pingere2
pìngere2 (ant. pìgnere) v. tr. [tratto da spingere, con aferesi della s- iniziale] (coniug. come il prec.), ant. o poet. – Spingere, sospingere: Corda non pinse mai da sé saetta Che sì corresse [...] all’uscio della cella, e quello, dall’altre aiutata, pinse in terra (Boccaccio). Nell’intr. pron., pingersi, spingersi, cioè andare avanti, inoltrarsi: E io, seguendo lei, oltre mi pinsi (Dante). ◆ Part. pass. pinto, spinto, solo con uso verbale. ...
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fuio
fùio agg. [lat. *fūrius, der. di fur «ladro»], ant. – Ladro: Non è ladron, ne io anima f. (Dante); fig.: nulla Voglia di sé a te puot’ esser f. (Dante), può esser ladra di sé stessa a te, quindi [...] può esserti celata, rimanerti segreta ...
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ciglio
cìglio s. m. [lat. cĭlium «palpebra» poi «ciglio»] (pl. le cìglia, femm., nel sign. proprio e in alcuni dei sign. derivati; i cigli, masch., nel sign. 4 e pop. o letter. anche nel sign. proprio). [...] le c. (v. aggrottare); Biondo era e bello e di gentile aspetto, Ma l’un de’ cigli un colpo avea diviso (Dante). c. poet. Occhio, sguardo: il c. mio Supplichevol vedesti (Leopardi); Le avverse forze tremano Al mover del suo c. (Manzoni); aguzzare ...
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rimanere
rimanére v. intr. [lat. remanēre, comp. di re- e manēre «restare»] (io rimango, tu rimani, ... essi rimàngono; pass. rem. rimasi o rimaṡi, rimanésti; fut. rimarrò; cong. pres. rimanga; condiz. [...] in città per tutta l’estate; se io vo, chi rimane? se io rimango, chi va? (Boccaccio), frase che avrebbe detto Dante, quando gli si offriva di andare ambasciatore a Roma; lo pregò di rimanergli accanto; con compl. predicativo o modale: r. sbalordito ...
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onranza
(e orranza) s. f. – Varianti ant. (per sincope) di onoranza, onore, segno d’onore: Questi chi son c’hanno cotanta onranza, Che dal modo de li altri li diparte? (Dante); E tu in grande orranza [...] non ne sali (Dante). ...
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supremo
suprèmo (ant. supprèmo) agg. [dal lat. supremus, superl. di supĕrus «superiore, che sta sopra»]. – 1. letter. Che sta nel posto più alto, che è al di sopra di ogni altra cosa: Poi che noi fummo [...] ’Ente s.; il s. ordinatore dell’universo; tale eclissi credo che ’n ciel fue, Quando patì la supprema possanza (Dante), quando Gesù Cristo fu crocifisso. Con riferimento a ordinamenti gerarchici o a posizioni di effettiva preminenza: il capo s. dello ...
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portare
v. tr. [lat. pŏrtare, affine a porta «porta1» e a portŏs -us «porto3»] (io pòrto, ecc.). – 1. a. Reggere, sostenere su di sé un oggetto (o un peso qualsiasi), di solito mentre si compie un movimento, [...] 6 fa 13, scrivo il 3 e porto l’1, ecc. i. ant. Importare, recare giovamento: o frate, l’andar su che porta? (Dante). 4. Con avverbî: p. avanti, far avanzare, far progredire, svolgere: p. avanti un’azione, un’iniziativa, un discorso; p. (o tirare) in ...
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livido
lìvido agg. [dal lat. livĭdus, der. di livere «essere livido»]. – 1. a. Di colore fra violaceo e verdastro; è la tinta caratteristica dell’ecchimosi cutanea recente, della cute cianotica e anche [...] tra il plumbeo e il verdastro, e comunque non bello: Al nocchier de la l. palude (Dante), dell’Acheronte; Col l. color de la petraia (Dante); Stendonsi livide l’acque in linea lunga che trema (Carducci); corsi nuovamente per le strade deserte ...
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finire
v. tr. e intr. [lat. fīnīre, der. di finis «limite; cessazione»] (io finisco, tu finisci, ecc.). – 1. tr. a. Condurre a fine, a termine, a compimento: f. un lavoro, un articolo, un disegno; f. [...] finitura); ant., portare alla perfezione, al più alto grado: L’ardor del desiderio in me finii (Dante); Non perch’io creda sua laude finire (Dante), dire pienamente le sue lodi. c. Ridurre all’estremo, consumare interamente: f. un patrimonio; f. le ...
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paradiso2
paradiṡo2 s. m. [dal lat. paradisus (che solo nel lat. tardo, della Chiesa, acquista le accezioni rimaste poi tradizionali), e questo dal gr. παράδεισος «giardino, parco», voce d’origine iranica: [...] mi fu allor come ogne dove In cielo è paradiso, etsi la grazia Del sommo ben d’un modo non vi piove (Dante). Anche, condizione di vita felice, stato di grande benessere, e sim.: essere, sentirsi in p., pienamente felice e soddisfatto; avere, trovare ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...