richiudere
richiùdere v. tr. [comp. di ri- e chiudere] (coniug. come chiudere). – 1. Chiudere di nuovo: spalancò gli occhi e li richiuse quasi subito. 2. Chiudere quel che era (o si era) aperto ma che [...] dietro di loro; la ferita stenta a richiudersi ...; E la prora ire in giù, com’altrui piacque, Infin che ’l mar fu sovra noi richiuso (Dante). 3. letter. Chiudere cingendo o limitando: ciò non pensa la turba presente Che Tagliamento e Adice richiude ...
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voi
vói (ant. e poet. vui) pron. pers. pl. [lat. vōs]. – È il pronome di seconda persona plurale, usato cioè dalla persona che parla quando si riferisce ad altre persone realmente o idealmente presenti; [...] del voi a qualcuno; passare dal voi al tu, cessare di dare del voi e dare invece del tu; siete voi qui, ser Brunetto? (Dante); signor mio, se a voi aggrada, voi potete a una ora a voi fare grandissimo onore, e a me ... grande utile (Boccaccio); «Voi ...
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vicino
agg., s. m. e avv. [lat. vicīnus, der. di vicus «rione, borgo, villaggio»; propr. «che appartiene allo stesso vicus»]. – 1. agg. a. Che è relativamente a poca distanza rispetto al luogo in cui [...] cristiana che ha questa parola): importunare il v., essere invidioso del v.; È chi, per esser suo vicin soppresso, Spera eccellenza (Dante), c’è chi spera di trarre profitto e salire in auge per la morte di altra persona. b. ant. Concittadino: nelle ...
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meschino
agg. [dall’arabo miskīn «povero, indigente»]. – 1. letter. Infelice, sventurato, che si trova in misero stato; esprime in genere commiserazione: povero e m. fu d’Atene cacciato (Boccaccio); [...] e servitù: Ne la sembianza mi parea meschino, Come avesse perduto segnoria (Dante). Quindi, come sost., servo, sottoposto: le meschine De la regina de l’etterno pianto (Dante), le Erinni, ancelle di Proserpina o Ecate. 3. Nell’uso com. odierno ...
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lacrimare
(o lagrimare) v. intr. [lat. lacrĭmare] (io làcrimo o làgrimo, ecc.; aus. avere). – 1. Versare lacrime: ha un occhio che gli lacrima; il fumo mi fa l. gli occhi; in partic. nel pianto: si mise [...] compiangere, rimpiangere: La faccia tua, ch’io lagrimai già morta (Dante); Ei lagrimò doglioso La beltà, che, perduta, anco l’accende implorato, desiderato con le lacrime: De la molt’anni lagrimata pace (Dante); ai lacrimati occhi materni (Carducci). ...
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disserrare
(ant. diserrare) v. tr. [comp. di dis-1 e serrare] (io dissèrro, ant. disèrro, ecc.), letter. – 1. Aprire quel ch’era serrato, o aprire in genere: Lo ciel poss’io serrare e diserrare (Dante); [...] vita il cor più si disserra (Carducci). 2. a. Fare uscir fuori, e fig. manifestare: Con quello aspetto che pietà diserra (Dante). Nel rifl., uscire, liberarsi, sprigionarsi e sim.: Né lieto più del carcer si diserra Chi ’ntorno al collo ebbe la corda ...
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frangere
fràngere (ant. fràgnere) v. tr. [lat. frangĕre] (io frango, tu frangi; pass. rem. fransi, frangésti, ecc.; part. pass. franto). – Rompere, spezzare; nel linguaggio corrente, è usato solo nell’espressione [...] (Ungaretti). Usi estens. e fig.: Donna è gentil nel ciel che si compiange Di questo ’mpedimento ov’io ti mando, Sì che duro giudicio là sù frange (Dante), ne vince la durezza, lo rende più mite; Di questa costa, là dov’ella frange Più sua rattezza ...
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tromba
trómba s. f. [da un germ. *trumba, voce di origine onomatopeica]. – 1. a. Strumento a fiato, d’ottone, a bocchino, in uso con forme diverse fin dall’antichità più remota per segnali e quindi, [...] dal suon de l’angelica tromba, Quando verrà la nimica podesta (Dante, con riferimento all’anima di Ciacco); Col corpo morto il vivo voi suoni la tromba, Però che ne la terza bolgia state (Dante); ancora in uso, con tono enfatico, dare fiato alle t., ...
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orizzon
oriżżòn (e oriżżónta) s. m. – Varianti letter. ant. di orizzonte (la forma orizzonta riproduce l’accus. greco ὁρίζοντα): amendue hanno un solo orizzòn E diversi emisperi (Dante); era sparso il [...] tenebroso rezzo De l’orizzon fin all’estreme sponde (Ariosto); i Pesci guizzan su per l’orizzonta (Dante). ...
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volere1
volére1 s. m. [uso sostantivato dell’infinito volere]. – Sinon. di volontà (che è voce più pop., e di uso più largo): Lume v’è dato a bene e a malizia, E libero voler (Dante); eseguire il v., [...] essere ossequente al v. di ...; secondo il tuo v.; Or va, ch’un sol v. è d’ambedue (Dante); anche con riferimento a una volontà soprannaturale: sia fatto il v. di Dio. Frequente il plur.: concordia di voleri; rassegnarsi ai v. divini. Come locuz. avv ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...