novello
novèllo agg. e s. m. [lat. novĕllus, dim. di novus «nuovo»]. – 1. agg. a. Nato o prodotto da poco, primaticcio: frutti, fiori n., foglie n.; un’insalatina n.; pollo n.; vino n., dicitura che [...] ); al mondo oggi da questo Luogo incomincia la n. storia (Carducci); età n., la giovinezza: Donna pietosa e di n. etate (Dante); la stagione n., la primavera: La n. stagion che ’l mondo avviva (Poliziano). In passato fu usato anche in aggiunta a un ...
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venire
v. intr. [lat. vĕnire] (pres. indic. vèngo [ant. o poet. vègno], vièni, viène [poet. ant. vène], veniamo [ant. vegnamo], venite, vèngono [ant. o poet. vègnono]; pres. cong. vènga [ant. o poet. [...] di me; zitto, che viene qualcuno! (verso di noi, verso qua); Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio, bianco per antico pelo (Dante); Chi è questa che ven, ch’ogn’om la mira ...? (G. Cavalcanti); è venuto mio fratello da te stamani?; mentre stava ...
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grazioso
grazióso agg. [dal lat. gratiosus, der. di gratia «grazia»]. – 1. a. Che ha in sé grazia, che piace per la sua grazia: un bambino g.; una g. ragazza; un viso molto g.; è graziosa quando sorride, [...] g. prestito, senza interessi. 3. ant. Grato, gradito: Grazïoso mi fia se mi contenti Del nome tuo e de la vostra sorte (Dante); o ben accetto: l’esser g. o odioso a’ principi (T. Tasso). ◆ Avv. graziosaménte, con grazia, in modo grazioso: atteggiarsi ...
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troppo
tròppo avv., agg. e s. m. [ant. adattamento del fr. trop, voce di origine germanica che significò dapprima «molto, quantità»; cfr. truppa]. – 1. avv. a. In misura eccessiva, più del giusto o di [...] son Iustinïano, Che, per voler del primo amor ch’i’ sento, D’entro le leggi trassi il t. e ’l vano (Dante, con allusione all’opera di raccolta e di ordinamento del diritto romano compiuta dall’imperatore bizantino); proverbî: il t. stroppia; l’assai ...
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leggere
lèggere v. tr. [lat. lĕgĕre, propr. «raccogliere», affine al gr. λέγω «raccogliere; dire»] (io lèggo, tu lèggi, ecc.; pass. rem. lèssi, leggésti, ecc.; part. pass. lètto). – 1. a. Scorrere con [...] in quella lingua è scritto: legge correntemente il tedesco. Talora è nominato, per metonimia, l’autore invece dell’opera: l. Dante, Manzoni; l. Omero nell’originale; è uno scrittore molto letto; fam., si fa l., di autore o libro abbastanza piacevole ...
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leggiadro
agg. [tratto da leggiadria]. – 1. Pieno di grazia, di gentilezza e di eleganza insieme; si dice soprattutto dei movimenti della persona, e per estens. della persona stessa o in genere del suo [...] , Restò presa d’amor (T. Tasso). Letter., anche di cose, e con senso più generico: Rime d’amor ... dolci e l. (Dante); una bella e l. cinturetta d’argento (Boccaccio); Per fare una l. sua vendetta, ... Celatamente Amor l’arco riprese (Petrarca); di ...
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spalla
s. f. [lat. spatŭla «spatola», e nel lat. tardo «spalla, scapola», propriam. dim. di spatha: v. spada e spatola]. – 1. a. In anatomia umana, il segmento corporeo di unione tra l’arto superiore [...] ch’i’ fui al pié d’un colle giunto ... Guardai in alto e vidi le sue spalle Vestite già de’ raggi del pianeta (Dante). b. In geografia fisica, ognuno dei due ripiani che limitano ai lati le valli glaciali. c. Nella tecnica delle costruzioni civili ...
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riversare
v. tr. [dal lat. tardo reversare «voltare, rovesciare», comp. di re- e versare «volgere, voltare» (cfr. rovesciare); nel sign. 1, è comp. di ri- e versare] (io rivèrso, ecc.). – 1. Versare [...] usi ant., anche senza la particella pron.: una fonte che bolle e riversa Per un fossato che da lei deriva (Dante); in senso fig., effondersi: Benché ’n lamenti il duol non si riversi (Petrarca). Più genericam., sgorgare, cadere in abbondanza: dalla ...
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villano
s. m. e agg. (f. -a) [lat. tardo villanus «abitante della villa», cioè della campagna: v. villa]. – 1. s. m. a. Nel medioevo, chi risiedeva nella villa, la terra aperta che si contrapponeva al [...] v.; quando [madonna] va per via, Gitta nei cor villani Amore un gelo, Per che onne lor pensero agghiaccia e père (Dante, opponendo il cor villano e il cor gentile secondo le concezioni stilnovistiche); Le parole che ’ntese Avrian fatto gentil d’alma ...
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spandere
spàndere v. tr. [lat. expandĕre, comp. di ex- e pandĕre «aprire, distendere»; v. espandere]. – 1. a. Stendere uniformemente su un’ampia superficie: s. il frumento sull’aia perché si asciughi; [...] .: Godi, Fiorenza, poi che se’ sì grande Che per mare e per terra batti l’ali, E per lo ’nferno tuo nome si spande (Dante); si spandea lungo ne’ campi Di falangi un tumulto e un suon di tube (Foscolo). c. Versarsi fuori da un recipiente: il boccale è ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...