ritrarre
(non com. retrarre) v. tr. [lat. retrahĕre «tirare indietro», comp. di re- e trahĕre «trarre, tirare»] (coniug. come trarre). – 1. a. Trarre indietro o tirare via: ritrasse lo sguardo da quell’atroce [...] rifl. Farsi, tirarsi indietro: l’ombra sorrise e si ritrasse (Dante); se non si fosse ritratto in tempo, l’autocarro lo avrebbe color che vi mandaro Che ’l corpo di costui è vera carne (Dante). 4. intr. (aus. avere), non com. Trarre somiglianza, ...
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veltro
vèltro s. m. [dal fr. e provenz. ant. veltre, che è il lat. gallico vertrăgus]. – Nome, dell’uso letter., con cui già nell’antichità venivano indicati cani da inseguimento e da presa, che univano [...] infatti usato a volte ancora oggi): era la selva piena Di nere cagne, bramose e correnti Come veltri ch’uscisser di catena (Dante); de’ v. perpetuo l’ululato Tutta l’isola udia (Foscolo); E lo sbandarsi, e il rapido Redir dei v. ansanti (Manzoni); Ma ...
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restare
v. intr. [lat. restare, der. di stare] (io rèsto, ecc.; aus. essere). – 1. letter. a. Fermarsi, arrestarsi, non procedere oltre: Perch’io sia giunto forse alquanto tardo, Non t’incresca restare [...] ). b. Cessare, smettere, con uso assol. o seguito da un infinito con di o da: La bufera infernal, che mai non resta (Dante); Non resterò già mai di lacrimare, Poi che sol pianto disia el mio core (Poliziano); una volta restò dal remare (Fogazzaro). 2 ...
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passo3
passo3 s. m. [deverbale di passare]. – 1. a. L’atto, il movimento di passare; passaggio: permettere, consentire, o negare, impedire, vietare, proibire il p. (a qualcuno, oppure in un luogo, per [...] tra i nemici con la forza delle armi, ecc.; se non fosse che ’n sul passo d’Arno Rimane ancor di lui alcuna vista (Dante), sul Ponte Vecchio a Firenze. Nella cavalleria medievale, p. d’arme, denominazione di un duello in campo chiuso, provocato da un ...
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leggero
leggèro (o leggièro; ant. leggière o leggère, e leggièri o leggèri) agg. [dal fr. ant. legier, che è il lat. *leviarius, der. di lĕvis «lieve»]. – 1. Che pesa relativamente poco, che fa sentir [...] sacrificio per te. Letter., agevole, facile: Ché ’l velo è ora ben tanto sottile, Certo che ’l trapassar dentro è leggero (Dante); leggier cosa vi fia comprendere il mio disio (Boccaccio). b. Di poca importanza o gravità: colpa, mancanza l.; l. danno ...
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innamorare
(ant. inamorare) v. tr. [der. di amore] (io innamóro, ecc.). – 1. a. Suscitare, ispirare amore: Quanto ciascuna è men bella di lei Tanto cresce ’l desio che m’innamora (Petrarca); Armida ... [...] valore, Amor sì dolce mi si fa sentire, Che s’io allora non perdessi ardire, Farei parlando innamorar la gente (Dante), innamorare cioè di Beatrice. 2. Usi fig.: a. Ispirare un sentimento di viva simpatia, affascinare, attrarre, rallegrare l’animo ...
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nuovo
nuòvo (letter. o region. nòvo) agg. [lat. nŏvus]. – 1. In genere, di cosa fatta o avvenuta o manifestatasi da poco, spesso in contrapp. diretta a vecchio, antico, e quindi con sign. prossimo a [...] nuovo (o novo); e con allusione a quest’ultimo: Ma dì s’io veggio qui colui che fore Trasse le nove rime (Dante); creare n. forme di linguaggio artistico, di espressione; per estens., uno scrittore, un artista n., che rompe con la tradizione, che ha ...
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toccare
v. tr. e intr. [voce di origine onomatopeica] (io tócco, tu tócchi, ecc.). – 1. tr. a. Avvicinare la mano (o anche altra parte del corpo) a una persona o a una qualsiasi cosa e tenerla a contatto [...] a li occhi suoi ardea un riso Tal, ch’io pensai co’ miei toccar lo fondo De la mia gloria e del mio paradiso (Dante); anche di cosa: nella piena di febbraio, l’acqua del fiume toccava quasi il segnale di guardia. Col sign. generico di raggiungere: t ...
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soffrire
(ant. sofferire e sofferére) v. tr. e intr. [lat. pop. *sufferire, lat. class. sufferre «portare su di sé, sopportare», comp. di sŭb «sotto» e ferre «portare, tollerare»] (io sòffro, ecc.; pass. [...] : Di vil ciliccio mi parean coperti, E l’un sofferia l’altro con la spalla, E tutti da la ripa eran sofferti (Dante). b. Sopportare, tollerare, riferito a persone e a cose: sentiva e vedeva la presenzia di Cristo, con moltitudine d’angeli, la cui ...
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quale
agg. e pron. [lat. qualis]. – Indica, con valore interrogativo e relativo, singoli elementi (cose, persone, animali, ecc.), o categorie di elementi, in relazione alla qualità per cui si caratterizzano [...] questo valore, senza l’articolo: a guisa d’una bulla Cui manca l’acqua sotto qual [= sotto la quale] si feo (Dante); la iustitia di Torquato, qual per osservare la militare disciplina non perdonò al figliuolo (L. B. Alberti). Spesso, nell’uso letter ...
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Poeta (Firenze, tra il maggio e il giugno 1265 - Ravenna, notte dal 13 al 14 settembre 1321). Della madre, che dovette morire presto, non sappiamo che il nome, Bella; il padre, Alighiero di Bellincione di Alighiero, morto intorno al 1283, apparteneva...
Dante
In tutta l'opera sua D. nomina sé stesso (e per la forma del nome, v. DURANTE) solo in Rime XCIII 1 (Io Dante a te che m'hai così chiamato, in un sonetto di risposta a un amico), e in Pg XXX 55, dove si fa rimproverare da Beatrice: Dante,...