vengiare
v. tr. [dal fr. (ant.) venger, che è il lat. vĭndĭcare] (io véngio, ecc.), ant. – Vendicare, e, nel rifl., vendicarsi: colui che si vengiò con li orsi (Dante, riferendosi al profeta Ezechiele); [...] se in loro ... potessi le mie ire v., io il farei sanza fallo (Boccaccio). ◆ Anticam. si usarono anche i der. vengianza «vendetta» (dal fr. vengeance), vengiatóre e vengiatrice «vendicatore, vendicatrice» ...
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orezza
oréżża s. f. – Variante ant. di orezzo, usata da Dante (Purg. XXIV, 150) nel senso di auretta, lieve soffiar di vento: Tal mi senti’ un vento dar per mezza La fronte, e ben senti’ mover la piuma, [...] Che fé sentir d’ambrosïa l’orezza, fece sì che l’orezza odorasse d’ambrosia. Un altro esempio è in Purg. I, 123: là ’ve la rugiada Pugna col sole, per essere in parte Dove, ad orezza, poco si dirada (così ...
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conoscente
conoscènte s. m. e f. e agg. [part. pres. di conoscere]. – 1. s. m. e f. Persona che ci conosce ed è da noi conosciuta; persona con cui, pur non essendo amici, si ha una certa familiarità: [...] fra il c. e il conosciuto, fra il c. e il conoscibile. 3. agg., ant. o letter. a. Consapevole: Già dal principio c. e chiaro Dell’esser tuo, dell’arti e delle frodi (Leopardi). b. Riconoscente, grato: si mostri c. inver lo benefattore (Dante). ...
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inghirlandare
v. tr. [der. di ghirlanda]. – Ornare con ghirlanda o ghirlande: i Greci, a mensa, s’inghirlandavano il capo. Fig., circondare, ornare come di una ghirlanda: una valle ridente inghirlandata [...] di poggi; quella banda De la cornice onde cader si puote, perché da nulla sponda s’inghirlanda (Dante), da nessun lato è cinta da riparo; a inghirlandar le tazze or m’apparecchio (Redi), a riempirle di vino fino all’orlo. ...
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ringhioso
ringhióso agg. [der. di ringhiare]. – Che ringhia facilmente o abitualmente: mastino r.; Botoli ... Ringhiosi più che non chiede lor possa (Dante); con ... il piglio provocatorio di un pomero [...] in attitudine ringhiosa (Palazzeschi). In usi fig., di persona facile a irritarsi e a minacciare o che si comporta in modo aggressivo, aspro e sgarbato: un guardiano r.; quella vecchia r. non la sopporto ...
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scandalo
scàndalo (pop. scàndolo) s. m. [dal lat. tardo scandălum, gr. σκάνδαλον «ostacolo, inciampo, insidia»]. – 1. a. Turbamento della coscienza e della serenità altrui, provocato da azione, contegno, [...] ant. Discordia, causa di discordia: E tutti li altri che tu vedi qui, Seminator di scandalo e di scisma Fuor vivi (Dante); commettere tra amici e parenti... inimicizie e scandali (Boccaccio); ella ha messo scandolo infra la donna e ’l marito per modo ...
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impegolare
v. tr. [der. di pegola] (io impégolo, ecc.). – In senso proprio, sinon. pop. di impeciare, cioè spalmare, impiastrare (e, al rifl., impiastrarsi, sporcarsi) di pece: i. lo scafo di un’imbarcazione; [...] Li arruncigliò le ’mpegolate chiome E trassel sù (Dante). Più com. oggi in senso fig., al rifl., cacciarsi in imbrogli, in faccende moleste e intricate, o stringere rapporti dannosi alla propria reputazione, e sim.: si è impegolato nei guai fino agli ...
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fondo1
fóndo1 agg. [lat. fŭndus sost. (v. fondo2), raccostato a profundus]. – 1. Profondo: un pozzo molto f.; vasca f. due metri; piatto f., scodella, fondina. 2. estens. Fitto, spesso: per la selva [...] f. (Dante); notte f., molto buia; a notte f., a notte inoltrata. ...
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conoscenza
conoscènza (ant. cognoscènza o cognoscènzia e canoscènza) s. f. [dal lat. tardo cognoscentia, der. di cognoscĕre «conoscere»]. – 1. a. L’atto del conoscere una persona, dell’apprendere una [...] .; serbare, riprendere, riacquistare la c.; tutta morta Fia nostra conoscenza da quel punto Che del futuro fia chiusa la porta (Dante). In partic., teoria della c. (detta anche gnoseologia), ramo della filosofia che indaga sui valori e i limiti della ...
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fondo2
fóndo2 s. m. [lat. fŭndus]. – 1. a. La parte inferiore di una cosa, e spec. di un recipiente o d’altra cavità: il f. della bottiglia, della botte, di un bicchiere; bere, vuotare un fiasco fino [...] a li occhi suoi ardeva un riso Tal, ch’io pensai co’ miei toccar lo fondo De la mia gloria e del mio paradiso (Dante). Locuz. avv. in fondo, alla fine, in conclusione, tutto sommato: in f., sei tu che ci rimetti; ripetuto: in f. in f., avevi ragione ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...