armonia
armonìa s. f. [dal lat. harmonĭa, gr. ἁρμονία, affine a ἁρμόζω «comporre, accordare»]. – 1. a. Consonanza di voci o di strumenti; combinazione di accordi, cioè di suoni simultanei (per estens., [...] di suoni successivi), che produce un’impressione piacevole all’orecchio e all’animo: come viene ad orecchia Dolce a. da organo (Dante); Passero solitario, alla campagna Cantando vai finché non muore il giorno; Ed erra l’a. per questa valle (Leopardi ...
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favella
favèlla s. f. [der. di favellare2]. – 1. a. La parola, intesa come facoltà di parlare: il dono, l’uso della f.; perdere, riacquistare la f.; ma perdere la f., anche, per iperbole, rimanere senza [...] . L’atto di parlare, discorso, e anche il modo di parlare: la tua chiara favella, Che mi fa sovvenir del mondo antico (Dante); con mesta e flebil voce uscìo Espedita e chiarissima f. (Ariosto); in questo sign., anche plur.: Diverse lingue, orribili f ...
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favilla
s. f. [lat. favilla]. – 1. a. Frammento minutissimo di materia incandescente che si leva dal fuoco, o da un corpo metallico rovente percosso con forza, e si spegne subito: le f. di un tizzone; [...] . si alzavano su per la cappa del camino; il fuoco manda faville. Usi fig.: Parran faville de la sua virtute (Dante), si mostreranno le prime luminose prove della sua virtù; mandar faville dagli occhi (cfr. sfavillare); fam., scherz., far faville, di ...
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ventura
s. f. [lat. ventūra, neutro pl. di venturus (v. venturo): propr. «le cose che verranno», quindi «il futuro»]. – 1. a. Sorte, destino: predire, indovinare, leggere la v. (pop. dare, fare la v.); [...] v. (prov.). Ant., caso, ragione fortuita: Qual forza o qual ventura Ti travïò sì fuor di Campaldino, Che non si seppe mai tua sepultura? (Dante); non so io stesso ove io mi vada, O dove ancor mi guidi la v. (Pulci); gioco di v., gioco di fortuna, d ...
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nudo
agg. [lat. nūdus]. – 1. a. Non coperto da vestito o da altro indumento, riferito al corpo umano: un bambino n., un uomo n., una donna n.; spesso in funzione predicativa: essere, stare, restare n.; [...] ). Anche con sostantivi astratti, indicanti condizioni, sentimenti, stati d’animo, e sim.: Fiorenza ... Vota d’amore e n. di pietate (Dante); dolor non sente Chi di speranza è nudo? (Leopardi). Altri sign. fig., ma con uso assol.: a. Privo di beni di ...
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quello
quéllo agg. e pron. dimostr. [lat. eccu(m) ĭlle, accus. eccu(m) ĭllum]. – Indica in genere cosa o persona lontana nello spazio o nel tempo da chi parla e da chi ascolta, o che nel discorso è considerata [...] quello buono, scherz., di vino buono; io, che meco avea di quel d’Adamo, vinto dal sonno, in su l’erba inchinai (Dante, alludendo al corpo); una di quelle, eufem., una prostituta; altrove si ha invece una pura e semplice ellissi: non sono più quello ...
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retro
rètro avv. e s. m., invar. [dal lat. retro «dietro, indietro»]. – 1. avv. poet. Dietro, indietro: Poi dentro al foco innanzi mi si mise, Pregando Stazio che venisse retro (Dante); più spesso preceduto [...] (v. diretro e arretrare): Si rivolgea ciascun, voltando a retro (Dante); L’asta schivò, che sibilante e lunga Andò di retro a e di per formare prep. composte: mi ristrinsi retro Al duca mio (Dante). 2. s. m. a. La parte posteriore: il r. dell’ ...
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vincere
vìncere v. tr. [lat. vĭncĕre] (pres. io vinco, tu vinci, ecc.; pass. rem. vinsi, vincésti, ecc.; part. pass. vinto). – 1. a. Sopraffare l’avversario in armi, in guerra o in uno scontro qualsiasi, [...] coloro Che corrono a Verona il drappo verde Per la campagna; e parve di costoro Quelli che vince, non colui che perde (Dante). c. Nei giochi, raggiungere per primo il risultato a cui i varî giocatori tendono, secondo le norme del singolo gioco: è un ...
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verace
agg. [dal lat. verax -acis, der. di verus «vero» sul modello di fallax «fallace», mendax «mendace», ai quali si oppone]. – 1. Sinon. letter. di vero, in alcune delle accezioni di questo agg.: [...] : L’angel ... dinanzi a noi pareva sì verace Quivi intagliato in un atto soave, Che non sembiava imagine che tace (Dante), pareva reale, corporeo, non raffigurato in scultura; Chi erra torni alla v. strada (Poliziano); che è veramente tale quale dice ...
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tuba1
tuba1 s. f. [dal lat. tuba, voce d’incerta origine]. – 1. Presso gli antichi Greci e Romani, tromba di guerra: di bronzo, rettilinea, con l’estremità imbutiforme, veniva usata, oltre che in guerra, [...] in su la bianca nube (Ariosto). b. fig. Voce poetica, poesia: io la lascio a maggior bando Che quel de la mia tuba (Dante), lascio cantare la bellezza di Beatrice a voce poetica più potente della mia; in partic., la poesia epica: Non fu sì santo né ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...