intelletto2
intellètto2 s. m. [dal lat. intellectus -us, der. di intelligĕre «intendere», part. pass. intellectus]. – 1. a. In filosofia, la facoltà, propria dello spirito, di intendere le idee, di formare [...] da altre facoltà dello spirito (ragione, sensibilità, volontà, ecc.): già mai non si sazia Nostro i., se ’l ver non lo illustra (Dante); Mio ben non cape in i. umano (Petrarca); percepire, comprendere con l’i.; le forze, il vigore, il lume dell’i. (e ...
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spirito
spìrito (ant. e poet. spirto) s. m. [dal lat. spirĭtus -us «soffio, respiro, spirito vitale», der. di spirare: v. spirare1; il sign. grammaticale 1 b ricalca il gr. πνεῦμα (che è l’equivalente [...] e Seicento: E par che de le sue labbia si mova Un spirito soave pien d’amore, Che va dicendo a l’anima: Sospira (Dante); Ma gli spiriti miei s’aghiaccian poi Ch’i’ veggio al departir gli atti soavi Torcer da me le mie fatali stelle (Petrarca); con ...
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secondare1
secondare1 v. tr. [dal lat. secundare «favorire», der. di secundus nel senso di «propizio, benevolo»: v. secondo1] (io secóndo, ecc.). – 1. ant. Seguire, venire dopo, tenere dietro: Poca favilla [...] , piegarsi: Null’altra pianta che facesse fronda O indurasse, vi puote aver vita, Però ch’a le percosse non seconda (Dante). Più com. in senso fig., favorire, aiutare, compiacere, agevolare: s. le inclinazioni, le tendenze di una persona; s. i proprî ...
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volta1
vòlta1 s. f. [lat. volg. *volvĭta, *volta, der. del lat. class. volvĕre «volgere»]. – 1. ant. o letter. a. L’azione, il fatto di voltare o di voltarsi, di girare da una parte o dall’altra, di [...] i dadi: Quando si parte il gioco de la zara, Colui che perde si riman dolente, Ripetendo le volte, e tristo impara (Dante). g. Danza in movimento rapido e misura ternaria, in voga agli inizî del sec. 18°: caratteristica, tra le figure, quella in cui ...
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madonna
madònna s. f. [comp. di ma, riduzione di mia atono, e donna]. – 1. a. Titolo d’onore che si usava anticamente rivolgendosi a una donna o parlando di essa (non preceduto dall’articolo): Incominciai: [...] o sim.: convene che io chiami la mia inimica, m. la Pietade; e dico m., quasi per disdegnoso modo di parlare (Dante). Con il suo sign. generico, punto m., denominazione tosc. del punto madama, nel ricamo. b. Per antonomasia, nell’uso poetico, la ...
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raggiare
(poet. ant. raiare) v. intr. e tr. [lat. radiare, der. di radius «raggio»] (io ràggio, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. intr. a. Mandare, diffondere raggi, detto spec. del sole, della luna [...] più oscuri. 2. intr., non com. Derivare a guisa di raggio: raia Da l’un, se si conosce, il cinque e ’l sei (Dante). 3. tr., poet. a. Spandere come raggi: Tanto splendore intorno e tanto lume Raggiava (Ariosto). b. Irradiare, illuminare. Nel Sol che ...
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tacere
tacére v. intr. e tr. [lat. tacēre] (pres. tàccio, taci, tace, tacciamo, tacéte, tàcciono; pres. cong. tàccia, ecc.; pass. rem. tàcqui [ant. tacètti], tacésti, ecc.; part. pass. taciuto). – 1. [...] è doloroso dover subire le sue prepotenze e tacere. b. Cessare di parlare, di dire: Tacette allora, e poi comincia’ io (Dante); Ciò detto, tace, e la risposta attende (T. Tasso); detto questo, tacque, e si guardò intorno per osservare l’effetto delle ...
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alto1
alto1 agg. [lat. altus, propr. part. pass. passivo di alĕre «nutrire, far crescere»]. – 1. a. Che si eleva dal suolo, o da altro piano, con uno sviluppo verticale notevole in sé o rispetto ad altri [...] n. 3 b). Letter., in alcuni usi fig. di profondo, cioè grave e sim.: Ruppemi l’a. sonno ne la testa Un greve truono (Dante); Nella Torre il silenzio era già a. (Pascoli). 2. Di voce, canto, suono, acuto: note a., toni a.; nell’uso com., anche intenso ...
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mestiere
mestière (ant. o pop. tosc. mestièro; ant. mestièri, soprattutto nel sign. 5, e anche mistière, mistièro, mistièri) s. m. [lat. mĭnĭstĕrium «funzione di minister (v. ministro), aiuto; servizio», [...] ant. Ministero, ufficio: quando tu [canzone] sarai In parte dove sia la donna nostra, Non le tenere il tuo mestier coverto (Dante), non le nascondere l’ufficio che sei chiamata a compiere, lo scopo della tua missione. Con senso più partic.: quando io ...
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percuotere
percuòtere (pop. o poet. percòtere) v. tr. [lat. percŭtĕre, comp. di per-1 e quatĕre «scuotere»] (io percuòto, ecc.; pass. rem. percòssi [ant. o raro percotéi], percotésti, ecc.; part. pass. [...] qualcuno (meno com., p. qualcuno nell’orecchio), con urla, suoni sgraziati, ecc.; son venuto Là dove molto pianto mi percuote (Dante); Volò per l’aria un grido ... quale, certo, Mai non percosse umane orecchie (Graf). Letter., della luce del sole o ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...