poliploidia
poliploidìa s. f. (o poliploidismo s. m.) [der. di poliploide]. – In genetica, la condizione di cellule, tessuti o organismi i cui nuclei contengono tre o più assetti cromosomici completi [...] (3n = triploide; 4n = tetraploide, ecc.); una cellula può diventare poliploide per endomitosi (duplicazione dei cromosomi cui non fa seguito divisione cellulare), che può essere indotta anche sperimentalmente (per es., dalla colchicina); gli ...
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ipoploidia
ipoploidìa s. f. [comp. di ipo- e ploidia]. – In genetica, forma di aneuploidia per cui in un organismo il corredo cromosomico è costituito da un numero di cromosomi inferiore a quello normale [...] (2 n) della specie a cui l’organismo stesso appartiene ...
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nucleo
nùcleo s. m. [dal lat. nucleus, der. di nux nucis «noce»; propr. «gheriglio della noce, nòcciolo di un frutto»]. – 1. Genericam., la parte centrale di qualche cosa, in quanto appaia più compatta, [...] . In biologia, struttura essenziale delle cellule degli eucarioti, in cui si trova il materiale genetico organizzato in cromosomi: è formato essenzialmente da una matrice ialina (succo nucleare) e da nucleoproteine ricche di acido desossiribonucleico ...
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-ploide
-plòide [enucleato da aploide e diploide]. – Secondo elemento di alcuni aggettivi composti (talora sostantivati), usati in citologia e genetica, indicanti quante volte il numero fondamentale [...] di cromosomi, o numero aploide (n), è contenuto in un determinato assetto cromosomico; così, per es., diploide (2n), triploide (3n), ecc., poliploide (xn). ...
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ploidia
ploidìa s. f. [enucleato da aploidia e diploidia]. – In citologia e genetica, grado di ploidia, il coefficiente per cui il numero fondamentale dei cromosomi è moltiplicato, ossia il numero di [...] assetti cromosomici presente in una determinata cellula di un particolare organismo: negli animali superiori generalmente le cellule somatiche sono diploidi mentre i gameti maturi sono aploidi, nelle piante e in altri animali, a seconda del ciclo ...
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gemino
gèmino agg. e s. m. [dal lat. gemĭnus]. – 1. agg., letter. Duplice: la g. fiamma (T. Tasso); ne’ g. emisferi (Giusti); della g. Dora (Manzoni), la Dora Baltea e la Dora Riparia. 2. s. m. In genetica, [...] la coppia di cromosomi omologhi (detta più comunem. coppia bivalente, o anche tetrade) che si appaiano durante la profase meiotica e si mettono in fuso per separarsi nella prima divisione meiotica. ...
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nullisomia
nullisomìa s. f. [comp. del lat. nullus «nessuno» e -somia]. – In genetica, mutazione del genoma caratterizzata dall’assenza di una coppia di cromosomi omologhi; prodotta per incrocio di individui [...] monosomici per lo stesso cromosoma, è letale a meno che non si verifichi in organismi poliploidi. ...
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genoteca
genotèca (o genetèca) s. f. [comp. di gene e -teca, per traduz. dell’ingl. gene bank o gene library]. – In genetica molecolare, termine comunemente usato per indicare una banca del DNA: è costituita [...] degli RNA messaggeri, in una particolare cellula differenziata o in un tessuto in un dato stadio dello sviluppo. Rappresentano un utile strumento per la localizzazione dei geni sui cromosomi (mappa dei geni) e per la diagnosi di malattie genetiche. ...
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genotipo
s. m. [dal ted. Genotypus, comp. di Gen «gene» e gr. τύπος «tipo»]. – In genetica, l’effettiva costituzione genetica di un individuo, cioè l’insieme dei geni localizzati sui suoi cromosomi, [...] spesso riferito a una o più partic. coppie di alleli; distinto da fenotipo ...
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carattere
caràttere s. m. [dal lat. character -ĕris, gr. χαρακτήρ -ῆρος, propr. «impronta»]. – 1. a. Segno tracciato, impresso o inciso, a cui si dia un significato: c. magici, cabalistici. b. Più com., [...] , n. 1; c. associati al sesso o legati al sesso, caratteri ereditarî i cui geni sono localizzati nei cromosomi sessuali o eterocromosomi. d. Il complesso delle doti individuali e delle disposizioni psichiche che distinguono una personalità umana dall ...
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Biologia
La parte terminale del cromosoma.
Negli anni 1930 B. MacClintock e H.J. Muller, studiando indipendentemente organismi diversi, osservarono che le parti terminali dei cromosomi avevano un ruolo importante nella loro duplicazione e stabilità....
Nome dato da W. Waldeyer nel 1888 ai piccoli corpi intensamente colorabili, in genere di forma bastoncellare, visibili nel nucleo della cellula durante la mitosi. Secondo la teoria cromosomica, dimostrata da T.H. Morgan con ricerche su Drosophila...