gusto
s. m. [lat. gustus -us; nel sign. 3 b, deverbale di gustare]. – 1. Uno dei cinque sensi di cui l’uomo è dotato: è il senso specifico esercitato attraverso gli organi gustativi o organi del g. (papille [...] divorò tutto il pranzo con gran gusto. b. ant. Assaggio, anche in senso fig.: se la voce tua sarà molesta Nel primo g. (Dante). 4. Usi fig.: a. Piacere, sentimento di intima soddisfazione: ci ho g. a sentire che anche lui è nei guai; vorrei prendermi ...
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fervere
fèrvere v. intr. [dal lat. arc. e pop. fervĕre, class. fervēre] (difett. del part. pass. e quindi anche dei tempi comp.), letter. – 1. a. Essere cocente, scottare: mentre che ’l sol ferve (Dante). [...] , quando l’ardor più ferva De la battaglia (T. Tasso). Meno com. di sentimenti (ma cfr. fervente): d’amar la dolcezza [cioè: la dolcezza di amare Dio] Diversamente in essa ferve e tepe (Dante). ◆ Part. pres. fervènte, anche come agg. (v. la voce). ...
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maligno
agg. [dal lat. malignus «cattivo», comp. di malus «cattivo» e tema di gignĕre «generare», quindi propr. «di cattiva natura» (cfr. benigno)]. – 1. a. In genere, cattivo, malvagio, che ha una naturale [...] ad altri: un uomo perfido e m., d’indole m., d’animo m.; quello ingrato popolo maligno Che discese di Fiesole ab antico (Dante, con allusione ai Fiorentini); spirito m., e per antonomasia il m., o il M., il demonio (le tentazioni del M.; per opera ...
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ribrezzo
ribréżżo (ant. ripréżżo) s. m. [der. di brezza, col pref. ri-]. – 1. ant. Brivido provocato dal freddo o dalla febbre: vid’io mille visi cagnazzi Fatti per freddo; onde mi vien riprezzo, E verrà [...] ); Qual è colui che sì presso ha ’l riprezzo De la quartana ... E triema tutto (Dante); ricominciava a sentire, non ostante il sole, il ribrezzo della febbre che l’assaliva (Capuana). 2. Moto improvviso e violento di repulsione o di schifo, d’orrore ...
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allettare1
allettare1 v. tr. [lat. allectare, forma intens. di allicĕre «attrarre», part. pass. allectus] (io allètto, ecc.). – 1. Attrarre con lusinghe, con promesse, con inviti, con mezzi di seduzione [...] . Accogliere in sé (un sentimento): Perché tanta viltà nel core allette? (Dante); nell’intr. pron., accogliersi: Ond’esta oltracotanza in voi s’alletta? (Dante). ◆ Part. pres. allettante, anche come agg., attraente, invitante: una prospettiva, una ...
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ferza
fèrza (o fèrsa) s. f. – Forma ant. e poet. per sferza: Vidi demon cornuti con gran ferze (Dante); anche fig., soprattutto per indicare l’ardore infuocato dei raggi del sole: sotto la gran fersa [...] Dei dì canicular (Dante); soffriva per certo la fersa del sole (Pascoli). ...
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malizia
malìzia s. f. [dal lat. malitia, der. di malus «malvagio»]. – 1. a. Tendenza, inclinazione a commettere il male consapevolmente: la m. del demonio; l’intenzione stessa, la volontà di fare il [...] ; essere esperto di tutte le m. del gioco. 3. ant. Condizione di malattia, di infezione, di corruzione: Quando fu l’aere sì pien di malizia, Che li animali ... Cascaron tutti (Dante). ◆ Dim. maliziétta; dim. o spreg. maliziùccia; pegg. maliziàccia. ...
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torto2
tòrto2 s. m. [uso sostantivato dell’agg. prec.; propr. «ciò che non è retto, che non è giusto»]. – 1. Il contrario di diritto1, quindi azione ingiusta, ingiuriosa, colpevole: pensa ch’i’ sono [...] cherubini Li disse: «Non portar: non mi far torto. Venir se ne dee giù tra ’ miei meschini Perché diede ’l consiglio frodolente» (Dante, Inf. XXVII, 112-116: il diavolo disputa un’anima a san Francesco); se non accetta il mio invito a pranzo, mi fa ...
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vituperio
vitupèrio (ant. o letter. vitupèro) s. m. [dal lat. tardo vituperium, der. di vituperare «vituperare»]. – 1. non com. Infamia, grave disonore: portare, arrecare v.; essere di v. e essere causa [...] biasimo: l’uomo è degno di loda e di vituperio solo in quelle cose che sono in sua podestà di fare o di non fare (Dante). b. letter. La persona, il fatto o la cosa che è causa o occasione d’infamia: essere il v. della famiglia, del proprio paese; Ahi ...
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chiarire
v. tr. e intr. [der. di chiaro] (io chiarisco, tu chiarisci, ecc.). – 1. tr. a. Rendere chiaro o più chiaro, schiarire: ch. un disegno (dandogli i chiari), ch. le tinte, ch. lo sfondo; di liquidi [...] in senso fig., la situazione si è chiarita. Diventare luminoso, splendente: e ’l suo voler piacermi Significava nel chiarir di fori (Dante); Né ben ancora era chiarito il giorno (Berni); E s’affretta, e s’adopra Di fornir l’opra anzi il chiarir dell ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...