sternere
stèrnere v. tr. [dal lat. sternĕre] (io stèrno, ecc.), ant. – Distendere a terra, spianare; in senso fig., chiarire, spiegare: Tal vero a l’intelletto mïo sterne Colui che mi dimostra il primo [...] amore (Dante); anche nell’intr. pron. sternersi: hai voler che si ricerna In sì aperta e ’n sì distesa lingua Lo dicer mio, ch’al tuo sentir si sterna (Dante), che si appiani, si adatti alla tua facoltà di intendere. ...
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trasandare
traṡandare (ant. transandare) v. tr. e intr. [comp. di tra(n)s- e andare] (nel sign. 1, ha coniug. regolare; nel sign. 2 segue la coniug. di andare). – 1. tr. a. non com. Trascurare, nel senso [...] : a questa etade è necessario d’essere rifrenato [= frenato, cioè trattenuto, o corretto], sì che non transvada (Dante); quantunque ..., sì come i giovani amanti molto spesso fanno, trasandasse (Boccaccio); noi trasandiamo nella vita e nei costumi ...
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proprio
pròprio (pop. pròpio) agg. e avv. [dal lat. proprius, prob. dalla locuz. pro privo «a titolo privato, personale»]. – 1. a. Che appartiene a una determinata persona, che è veramente suo e non [...] cose: non è questo il luogo più p. per simili discorsi; mercé del loco Fatto per proprio de l’umana spece (Dante), il paradiso terrestre, creato apposta da Dio per conveniente e perfetta dimora dell’uomo. In funzione di predicato nominale, con valore ...
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donneare
v. intr. [dal provenz. domneiar, der. del lat. dŏmĭna, dŏmna: v. donna] (io donnèo, ecc., ma le forme del pres. indic. e cong. sono rare), ant. – Trattenersi in conversazione, amichevole o galante [...] : e la badessa e le suore li veniano incontro e, in sul d., quella che più li piacesse, quella il servia (Novellino); non moveriano il piede Per d. a guisa di leggiadro (Dante); anche fig.: La mente innamorata, che donnea Con la mia donna sempre ...
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diletto2
dilètto2 (ant. delètto) s. m. [der. di dilettare]. – 1. Piacere, sentimento d’intima gioia e soddisfazione; è voce meno pop. che piacere e indica in genere un piacere più duraturo, meno vivo [...] d.; prendere, prendersi d. di qualche cosa, goderne, trarne motivo di piacere; Noi leggiavamo un giorno per diletto Di Lancialotto (Dante); nell’uso com., fare una cosa, attendere a un’occupazione per d., per nessun altro fine che per il piacere che ...
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donno
dònno s. m. [lat. dŏmĭnus «signore, padrone», lat. volg. dŏmnus], ant. – Signore: ebbe i nemici di suo d. in mano (Dante); Teodorico, pur essendo signore o d. e re, non fuse i suoi con gl’italici [...] (Pascoli). Anche come appellativo (con l’uso e il sign. che fu proprio di messere, e passerà poi, in parte, alla forma tronca don): Usa con esso d. Michel Zanche (Dante). ...
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terminare
v. tr. e intr. [dal lat. terminare, der. di termĭnus «confine, limite»] (io tèrmino, ecc.). – 1. tr. a. Finire, ultimare, portare a termine, a compimento: ha terminato gli studî; il lavoro [...] -i; l’esametro termina con uno spondeo. Nell’uso ant., con la particella pron.: Là ’ve ogne ben si termina e s’inizia (Dante), in Dio, dove ha principio e fine ogni bene. ◆ Part. pres. terminante, per lo più con valore verbale: parole terminanti in ...
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cieco
cièco agg. e s. m. (f. -a) [lat. caecus] (pl. m. -chi). – 1. a. Privo della vista, dell’uso degli occhi: diventare c.; essere c. dalla nascita; c. da un occhio; non sono mica c., per affermare [...] poi riconoscerlo. 2. Usi fig. a. Privo del lume della ragione, della vista morale: Lo mondo è c., e tu vien ben da lui (Dante); o che ha la mente annebbiata, turbata: c. dalla passione, dalla gelosia, c. d’ira, di rabbia; o che non vede, non capisce ...
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trascorrere
trascórrere (letter. ant. transcórrere) v. tr. e intr. [dal lat. transcurrĕre, comp. di trans- «trans-» e currĕre «correre»] (coniug. come correre). – 1. tr. a. letter. Correre, o anche soltanto [...] mia vita bando (Poliziano). Passare, con la mente o col racconto, ad altro argomento: Però trascorro a quando mi svegliai (Dante); e per indicare un passaggio rapido, lieve: la fantasia trascorre da un’immagine all’altra, da un sogno all’altro. c ...
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davanti
(ant. davante) avv., agg., s. m. [lat. de ab ante]. – 1. avv. a. Indica la posizione di persona o cosa che si trovi nella direzione dello sguardo rispetto a chi parla o rispetto a un punto da [...] stato, non moto. Nell’uso ant. ebbe tuttavia il valore temporale di avanti, prima: E vidi poi, ché nol vedea davanti (Dante); la dolcezza e il piacere, il quale io v’ho davanti promesso (Boccaccio). b. Con valore di preposizione, seguito da a (o ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...