iniziare
v. tr. e intr. [dal lat. initiare, dapprima «iniziare ai misteri religiosi», poi «cominciare», der. di initium «inizio»] (io inìzio, ecc.). – 1. a. tr. Dare inizio, compiere i primi atti di [...] passato era frequente l’uso come intr. pron.: Per ch’io prego la mente in che s’inizia Tuo moto e tua virtute (Dante); la stagione estiva s’iniziò con un forte temporale; talvolta con valore di passivo: il poema s’inizia con l’invocazione alle Muse ...
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verde
vérde agg. e s. m. [lat. vĭrĭdis, der. del tema di virere «esser verde (detto delle piante), esser vigoroso» di etimo oscuro]. – 1. agg. Nome (colore v. e, come s. m., il verde) di uno dei colori [...] uva v. e aspra, pesche o banane troppo v., ancora v.; fagiolini v.; legno v., rami v.; Come d’un stizzo v. ch’arso sia (Dante); un prato v., campi v.; Il divino del pian silenzio v. (Carducci: noto esempio di sinestesia). E ancora: un mare terso e v ...
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impigliare
v. tr. [comp. di in-1 e pigliare] (io impìglio, ecc.). – Afferrare, avviluppare, in modo da trattenere e da impedire il movimento: i rami le impigliarono i capelli; Corsi al palude, e le cannucce [...] e ’l braco M’impigliar sì ch’i’ caddi (Dante). Più com. il rifl., impigliarsi in (o a) qualche cosa, rimanere intricato, preso, avviluppato: il vestito le s’impigliò negli spini, negli ingranaggi; l’uccellino restò impigliato nella rete; la sciarpa s ...
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sito2
sito2 s. m. [dal lat. situs -us «luogo, posizione», der. di sinĕre (v. sito1)]. – 1. ant. Posizione, ubicazione, situazione e sim.: la santa lampa Che pria per me avea mutato sito (Dante); ad una [...] o Cartagine (Vico). Anche disposizione, configurazione: Lo s. di ciascuna valle porta Che l’una costa surge e l’altra scende (Dante); il s. della camera, le dipinture e ogni altra cosa notabile che in quella era cominciò a ragguardare e a fermare ...
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muto
agg. [lat. mūtus, voce derivata da una radice onomatopeica mu che, come il gr. μῦ-, riproduceva la formazione di suoni inarticolati prodotti a bocca chiusa]. – 1. a. Di persona che non può fare [...] sentirvi: le m. stanze; Nel m. orto solingo (Carducci). Con usi traslati, poet.: I0 venni in loco d’ogne luce muto (Dante), privo d’ogni luce, totalmente oscuro; Non vive ei forse anche sotterra, quando Gli sarà m. l’armonia del giorno ...? (Foscolo ...
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rocca
ròcca s. f. [lat. *rocca: v. roccia]. – 1. ant. Roccia: Al piè al piè de la stagliata r. (Dante). In questa accezione il termine è vivo solo nelle locuz. allume di rocca, solfato doppio di alluminio [...] . In alcune locuz., per indicare saldezza, fermezza morale: saldo, forte come una r.; Sicura, quasi rocca in alto monte (Dante); anticam., fare r. del cuore, armarsi di fortezza, di coraggio. 3. Nell’alpinismo, cima isolata con pareti nude e rocciose ...
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tardi
avv. [lat. tarde, avv. di tardus «lento»]. – 1. Non presto, con riferimento a fatti che avvengono dopo uno spazio di tempo piuttosto lungo, entro un termine lontano nel tempo: abbiamo sempre l’abitudine [...] o tardi ci riuscirà; nel quale unimento [d’amore] ... l’anima corre tosto o tardi, secondo che è libera o impedita (Dante). 2. Per indicare che l’azione espressa dal verbo si è compiuta, si compie o si compirà, dopo il termine normale, stabilito ...
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consiglio
consìglio s. m. [lat. consĭlium, della stessa radice di consulĕre «consultare»]. – 1. Suggerimento che si dà a una persona per risolvere i suoi dubbî o per esortarla a fare o non fare una cosa, [...] a. Riflessione, ponderazione: Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca Per non venir sanza consiglio a l’arco (Dante); dopo maturo consiglio. b. Senno, avvedutezza, prudenza: di vecchia età consiglio (T. Tasso); persona piena di consiglio, priva ...
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innamorato
(ant. inamorato) agg. e s. m. (f. -a) [part. pass. di innamorare]. – 1. agg. a. Che nutre amore o che è preso d’amore per una persona: indica sempre un sentimento d’amore intenso, che può [...] del mare, della montagna, dell’Italia, della Sicilia, oppure dell’arte, del bello, della musica, della pittura impressionista, o di Dante, di Goethe, di Cézanne, di Schubert, ecc.; con sign. attenuato: sono i. della mia casetta al mare. b. letter. In ...
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lena
léna s. f. [der. dell’ant. alenare «anelare», da cui anche l’ant. alena; cfr. fr. haleine]. – 1. Respiro, fiato, spec. in quanto si accelera o si rallenta nella fatica, nella corsa e sim.: come [...] nuova l., con maggior l., con più l. che mai; lavoro di l., di lunga l., che richiede vigore e applicazione intensa. Poet., riferito a cosa: Come fiume ch’acquista e perde l. (Dante), che ha più o meno forza secondo che sia ricco o povero d’acque. ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...