saettare
v. tr. e intr. [lat. sagĭttare «lanciare saette»] (io saétto, ecc.), letter. – 1. a. Colpire con saette, cioè con frecce: s. il nemico; niuna persona, se saettata esser non voleva, poteva discendere [...] E se non fosse il foco che saetta La natura del loco, i’ dicerei Che meglio stesse a te che a lor la fretta (Dante). Con uso iperb., nel linguaggio giornalistico sportivo, eseguire un tiro fortissimo e a parabola tesa nel gioco del calcio; per lo più ...
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fronte
frónte s. f. o m. [lat. frōns frŏntis]. – 1. a. La regione anatomica corrispondente all’osso frontale, compresa tra le sopracciglia e la radice dei capelli: una f. alta, bassa, ampia, spaziosa, [...] opportuni; tenere f., resistere a qualcuno, sostenerne l’impeto, gli attacchi, anche fig.: Se ’l nome tuo nel mondo tegna f. (Dante), resista all’opera del tempo, duri lungamente. g. Nella marina militare, la f. (o il f.), la parte scoperta di una ...
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sommo1
sómmo1 (ant. summo) agg. e s. m. [lat. sŭmmus, aggettivo der. con valore superlativo da sub, nel sign. di «sopra»]. – 1. agg. Assolve le funzioni di superlativo di alto e di grande. In partic.: [...] chi eccelle in un’attività, in una professione e sim.: un s. oratore; un s. condottiero; un s. poeta (per antonomasia, il s. poeta, Dante). 2. s. m. La parte più alta, la sommità; letter. o poco com. con uso assol.: Dio ci guida dal s. del Cielo; più ...
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saggio1
sàggio1 agg. [dal fr. sage, che è il lat. *sapius, der. di sapĕre «avere senno»] (pl. f. -ge). – 1. a. Riferito a persona, che è dotato di saggezza, che ha e rivela, nel comportamento, nel giudicare [...] ti sei comportato da s.; talora con sign. più affine a sapiente: i sette s. dell’antichità; Aiutami da lei, famoso s. (Dante, rivolto a Virgilio). Con sign. attenuato, di bambini o ragazzi dotati di una maturità e di un equilibrio superiori a quelli ...
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onesto
onèsto agg. [dal lat. honestus, propr. «onorato», der. di honos -oris «onore»]. – 1. Di persona che agisce con onestà, lealtà, rettitudine, sincerità, in base a principî morali ritenuti universalmente [...] di conveniente, opportuno: Chi ei si fosser [i miei maggiori] e onde venner quivi, Più è tacer che ragionare onesto (Dante); se o. cagione avesse potuta avere (Boccaccio), cioè un motivo ragionevole, plausibile, che non suscitasse dubbî o critiche. c ...
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lingua
lìngua s. f. [lat. lĭngua (con i sign. 1 e 2), lat. ant. dingua]. – 1. a. Organo della cavità orale dei vertebrati, con funzione tattile e gustativa, che ha anche parte importante nel processo [...] . Nell’uso letter., la lingua è assunta a indicare genericam. la persona anche in altri casi: Se mo sonasser tutte quelle lingue ... (Dante), se cantassero tutti quei poeti; D’una in un’altra l. in un momento Ne trapassa la fama (T. Tasso); L. mortal ...
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propinquo
propìnquo agg. e s. m. [dal lat. propinquus, der. di prope «vicino, presso»], letter. – 1. agg. a. Vicino (nello spazio): questa luculenta e cara gioia Del nostro cielo che più m’è propinqua [...] fig. Stretto, intimo, soprattutto con riferimento a vincoli di sangue: la quale era meco di propinquissima sanguinitade congiunta (Dante). Anche, affine, simile: una lingua assai p. alla britannica (C. Cattaneo). 2. s. m. Congiunto per parentela; per ...
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porre
pórre (ant. pónere) v. tr. [lat. pōnĕre] (io póngo, tu póni, egli póne, noi poniamo [ant. pogn(i)amo], voi ponéte, essi póngono; pass. rem. pósi, ponésti, póse [ant. puòse], ponémmo, ponéste, pósero [...] una mano sul capo; le pose un fiore tra i capelli; Ambo le mani in su l’erbetta sparte Soavemente ’l mio maestro pose (Dante); p. le fondamenta, le basi di un edificio, di una costruzione (e fig.: p. le basi, le fondamenta di una nuova cultura, di ...
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porta1
pòrta1 s. f. [lat. pŏrta, affine a pŏrtus -us «porto3»] (pl. -e; pop. ant. le pòrti). – 1. a. Vano aperto in un muro o altra struttura per crearvi un passaggio costituito da un elemento orizzontale [...] chiudere la p. alla fortuna!, come consiglio di non perdere un’occasione favorevole; La nostra carità non serra porte A giusta voglia (Dante), il nostro amore non nega accoglimento a un giusto desiderio; non si serra una p. che non se n’apra un’altra ...
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rapire
v. tr. [lat. rapĕre, con mutamento di coniugazione] (io rapisco, tu rapisci, egli rapisce [poet. rape], ecc.). – 1. a. Portare via con la forza, strappare con la violenza derubando: il lupo rapì [...] o con inganni o con la seduzione: Uomini poi, a mal più ch’a bene usi, Fuor mi rapiron de la dolce chiostra (Dante); i Romani rapirono le Sabine; Lucia fu fatta r. dall’innominato; fu rapito dall’anonima sequestri quando era bambino; r. qualcuno (a ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...