amore
amóre s. m. [lat. amor -ōris, affine ad amare]. – 1. Sentimento di viva affezione verso una persona che si manifesta come desiderio di procurare il suo bene e di ricercarne la compagnia: amore [...] e sim.: versi, prose, romanzi, canzoni d’a.; le lettere d’a. del Foscolo. Locuzioni: accendersi, ardere, bruciare d’a.; languir d’a.; filare il perfetto a. (v. filare3, n. 2 e); patire di mal d’a., essere fortemente innamorato, soffrire per un amore ...
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dire
(ant. dìcere) v. tr. [lat. dīcĕre] (pres. dico, dici [ant. o pop. di’], dice, diciamo, dite, dìcono; imperf. dicévo, ecc.; pass. rem. dissi, dicésti, ecc.; fut. dirò, ecc.; condiz. dirèi, ecc.; [...] : che ne diresti (o che ne direste) di andare a vederci un bel film?; aver da d., trovarci ad., lamentarsi, trovar da criticare: che ha da d. di noi due?; aver (a) che d. con qualcuno, litigare. Col pronome la indeterminato: a dirla a te, a dirla in ...
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terzo
tèrzo agg. num. ord. e s. m. [lat. tertius, der. di tres «tre»]. – 1. agg. a. Che, in una sequenza ordinata, occupa il posto corrispondente al numero tre, viene cioè dopo altri due (in cifre arabe [...] opp. il III secolo o, invertendo, il sec. 3°, il sec. III d. C.); t. cielo, il cielo di Venere, nel sistema tolemaico e nel Ahi come facean lor levar le berze A le prime percosse! già nessuno Le seconde aspettava né le t. (Dante); spesso i primi ...
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corpo
còrpo s. m. [lat. cŏrpus «corpo, complesso, organismo»]. – 1. a. Termine generico con cui si indica qualsiasi porzione limitata di materia. Più propriam., in fisica, insieme discontinuo di elementi [...] dare c. alle ombre, dare importanza a cose che non ne hanno; dare c. a un’accusa, renderla credibile; pigliare c., la fine. Ant., fare corpo, di un muro che, per infiltrazione d’acqua o per altro difetto di costruzione, formi un rigonfiamento: le ...
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nodo
nòdo s. m. [dal lat. nōdus]. – 1. a. Intreccio di uno o più tratti di corda (o filo o nastro o altro elemento flessibile e relativamente sottile), consistente in un avvolgimento del tratto su sé [...] , spesso indicati con nomi diversi o con qualifiche che ne precisano il settore di attività (per es., n. chirurgico per crearvi un ingrossamento locale (n. margherita, n. di Savoia o d’amore o a otto, n. del frate o del cappuccino, ecc.); per unire ...
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pari1
pari1 (ant. pare) agg. [lat. par paris]. – 1. a. Uguale ad altra persona o cosa nella qualità determinata dal complemento, o uguale in genere: siamo p. d’età, di statura, di forza; le due colonne [...] , e una parte degli organi viscerali (reni, gonadi, ecc.). 4. Locuz. avverbiali: a. Al pari di, nello stesso modo: Nel gioco, serio al p. d’un lavoro (Pascoli); s’è comportato al p. di un mascalzone; tu ne hai l’obbligo al p. di tutti gli altri; io ...
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nota
nòta s. f. [dal lat. nŏta «segno, contrassegno, marchio, ecc.», di etimo oscuro, non essendo possibile, per la brevità della ŏ, una connessione con nōsco «conoscere» e nōmen «nome»]. – 1. a. Segno [...] di nota; Ma dimmi, de la gente che procede, Se tu ne vedi alcun degno di nota (Dante). c. Ciascuna delle annotazioni in n.d.A.), quando è l’autore stesso che interviene a fornire una notizia o precisazione; nota del Redattore (abbrev. in n.d.R.), ...
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parte
s. f. [lat. pars partis]. – 1. a. Ciascuno degli elementi in cui un intero è diviso o può essere diviso, sia che essi siano materialmente staccati l’uno dall’altro, sia che possano essere soltanto [...] , con la prepotenza, tutto o quasi tutto per sé (dalla nota favola d’Esopo); con altro sign., fare la p. del leone, avere un ruolo altri): di questo ti scriverò a p., in altra lettera; me ne faccia un conto a p.; il vino è a p., non è compreso nel ...
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matto1
matto1 agg. e s. m. (f. -a) [forse lat. tardo mattus, matus «ubriaco»]. – 1. a. ant. Stupido, stolto: così m. come egli è, senza alcuna cagione è ... fuori d’ogni misura geloso di me (Boccaccio). [...] pazzo e di folle, dai quali non è però sostituibile in alcuni proverbî, quali: chi canta a tavola e a letto è m. perfetto; ne sa più un m. in casa propria che un savio in casa d’altri; chi è al coperto quando piove è ben m. se si muove; del m., del ...
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fare2
fare2 (ant. fàcere) v. tr. [lat. facĕre] (pres. fo 〈fò〉 [radd. sint.] o fàccio, fai [ant. faci], fa [radd. sint.; ant. e poet. face], facciamo, fate, fanno; imperf. facévo, ecc. [ant. e poet., [...] senso più generico, operare, produrre: f. effetto, f. impressione. d. Con i sign. a e b, è frequente nell’uso fam. la forma farsi, con questa stanza; dammi queste perline, voglio farne una collana; che ne hai fatto dei soldi che t’ho dato?, come li ...
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Scrittore latino di origine africana (Madaura 125 d. C. circa - Cartagine 180 d. C. circa). Narratore abilissimo, è una delle figure più singolari della letteratura latina; il suo stile, ricco di accorgimenti retorici ma personalissimo, esercitò...
Scrittore (Pescara 1863 - Gardone Riviera 1938). Fu uno dei maggiori esponenti del decadentismo europeo. Dotato di una cultura molto vasta, mostrò un'inesauribile capacità di assimilare le nuove tendenze letterarie e filosofiche, rielaborandole...