forsennato [dal fr. ant. forsené, comp. di fors "fuori" e sen "senno"]. - ■ agg. [che è uscito di senno, detto soprattutto di chi dà in smanie o agisce in modo violento: Forsennata latrò sì come cane (Dante)] [...] ≈ ammattito, folle, fuori di sé (o di senno o di testa), impazzito, matto, pazzo. ↔ assennato, giudizioso, in sé, savio. ‖ pacato. ■ s. m. (f. -a) [persona forsennata, usato spec. in similitudini: pareva ...
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sere /'sɛre/ (o ser) s. m. [forma atona, ridotta, der. del lat. senior -oris], ant. - [soprattutto nella forma apocopata ser, titolo d'onore che era premesso al nome di sacerdoti e notai, e più tardi di [...] uomini di un certo riguardo: Siete voi qui, ser Brunetto? (Dante)] ≈ (ant.) messere, signore, sire. ...
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malvagio /mal'vadʒo/ [prob. dal provenz. malvatz, lat. tardo malifatius "che ha cattivo fato"] (pl. f. -gie o -ge). - ■ agg. 1. [di persona che opera il male compiacendosene] ≈ cattivo, (ant.) malestruo, [...] tristo. ↑ perfido. ↔ buono. 2. a. (lett.) [che presenta difficoltà e sim.: La via è lunga e 'l cammino è m. (Dante)] ≈ avverso, malagevole. b. (fam.) [in frasi negative, buono: questo vino non è m.] ≈ accettabile, decente, discreto, passabile. ■ s. m ...
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seriore /se'rjore/ agg. [dal lat. serior -oris, compar. di serus, -a, -um "tardo, tardivo"], lett. - [che viene dopo nel tempo, anche con la prep. a: un poeta s. a Dante] ≈ posteriore, successivo, [con [...] uso assol.] tardo. ↔ antecedente, anteriore, precedente, recente, Ⓣ (filol.) recenziore ...
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mamma s. f. [lat. mamma (voce infantile) "madre" e "mammella"]. - 1. (fam.) [donna che genera figli, usato anche come appellativo: E come fantolin che 'nver' la m. Tende le braccia (Dante)] ≈ (lett.) genitrice, [...] madre, (merid.) mammà. ‖ (region.) babbo, padre, (fam.) papà. ⇑ genitore. ↔ ‖ *figlio. ● Espressioni: scherz., come mamma l'ha fatto [con funz. di attributo, senza indumenti] ≈ (lett.) ignudo, in costume ...
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fossa /'fɔs:a/ s. f. [lat. fossa, der. di fodĕre "scavare"]. - 1. a. (idraul.) [scavatura del terreno, fatta lungo o attraverso i campi per lo scolo delle acque] ≈ canale di scolo, fossato, fosso. b. (milit.) [...] [scavatura che circonda un castello e sim.: dentro a l'alte f. Che vallan quella terra sconsolata (Dante)] ≈ fossato, fosso. c. [scavatura del terreno, con varie funzioni: f. per le viti; f. del letame] ≈ buca. ● Espressioni: fossa biologica [vasca ...
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cinghiare v. tr. [lat. ✻cingŭlare, der. di cingŭlum "cingolo"] (io cìnghio, ecc.), non com. - 1. [cingere o stringere con cinghia: c. la sella, il cavallo] ≈ ⇑ legare. 2. (fig., poet.) [essere disposto [...] , comprendere in sé: Così discesi dal cerchio primaio Giù nel secondo, che men loco cinghia (Dante)] ≈ accerchiare, attorniare, cingere, circondare, comprendere, includere. 3. [percuotere, colpire con la cinghia] ≈ ‖ frustare, scudisciare, sferzare ...
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verso¹ /'vɛrso/ prep. [lat. versus o versum]. - 1. [in determinazioni di luogo, per indicare la direzione alla quale è rivolto il moto: andare v. il fiume; tornare v. casa] ≈ alla volta di, (non com.) [...] nei riguardi) di, per (amore per il prossimo). 5. (lett.) [per esprimere un termine di paragone, di confronto: il mordere era nulla v. 'l graffiar (Dante)] ≈ a confronto con, a paragone di, (lett.) a petto di, di fronte a, in confronto a, rispetto a. ...
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veruno agg. [lat. vērē ūnus "veramente uno solo", in contesti negativi "nessuno"], lett., ant. - [che esclude in maniera assoluta l'esistenza o la presenza o altra qualità o condizione di una persona, [...] di un animale, di una cosa, di solito preceduto da altra negazione: era sì del tutto accesi, Che ferro più non chiede verun'arte (Dante)] ≈ alcuno (in a. modo), neanche (o nemmeno o neppure) uno, nessuno, (lett.) niuno. ↔ ogni, tutti. ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...