posare /po'sare/ [lat. tardo pausare "cessare"; nel sign. 4. b dell'intr. ricalca il fr. poser] (io pòso, ecc.). - ■ v. tr. 1. a. [posizionare qualcosa con una certa delicatezza: p. la valigia, i libri [...] uso assol.] (gerg.) tirarsela. ■ posarsi v. intr. pron., ant. [stare in riposo: A guisa di leon quando si posa (Dante)] ≈ giacere, rilassarsi, riposarsi. ■ v. rifl. [fermarsi scendendo o cadendo lentamente dall'alto, con la prep. su: la farfalla si ...
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segreto¹ /se'greto/ agg. [lat. secrētus, part. pass. di secernĕre "separare, appartare"]. - 1. (ant.) [che si trova in disparte: Ora sen va per un secreto calle ... Lo mio maestro (Dante)] ≈ appartato, [...] nascosto, (lett.) recondito, (lett.) remoto, (lett.) riposto. ‖ ignoto, sconosciuto. ↔ ‖ conosciuto, noto. 2. a. [che non deve essere conosciuto da estranei: un'informazione s.] ≈ confidenziale, riservato. ...
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vello /'vɛl:o/ s. m. [dal lat. vellus -ĕris]. - 1. a. [mantello degli animali produttori di lana: il v. della pecora, del montone] ≈ pelliccia, (lett.) tosone. b. (estens.) [rivestimento peloso di animali [...] in genere: artigli Ch'a più alto leon trasser lo v. (Dante)] ≈ manto, pelame, pelliccia, pelo. 2. (estens.) a. (scherz.) [insieme dei peli che ricoprono il petto maschile o, in genere, parti diverse del corpo umano: guarda che v. ha quel tale: sembra ...
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selvaggio /sel'vadʒ:o/ (ant. salvaggio) [dal provenz. salvatge, lat. silvatĭcus "selvatico"] (pl. f. -ge). - ■ agg. 1. (lett.) [di pianta, che nasce spontaneamente e cresce senza cure: L'olmo fronzuto, [...] .) [di animale, che vive allo stato libero: Quelle fiere s. che 'n odio hanno Tra Cecina e Corneto i luoghi cólti (Dante)] ≈ e ↔ [→ SELVATICO (2)]. 4. a. [di popolazione, che possiede una forma di civiltà arretrata rispetto ad altre considerate più ...
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sembiante (ant. semblante) s. m. [dal provenz. semblan, part. pres. di semblar "sembrare"], lett. - 1. [apparenza esteriore di una persona: vivi beata, e il mondo abbella, Elvira mia, col tuo s. (G. Leopardi)] [...] , tratti. b. [parte anteriore del capo: Genti v'eran con occhi tardi e gravi, Di grande autorità ne' lor sembianti (Dante)] ≈ faccia, (lett.) sembianza, viso, volto. 3. (estens.) [con riferimento a cosa, ciò che appare esternamente: in un istante Par ...
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sementa /se'menta/ s. f. [der. di sementare; nel sign. 2, è var. di semente]. - 1. (agr.) [operazione di seminare: il tempo della s.] ≈ [→ SEMINA]. 2. (agr.) [con valore collettivo, quantità di ovuli fecondati [...] pianta: Il campo è bianco, nera la s. (G. Pascoli)] ≈ [→ SEME (2)]. 3. (fig., lett.) [principio da cui qualcosa deve o può nascere, svilupparsi e sim.: Quinci comprender puoi ch'esser convene Amor s. in voi d'ogne virtute (Dante)] ≈ [→ SEME (3)]. ...
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armonia /armo'nia/ s. f. [dal lat. harmonĭa, gr. harmonía, affine a harmózō "comporre, accordare"]. - 1. a. (mus.) [concordanza di voci o di strumenti: a. di violini] ≈ accordo, consonanza. ↔ cacofonia, [...] del comporre, accordare, combinare più suoni in modo piacevole all’orecchio»: come viene ad orecchia / dolce a. da organo (Dante). Successivamente l’a. diventerà la «teoria musicale» e anche la «musica in senso lato»: lezioni d’a.; trattato di ...
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arte s. f. [lat. ars artis]. - 1. a. [attività umana che richiede la conoscenza di determinate regole e tecniche: l'a. del fabbro] ≈ lavoro, mestiere, professione. b. (estens.) [attività e tecnica di chi [...] delle azioni svolte per ottenere uno scopo» (ha sfoderato tutte le sue a. per incantarlo; qui si conviene usare un poco d’a. [Dante]), in partic. l’arte della seduzione: usa ogn’a. la donna, onde sia còlto / ne la sua rete alcun novello amante (T ...
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acciocché (o acciò che) cong. [grafia unita di acciò che], lett. - [con lo scopo di (con il verbo al cong.): acciò che 'l duca stesse attento, Mi puosi 'l dito su dal mento al naso (Dante)] ≈ [→ ACCIÒ]. ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...