vita
s. f. [lat. vīta, affine a vivĕre «vivere»]. – 1. In senso ampio, proprietà o condizione di sistemi materiali (i sistemi viventi, dagli organismi unicellulari a quelli pluricellulari più evoluti) [...] la v., combattere accanitamente prima di soccombere; ottenere qualche cosa a prezzo della v.; ne va della v., o, meno com., la v. (per nel sec. 6°: le volgarizzazioni più autorevoli sono quelle di D. Cavalca e di F. Belcari; La v. scritta da ...
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modo
mòdo s. m. [lat. mŏdus «misura», e quindi anche «norma, regola, modo»]. – 1. La forma particolare di essere, di presentarsi di una cosa, o di operare, procedere e sim. In questo sign. generico (e [...] ; trovar m. (o il m.) di fare una cosa; cercano d’arrangiarsi in mille m.; ci sono cento m. diversi per ottenerlo. In m. che non ne seppi nulla. In tal m. che, letter. per tal m. che, a tal punto che (sempre in prop. consecutive): ne rimase in tal ...
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vivo
agg. e s. m. [lat. vīvus, corradicale di vīvĕre «vivere»]. – 1. agg. Che vive, dotato di vita, che ha le funzioni caratteristiche della vita proprie degli organismi viventi sia animali e umani sia [...] mettersi in contatto con qualcuno: da allora non si è fatto più v., né con me né con gli altri amici; mi farò v. presto, per lettera o per pezzo musicale (e vivo, in musica, didascalia d’esecuzione analoga a vivace); un ritratto v. (e rafforzato v. ...
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sberrettarsi
v. intr. pron. [der. di berretto, col pref. s- (nel sign. 4)] (io mi sberrétto, ecc.). – Togliersi il berretto, o la berretta, in segno di saluto, spec. come manifestazione esagerata di [...] rispetto e di deferenza: s. cerimoniosamente; quando mi vede si sberretta sempre; i d’Arvelo erano d’illustre famiglia, ... di quelli che non si sberrettano né dinanzi al Re, né dinanzi a Dio (Verga). ...
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orgoglio
orgóglio s. m. [dal franco *urgoli, ted. ant. urgol «notevole»; cfr. rigoglio]. – 1. Stima eccessiva di sé; esagerato sentimento della propria dignità, dei proprî meriti, della propria posizione [...] : fiero, smisurato, vano, fatuo, stupido o.; l’o. dei potenti; essere pieno d’o.; salire, montare in o.; chiudersi nel proprio o.; Buon cittadino ... Né si abbassa per duolo, Né s’alza per o. (Parini); fiaccare, abbassare, atterrare l’o. di qualcuno ...
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secondo1
secóndo1 agg. e s. m. [lat. secŭndus, der. di sequi «seguire»; propr. «che segue, che non offre resistenza», detto dapprima della corrente e del vento, quindi, per contrapp. ad adversus, «favorevole, [...] ; anche sostantivato al femm. (v. seconda1, n. 4). d. Quando si considerino solamente due persone o cose, è in genere chiama ufficiale in seconda o tenente). Né esprime una sottovalutazione rispetto a primo nella designazione delle parti di ...
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pelle
pèlle s. f. [lat. pĕllis]. – 1. a. In senso generico, organo di rivestimento esterno del corpo dell’uomo o degli animali, detta anche cute e facente parte, con i cosiddetti annessi cutanei, del [...] contentezza eccessiva e impazienza: Come abbia ne le vene acceso zolfo, Non par che capir possa ne la pelle (Ariosto); non voler (talvolta anche le punte). 4. Usi estens. e fig.: a. P. d’uovo, tipo di percalle per biancheria, sottile come la membrana ...
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sede
sède s. f. [dal lat. sedes «sedia, seggio», poi «luogo di residenza, dimora, ecc.», corradicale di sedēre «stare seduto»]. – 1. Col sign. originario di «seggio» (raro anche nell’ital. ant.), solo [...] anche in s. extragiudiziale); fig., ne parleremo poi in separata s., a parte, privatamente, a quattr’occhi (e così ritirarsi sede; le sillabe che, nel verso endecasillabo, sono sedi d’accento. d. Di cose materiali, il luogo in cui stanno abitualmente ...
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disteso
distéso agg. e s. m. [part. pass. di distendere]. – 1. agg. Steso, allungato, aperto: braccia d. lungo i fianchi; con la mano d.; anche, della posizione del corpo di chi giace o è sdraiato con [...] le membra allungate: se ne stava d. sul letto; spesso rafforzato da lungo: con un pugno lo fece cadere lungo d. a terra. In relazione agli altri sign. del verbo distendere: capelli d., non com., lisci, non ricciuti; vela d., spiegata e ben tesa, che ...
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vigilia
vigìlia s. f. [dal lat. vigilia, propr. «il fatto di vegliare, vigilanza» e quindi «veglia», der. di vigil -ĭlis «vigile»]. – 1. a. letter. Veglia, notte trascorsa senza dormire, per studio, [...] invocazione alle Muse); il vigore del quale ... né i digiuni né le v. potevano macerare (Boccaccio); se ... A te fur care le mie chiome e il dormendo (Leopardi); e in senso fig.: A questa tanto picciola vigilia D’i nostri sensi ch’è del rimanente Non ...
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Scrittore latino di origine africana (Madaura 125 d. C. circa - Cartagine 180 d. C. circa). Narratore abilissimo, è una delle figure più singolari della letteratura latina; il suo stile, ricco di accorgimenti retorici ma personalissimo, esercitò...
Scrittore (Pescara 1863 - Gardone Riviera 1938). Fu uno dei maggiori esponenti del decadentismo europeo. Dotato di una cultura molto vasta, mostrò un'inesauribile capacità di assimilare le nuove tendenze letterarie e filosofiche, rielaborandole...