potesta1
potestà1 (letter. podestà; ant. potestate, potestade, podestate) s. f. [dal lat. potestas -atis, der. di potis «che può, potente»]. – 1. a. Potere, autorità inerente a una carica, o piuttosto [...] o no; poniam che di necessitate Surga ogne amor che dentro a voi s’accende, Di ritenerlo è in voi la podestate (Dante); avere p. sopra qualcuno; avere, tenere in propria p., in propria balìa; essere, mettersi, mettere, venire in p. di qualcuno. 2 ...
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parete
paréte s. f. (ant. m.) [lat. volg. pares -ètis, per il class. paries -iĕtis]. – 1. a. Nelle costruzioni, elemento verticale, piano o curvo, di un edificio, con prevalente funzione di separare [...] , impedimento: Dinne com’è che fai di te parete Al sol, pur come tu non fossi ancora Di morte intrato dentro da la rete (Dante). E in senso più astratto (più com. muro): una p. di odio, di diffidenza; s’era formata tra loro una p. di silenzio; li ...
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sottile
agg. [lat. subtīlis, der. della locuz. sŭb tela, termine dei tessitori, propr. «che passa sotto l’ordito»]. – 1. a. Che ha un diametro o uno spessore relativamente piccolo, o più piccolo del [...] , ragionamento s.; fare una s. distinzione; io discioglierò ’l forte legame in che ti stringon li pensier sottili (Dante); anche, fine, escogitato con acuto ingegno: il Fortarrigo, in una sottil malizia entrato, ... (Boccaccio); spesso, che è troppo ...
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cosa
còsa s. f. [lat. causa «causa», che ha sostituito il lat. class. res]. – 1. È il nome più indeterminato e più comprensivo della lingua italiana, col quale si indica, in modo generico, tutto quanto [...] si vede: nel mio viaggio ho ammirato c. bellissime; Nel ciel ... vidi cose che ridire Né sa né può chi di là sù discende (Dante). h. Quanto è oggetto del pensiero, della conoscenza: sa pochissime c. e male; avere il pensiero fisso a una c.; non è c ...
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pargolo
pàrgolo s. m. e agg. [lat. parvŭlus, dim. di parvus «piccolo»; cfr. parvolo], letter. – 1. s. m. (f. -a) Fanciullo, bambino: la maggiore parte de li uomini vivono secondo senso e non secondo [...] ha un figlio ancora p.; anche, non sviluppato, imperfetto, immaturo: non è p. uomo pur per etade, ma per costumi disordinati e per difetto di vita (Dante); la forza p. di Dore (Pascoli). ◆ Dim. pargolétto, usato in genere con tono vezz. (v. la voce). ...
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pari1
pari1 (ant. pare) agg. [lat. par paris]. – 1. a. Uguale ad altra persona o cosa nella qualità determinata dal complemento, o uguale in genere: siamo p. d’età, di statura, di forza; le due colonne [...] che uno sopravanzi l’altro: camminavano del p.; Di p., come buoi che vanno a giogo, M’andava io con quell’anima carca (Dante); con questo sign., si usò anche il semplice pari, avverbialmente: Allor si mosse contra ’l fiume, andando Su per la riva; e ...
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nominare
v. tr. [dal lat. nominare «dare un nome; citare; eleggere», der. di nomen -mĭnis «nome»] (io nòmino, ecc.). – 1. a. Indicare con un nome, chiamare, sia nel senso di imporre il nome a persona [...] la persona così chiamata, che ha questo nome; ma anche nella lingua ant.: con ciò sia cosa che li nomi seguitino le nominate cose (Dante), le cose cioè che hanno tali nomi. In usi region., di persona o di cosa di cui si parla molto, che ha vasta fama ...
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vaneggiare
v. intr. [der. dell’agg. vano] (io vanéggio, ecc.; aus. avere). – 1. a. Vagare con la mente in pensieri che non hanno contatto con la realtà; pensare e dire cose sconnesse, farneticare, per [...] a. Aprirsi di un vuoto, di una cavità: Nel dritto mezzo del campo maligno Vaneggia un pozzo assai largo e profondo (Dante); vedevo nella terra verde v. una fossa (A. Baldini). b. Riuscire vano, restare senza effetto: Quivi dei corpi l’orrida mistura ...
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poverello
poverèllo agg. e s. m. (f. -a) [dim. di povero]. – Misero, disgraziato (sign., ormai ant., che comporta una sfumatura di compassione): la p. Italia a tanti barbari lasciata in preda (P. F. [...] , che vive in povertà: nessuno provvede a quei p.; escono i cani a dosso al poverello Che di subito chiede ove s’arresta (Dante); all’entrare, si sentì preso da quella suggezione che i p. illetterati provano in vicinanza d’un signore e d’un dotto ...
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stesso
stésso agg. [lat. iste ĭpse, accus. istum ĭpsum]. – 1. Sinon. più frequente di medesimo per esprimere identità; quindi: a. Che è proprio quello, che non è diverso o altro da quello di cui si parlava [...] per analogia di forme pronominali della terza pers. sing. egli, quegli, questi: Così disse ’l maestro; ed elli stessi Mi volse, Dante). In casi obliqui: ne parlerò con lui s., con lui in persona; lo chiedo a voi stessi, proprio a voi. In costruzioni ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...