valle
s. f. [lat. vallis (o valles) -is]. – 1. In geografia fisica, forma concava del suolo costituita da due opposti pendii (fianchi o pareti) che si incontrano in basso lungo una linea (filone di v.) [...] quanto sede di dolore per l’uomo; anche assol.: Al passar questa valle Piacciavi porre giù l’odio e lo sdegno (Petrarca). In Dante, la parola è più volte adoperata per indicare le bolge infernali o l’inferno stesso, e una volta (Par. IX, 82) anche il ...
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giorno
giórno s. m. [lat. tardo diŭrnum (tempus), dall’agg. diurnus «giornaliero», der. di dies «giorno»]. – 1. In astronomia, intervallo di tempo entro il quale la rotazione della Terra attorno al proprio [...] sopravvenire della notte: Lo g. se n’andava, e l’aere bruno Toglieva li animai che sono in terra Da le fatiche loro (Dante); Cantando vai finché non more il g. (Leopardi). In usi fig., e come termine di confronto: vedere la luce del g., uscire alla ...
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ruota
ruòta (region. o ant. e letter. ròta) s. f. [lat. rôta]. – 1. Organo meccanico a forma di disco, che può ruotare attorno a un asse passante per il suo centro e contemporaneamente, in taluni casi, [...] oggetto: la r. del sole, della luna piena; nocchier de la livida palude, Che ’ntorno a li occhi avea di fiamme rote (Dante); fare la r., di tacchini, pavoni, ecc. che rizzano le penne della coda disponendole a forma di ventaglio, e, fig., di persona ...
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messere
messère s. m. [dal provenz. meser «mio signore»; v. sere]. – Titolo di dignità assai comune un tempo, che spettava di norma a giudici e notai, ma era usato anche, per rispetto e riverenza, come [...] senza articolo se nome proprio, per lo più con l’articolo interposto se nome comune: Vidi messer Marchese (Dante); messer Cino e Dante (Petrarca); per ciò che divotissimi tutti vi conosco del baron messer Santo Antonio (Boccaccio; e nel Decameron si ...
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ragionare
v. intr. [der. di ragione] (io ragióno, ecc.; aus. avere). – 1. a. ant. Discorrere, conversare, parlare: incominciarono a r. delle virtù di diverse pietre (Boccaccio); Né teco le compagne ai [...] dì festivi Ragionavan d’amore (Leopardi); e in senso fig.: Amor che ne la mente mi ragiona De la mia donna (Dante). Questo sign. generico non è però morto nell’uso (soprattutto tosc.), spec. in determinate locuz.: r. del più e del meno; si fa così, ...
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ragna
s. f. [lat. aranea «ragno, ragnatela»; v. ragno]. – 1. a. ant. Ragno: O folle Aragne, sì vedea io te Già mezza ragna (Dante), già parzialmente trasformata in ragno. b. Ragnatela: Come ragne fra [...] la r., cadere nella r.; Tal signoreggia e va con la testa alta, Che già per lui carpir si fa la r. (Dante); la mia foga proveniva anche dal desiderio di sfondare la trista r. ordita da quel laido vecchio (Pirandello). b. Nell’attrezzatura navale ...
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giovare
v. intr. e tr. [lat. iŭvare] (io gióvo, ecc.). – 1. a. intr. (aus. avere; con sogg. di cosa anche essere) Recare utilità, beneficio, essere vantaggioso: il moto giova alla salute; sono rimedî [...] lo stesso sign. dell’intr.: Facesti come quei che va di notte, Che porta il lume dietro e sé non giova (Dante). 2. Con la particella pron., giovarsi, seguito dalla prep. di: a. Valersi, servirsi utilmente, sfruttare a proprio vantaggio: giovarsi di ...
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specchiare
v. tr. [der. di specchio] (io spècchio, ecc.). – 1. ant. o letter. Rispecchiare, riflettere; usato solo nel part. pass.: specchiati sembianti (Dante); felicità silenziosa Specchiata nel giro [...] ti ci puoi specchiare; lo scaglion primaio, Bianco marmo era sì pulito e terso, Ch’io mi specchiai in esso qual io paio (Dante); Narcisso al rio si specchia come suole (Poliziano); Demetrio ... si specchiò in una vetrina e non si riconobbe subito (De ...
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ci1
ci1 pron. e avv. [lat. tardo hīce per hīc «qui»]. – 1. pron. pers. Si considera vera particella pronominale solo quando concorre alla declinazione del pron. pers. noi, come compl. oggetto (egli ci [...] ’era da rompersi il collo. b. Da questo, da quel luogo (non com.): come farà ad uscirci?; Trasseci l’ombra del primo parente (Dante). c. Per questo, per quel luogo: ci passo spesso; ci corre sopra la ferrovia (dove peraltro l’idea del passaggio, dell ...
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segreto1
segréto1 (letter. o dial. secréto) agg. [lat. secrētus, propr. part. pass. di secernĕre «separare, appartare»]. – 1. letter. Appartato, nascosto, che si tiene o viene tenuto in disparte: Ora [...] sen va per un secreto calle ... Lo mio maestro (Dante); gemeranno gli antri Secreti, e tutta narrerà la tomba Ilio raso due volte (Foscolo); il secreto usignuolo entro le fronde (Carducci), che sta nascosto nel fogliame; Spillò la botte d’un segreto ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...