uno
agg. num. card., pron. indef. e art. indet. [lat. ūnus]. – Come agg. e come art., uno ha al masch. sing. la variante apocopata un, l’uso della quale è regolato dalle stesse norme che regolano l’uso [...] indiana. Nell’uso letter., in una, a una (o in uno, a uno), insieme: Venimmo ove quell’anime ad una Gridaro a noi (Dante); non potranno pur le nostre genti, E le perse e le turche unite in lega, Così potente armata in un raccòrre ...? (T. Tasso). 2 ...
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poppa2
póppa2 s. f. [lat. *pŭppa, forma pop. per pūpa «bambina, bambola»]. – 1. Mammella: il bambino s’attacca alla p.; sarà in pergamo interdetto A le sfacciate donne fiorentine L’andar mostrando con [...] svezzare; fig. e scherz. nella frase prov. il vino è la p. dei vecchi. 2. estens., letter. Il petto, in generale: Voltando pesi per forza di poppa (Dante); p. destra, p. sinistra, il lato destro o sinistro del corpo: Chiron si volse in su la destra p ...
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solvere
sòlvere v. tr. [dal lat. solvĕre; v. sciogliere] (pass. rem. solvéi o solvètti, ecc.; part. pass. soluto), letter. ant. – Sciogliere; raro in senso proprio, è più com. in usi estens. e fig.: [...] subitamente nell’aere un groppo di vento ... (Boccaccio). In partic., risolvere, chiarire, spiegare: ne l’error che m’avete soluto (Dante); poi cominciò a pensare della detta quistione, e a dubitare tra se medesimo, e non la sapea s. (Fior. di s ...
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selvaggio
selvàggio (ant. salvàggio) agg. e s. m. (f. -a) [dal provenz. salvatge, che è il lat. silvatĭcus: v. selvatico] (pl. f. -ge). – 1. agg. a. Di pianta, che vive e cresce nelle selve, selvatica, [...] d’un luogo: siccome gente straniera e da’ lor costumi selvaggia (G. Villani); La turba che rimase lì selvaggia Parea del loco (Dante); fig., poet. raro, di cose: sorgere una stella Soleva, lunga, che parea selvaggia Del cupo cielo (Pascoli). 2. a. Di ...
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vuoto
vuòto (ant. o pop. vòto) agg. [lat. volg. *vocĭtus, da vacĭtus, part. pass. di un verbo *vacēre «vuotare», con la stessa radice di vacuus «vacuo, vuoto»]. – 1. a. Privo di contenuto, che non contiene [...] ). Più raram., come sinon. di vano, che non ha compimento: perché fuor negleti Li nostri vóti, e vòti in alcun canto (Dante); Ahi vota speme! (Foscolo), vana speranza! 2. Sign. e usi scient. e tecnici: a. In araldica, attributo delle figure forate ...
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sacro1
sacro1 (ant. sagro) agg. [lat. sacer -cra -crum]. – 1. a. In senso stretto, si definisce sacro ciò che è connesso all’esperienza di una realtà totalmente diversa, rispetto alla quale l’uomo si [...] a stampa); ordine s., quello conferito dal sacramento dell’ordine; le fu tolta Di capo l’ombra de le sacre bende (Dante), i veli monacali; festività sacre, le feste religiose; le sacre tempora (v. tempora); letter., i s. bronzi, le campane; per sacro ...
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cibare
v. tr. [dal lat. cibare, der. di cibus «cibo»]. – 1. Dar da mangiare, nutrire: il c. gli ammalati, quando il bisogno lo ricerca, è cosa salutevole (Varchi); più com. in senso fig.: c. di promesse, [...] di latticinî; cibarsi abbondantemente, moderatamente; in senso fig.: Messo t’ho innanzi: omai per te ti ciba, noto verso di Dante (Par. X, 25), con cui il poeta invita il lettore della Commedia a riflettere per proprio conto sull’ordine sapientissimo ...
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pelo
pélo s. m. [lat. pĭlus, di origine sconosciuta]. – 1. a. Produzione epidermica filiforme e flessibile, costituita da cellule, sostanza cornea e fibre connettivali; comprende uno scapo o porzione [...] p.; un giovane di primo p., che comincia appena a mettere la barba, e fig. inesperto; Un vecchio, bianco per antico pelo (Dante); Giovinetto pensiero in pel canuto (Marino); un ragazzo rosso di p., di p. rosso (v. anche malpelo, e pel di carota nella ...
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perdere
pèrdere v. tr. [lat. perdĕre, comp. di per-1, indicante deviazione, e dare «dare»] (pass. rem. pèrsi o perdètti [meno com. perdéi], perdésti, pèrse o perdètte [meno com. perdé], perdémmo, perdéste, [...] euro e ho perso; chi fa meno di dieci punti perde; Quando si parte il gioco de la zara, Colui che perde si riman dolente (Dante); devi imparare a p.; a nessuno piace p.; nella vita ora si vince e ora si perde. Per estens., con ci indef., riuscire o ...
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come
cóme avv. e cong. [lat. quōmŏ(do) et, propr. «nel modo che anche ...»] (radd. sint.). – Può essere apostrofato davanti a vocale, spec. davanti a e: com’egli volle; com’eravamo d’accordo; nell’uso [...] me, come te, come lui, come lei, come loro, e non nella forma del soggetto come io, ecc.); mugghia come fa mar per tempesta (Dante); tutto si è svolto come io avevo previsto. Nell’uso fam.: com’è vero il sole, com’è vero Dio, per affermare una verità ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...