria, escludendo altri dalla stessa attribuzione, con la prep. [...] , un incarico, ecc., con la prep. a del secondo arg.: a. qualcuno alla sede centrale] ≈ destinare, inviare, mandare. 2. (ant.) [ridare a chi ci ha dato: questo giusto, Che li assegnò sette e cinque per diece (Dante)] ≈ rendere, restituire. [⍈ DARE] ...
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reale¹ [dal fr. ant. reial, lat. regalis, der. di rex regis "re"]. - ■ agg. 1. [che è del re o dei re: famiglia, casa r.] ≈ regale, regio. ‖ palatino, principesco, sovrano. 2. (fig., lett.) [che è degno, [...] proprio di un re, quanto a maestosità e dignità: guarda quel grande... quanto aspetto r. ancor ritene! (Dante)] ≈ maestoso, (lett.) maiestatico, regale. ↔ dimesso, modesto, umile. ● Espressioni: tavola reale → □. ■ s. m. [anche con iniziale maiusc., ...
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assennare v. tr. [der. di senno, col pref. a-¹] (io assénno, ecc.), ant. - 1. [dotare di senno]. 2. (estens.) [rendere avvertito: Però t'assenno che, se tu mai odi … (Dante)] ≈ ammonire, avvertire, avvisare. ...
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spoltrire [der. di poltro "lento, pigro", col pref. s- (nel sign. 4)] (io spoltrisco, tu spoltrisci, ecc.; ant. io spóltro, ecc.), lett. - ■ v. tr. [rendere meno poltrone, anche fig.: era una ginnastica [...] v. intr. pron. [diventare meno poltrone, meno pigro: "Ormai convien che tu così ti spoltre" (Dante)] ≈ riattivarsi, scuotersi, spigrirsi, spoltronirsi. ‖ svegliarsi, sveltirsi. ↔ impigrirsi, impoltronirsi. ‖ (non com.) infingardirsi, intorpidirsi ...
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nequizia /ne'kwitsja/ s. f. [dal lat. nequitia, der. di nequam, agg. indecl., "dappoco, tristo, dissoluto"], lett. - 1. [propensione al male e offesa all'equilibrio che la giustizia esige: n. d'animo; [...] non si puote Torcer già mai ad alcuna n. (Dante)] ≈ cattiveria, crudelta, iniquità, malvagità, (ant.) nequità, (ant.) nequitanza, perfidia, perversità, scelleratezza. ↔ benignità, bontà, giustizia, onestà, umanità. 2. [azione malvagia] ≈ cattiveria, ...
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cuticagna s. f. [der. di cotica], lett., scherz. - [parte posteriore del collo: Allor lo presi per la c. (Dante)] ≈ collottola, (region.) coppino, nuca. ...
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redimire v. tr. [dal lat. redimire] (usato quasi soltanto il part. pass. redimito e i tempi con esso comp.), lett. - [adornare con una corona: Di seconda corona redimita Fu per Onorio da l'Etterno Spiro [...] La santa voglia d'esto archimandrita (Dante)] ≈ cingere, incoronare. ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...