vestire
v. tr. [lat. vĕstīre, der. di vestis «veste»] (io vèsto, ecc.). – 1. a. Mettere le vesti indosso (ad altri): v. il bambino, v. i ragazzi con gli abiti della festa; v. la bambola; nell’uso letter., [...] con valore rifl., ma con altro compl. oggetto: Quivi sto io con quei che le tre sante Virtù non si vestiro (Dante); Qui tutta umile e qui la vidi altera ...; Or vestirsi onestate, or leggiadria (Petrarca), assumere aspetto ora grave ora leggiadro. 3 ...
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primo
agg. [lat. prīmus, superl. dell’avv. e prep. ant. pri «davanti», da cui anche il compar. prior]. – 1. Numerale ordinale (indicato con 1° se si utilizzano cifre arabiche, oppure con il numero romano [...] ’ella s’arresta, Semplici e quete, e lo ’mperché non sanno (Dante); il p. gradino di una scala; la p. fila di poltrone; : fieramente furo avversi A me e a miei p. e a mia parte (Dante). b. Riferito a cose, solo al masch., per ellissi di un sost.: ...
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studiare
v. tr. e intr. [der. di studio] (io stùdio, ecc.). – 1. tr. Applicarsi all’apprendimento e all’approfondimento di uno o più campi o settori di conoscenza e di esperienza, o anche di un singolo [...] , per architetto, per medico); s. i principî della termodinamica, un teorema, le equazioni di 3° grado, il pensiero di Kant; s. Dante, Manzoni; s. (e anche s., o imparare, a memoria, come esercizio) un canto di Leopardi; s. le lingue straniere, e s ...
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esso
ésso pron. dimostr. e pers. m. (f. -a) [lat. ĭpse, ĭpsa, ĭpsum, pron. dimostrativo]. – 1. Serve a richiamare un nome precedentemente espresso, spec. di animale o cosa, più raram. di persona, tranne [...] complemento: essi credono; qualcuna di esse; Com ’om che torna a la perduta strada, Che ’nfino ad essa li pare ire in vano (Dante). Nel linguaggio amministr., chi per esso (ma oggi più com. chi per lui), chi ne fa le veci: il titolare o chi per esso ...
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tosto2
tòsto2 agg. e avv. [prob. uso fig. del precedente (con passaggio dal sign. di «saldo» a quello di «subito»); un’analoga origine è attribuita all’avv. fr. tôt, dal quale la voce ital. può non essere [...] anche sì (o così) tosto che, e più raro sì tosto come: Sì tosto come il vento a noi li piega, Mossi la voce (Dante); talora, soprattutto se preceduto da negazione, con che sottinteso: non sì tosto, Amor, di te m’accorsi, e il viver mio Fortuna avea ...
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ricogliere
ricògliere v. tr. [comp. di ri- e cogliere; cfr. lat. recolligĕre, comp. di re- e colligĕre «cogliere»] (coniug. come cogliere). – 1. non com. Cogliere di nuovo: r. qualcuno in fallo. 2. Forma [...] e con molte lagrime il pianse (Boccaccio), qui col senso di ripescare. b. Accogliere, ricevere: Benignamente fu’ da lui ricolto (Dante). In senso fig., udire, ascoltare, intendere, capire: E per queste parole, se ricolte L’hai come dei, è l’argomento ...
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fiato
s. m. [lat. flatus -us, der. di flare «soffiare»]. – 1. a. Aria che esce dai polmoni durante il movimento di espirazione: avere il f. buono, cattivo; f. che sa di vino, di sigaro; gli puzza il [...] paludi. b. ant. o poet. Soffio di vento: Così quel f. li spiriti mali Di qua, di là, di giù, di sù li mena (Dante); Del lito occidental si move un f. (Petrarca); E di zefiro bei f. lucenti Accompagnano il dì (Chiabrera). 3. fig., non com. Cosa o ...
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molle
mòlle agg. [lat. mŏllis]. – 1. a. Che cede al tatto o alla pressione; si contrappone direttamente a duro, ed è quindi sinon. di tenero, morbido, soffice, comune però solo in determinate locuz.: [...] IV, re di Castiglia); i m. ozî di Paride. e. Facile a cedere, condiscendente: come a quel fu molle Suo re ... (Dante). 4. In fonetica, consonante m., sinon. di consonante palatalizzata, in opposizione a dura nel sign. di non palatalizzata (v. duro, n ...
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secondo2
secóndo2 prep. [lat. secŭndum, dall’agg. secundus «secondo1»]. – 1. a. In modo conforme a, nel modo richiesto o voluto da: regolarsi s. coscienza; agire s. la legge; vivere s. natura; decidere [...] scritto da qualcuno: il Vangelo s. Giovanni, s. Matteo, ecc.; s. Galileo, s. Kant, s. Croce; S. la sentenza di Platone (Dante). Può reggere anche una proposizione: s. ciò che comunemente si dice; s. quanto mi hanno detto; meno com., con ellissi del ...
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acuto
(ant. aguto) agg. [lat. acūtus, part. pass. di acuĕre «acuire»]. – 1. a. Che termina in punta sottile, aguzzo: Con una spada lucida e aguta (Dante); d’acuti strali Ambe carche le mani (Caro); l’ombra [...] qualche malattia particolare): Per febbre aguta gittan tanto leppo (Dante). Analogam., fase a. di una questione, il momento picciola, al cammino, Che a pena poscia li avrei ritenuti (Dante). 3. In grammatica, accento a., segno grafico (´) che in ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...