terzo
tèrzo agg. num. ord. e s. m. [lat. tertius, der. di tres «tre»]. – 1. agg. a. Che, in una sequenza ordinata, occupa il posto corrispondente al numero tre, viene cioè dopo altri due (in cifre arabe [...] t. via; Ahi come facean lor levar le berze A le prime percosse! già nessuno Le seconde aspettava né le t. (Dante); spesso i primi due elementi sono indicati non con numerali ordinali ma con pron. indefiniti: in Trivigi giunsero tre nostri cittadini ...
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stato2
stato2 s. m. [lat. status -us «condizione, posizione, stabilità» (der. di stare «star fermo»)]. – 1. Lo stare, lo star fermo (in contrapp. a moto, movimento), nelle espressioni del linguaggio [...] essere o non essere in s. d’intendere e di volere); e dissi allora uno sonetto, lo quale narra del mio s. (Dante). Determinando: essere in uno s. di euforia; vivere in uno s. di continua ansia, ecc. f. Condizione spirituale o morale-religiosa: essere ...
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serafino
s. m. (ant. e poet. sèrafo) [dal lat. crist. Serăphīm e Serăphīn, gr. Σεραϕίμ, dall’ebr. śĕrāfīn, plur., letteralm. «ardenti» (der. del verbo sāraf «ardere»)]. – 1. Nell’Antico Testamento, ognuno [...] alto della prima gerarchia: Quel serafin che ’n Dio più l’occhio ha fisso (Dante); e nella forma serafo: i cerchi primi T’hanno mostrato Serafi e Cherubi (Dante). 2. Nel linguaggio della moda, maglietta o camicetta, maschile o femminile, a girocollo ...
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indulgere
indùlgere v. tr. e intr. [dal lat. indulgēre, di origine incerta] (io indulgo, tu indulgi, ecc.; pass. rem. indulsi, indulgésti, ecc.; part. pass. indulto). – 1. tr., ant. Concedere benignamente: [...] , senza severità (cfr. indulgente): lietamente a me medesma indulgo La cagion di mia sorte, e non mi noia (Dante). 2. intr. (aus. avere) Acconsentire, essere condiscendente, secondare: i. ai capricci dei bambini, alle richieste dei dipendenti. Per ...
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perpetuale
perpetüale agg. [dal lat. perpetualis, der. di perpetuus «perpetuo»], ant. – Perpetuo, perenne, eterno: a p. infamia e depressione de li malvagi uomini d’Italia (Dante). ◆ Avv. perpetual(e)ménte, [...] perpetuamente, per l’eternità: Perpetualemente «Osanna» sberna (Dante), con riferimento alla seconda gerarchia angelica che «sverna», cioè, in senso fig., «canta» un eterno inno di lode a Dio. ...
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nobile
nòbile agg. e s. m. e f. [dal lat. nobĭlis, propr. «noto, che deve esser noto», der. di noscĕre «conoscere»]. – 1. agg. a. Di persona o famiglia che per nascita o per investitura sovrana appartiene [...] ne costituisse l’aristocrazia: città, nazione, gente fra le più n.; i n. studî umanistici; al piè d’un n. castello (Dante); in partic., piano n., nelle case gentilizie, quello riservato alla famiglia, alle feste, ai ricevimenti, e ora, nell’uso com ...
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indurre
(ant. indùcere) v. tr. [lat. inducĕre, comp. di in-1 e ducĕre «condurre»] (coniug. come addurre; part. pass. indótto, ant. indutto]. – 1. Propr., far penetrare, quindi destare, suscitare in altri [...] (V. Monti). b. Introdurre in una narrazione, in un’azione scenica o sim.; fig.: Degno è che, dov’è l’un, l’altro s’induca (Dante), che dove si ricorda o si fanno le lodi di uno dei due santi (s. Francesco e s. Domenico), si parli anche dell’altro. c ...
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orbo
òrbo agg. [lat. ŏrbus «privo»]. – 1. Cieco, privo della vista; per lo più sostantivato: Lo mento a guisa d’orbo in su levava (Dante); Vommene in guisa d’orbo, senza luce (Petrarca); un povero o.; [...] , dati alla cieca. In senso fig., privo di senno, di giudizio, di discernimento: Vecchia fama nel mondo li chiama orbi (Dante, riferendo il giudizio espresso da B. Latini sui Fiorentini); Ahi orbo mondo, ingrato! (Petrarca). 2. letter. Privo, privato ...
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beato
agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. beatus, propr. part. pass. di beare]. – 1. Che gode o si suppone e si spera che goda la visione di Dio in paradiso: le anime b.; gli angeli b.; E vederai color che [...] , che è causa di felicità o appartiene a chi è beato: il b. regno, il paradiso; Venni qua giù del mio b. scanno (Dante); la b. gioventù vien meno (Leopardi); giorni, momenti b.; ricordi b.; fare vita b.; prov., poca brigata, vita b., quando si è in ...
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sereno
seréno agg. e s. m. [dal lat. serenus, propr. «asciutto, secco», quindi «sgombro di nuvole, limpido», detto del cielo]. – 1. agg. Senza nuvole; limpido, terso, riferito propriam. al cielo e, per [...] Nel linguaggio poet., spec. ant., anche al plurale: Quale per li seren tranquilli e puri Discorre ad ora ad or sùbito foco (Dante); come ne’ lucidi s. sono le stelle ornamento del cielo (Boccaccio); e in senso tra proprio e fig.: col pensiero Quasi a ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...