muto
agg. [lat. mūtus, voce derivata da una radice onomatopeica mu che, come il gr. μῦ-, riproduceva la formazione di suoni inarticolati prodotti a bocca chiusa]. – 1. a. Di persona che non può fare [...] cose che rimangono silenziose: Parla di me col tuo cenere m. (Foscolo), che non risponde alle sue parole; il pianoforte restò m. a lungo; o in ; che non fa più parlare di sé: m. è l’antica potenza. Anche, di luogo in cui non si sentono più le voci ...
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vino
s. m. [lat. vīnum (prob. voce di origine mediterranea, come anche il gr. οἶνος)] (si tronca di regola in alcune denominazioni, in cui è seguito da un agg. che comincia per consonante, come vin dolce, [...] in regioni determinate (VLQPRD), i quali possono anche utilizzare la denominazione v. dolce naturale, se prevista al pane e vino al v., parlare con assoluta franchezza, chiamando le cose con il loro nome, senza eufemismi, metafore o giri di parole; e ...
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rendere
rèndere v. tr. [lat. rĕddĕre, comp. di red- e dare, con influsso di prendere] (pass. rem. io rési [letter. rendéi, rendètti], tu rendésti, ecc.; part. pass. réso [ant. renduto]). – 1. Dare ad [...] che aveva perduta: quella cura gli ha reso le forze, la salute; se Dio gli renderà la ragione; gli resi tutta la mia fiducia; chi mi Così diversi scanni in nostra vita Rendon dolce armonia tra queste rote (Dante); Sì che le cose dissonanti insieme ...
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spazio
spàzio s. m. [dal lat. spatium, forse der. di patēre «essere aperto»]. – 1. Con valore assol., il luogo indefinito e illimitato in cui si pensano contenute tutte le cose materiali, le quali, in [...] , ecc.; s. di Minkowsky (1864-1909), lo stesso che spaziotempo (v.). Più in generale, il termine è stato usato per indicare l’ambiente in cui si opera (spec. sein tale ambiente si possono introdurre concetti geometrici, come la distanza): per es., s ...
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coda
códa s. f. [lat. volg. cōda, class. cauda]. – 1. a. Parte assottigliata del corpo dei vertebrati opposta al capo, costituita da un asse scheletrico (regione caudale della colonna vertebrale), da [...] avviato; sapere dove il diavolo tiene la c., sapere tutte le cose più segrete, essere pratico d’ogni astuzia; avere la c. di e le preparazioni che se ne fanno: c. in umido, c. alla vaccinara (v. vaccinaro). 2. Per analogia: a. In anatomia, la parte ...
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verso3
vèrso3 s. m. [lat. vĕrsus -us, der. di vertĕre «voltare», part. pass. versus; propr. «il voltare», quindi «l’andare a capo»]. – 1. a. ant. e raro. Riga di scrittura o di stampa, dopo la quale [...] sein quel tempo si fosse usata la nota dell’apostrofo, o nella fin del v. il contrassegno della parola mozza (Salviati). b. In poesia, ciascuno dei membri maggiori in come si deve, al giusto modo: fare le cose a v.; e con uso attributivo: un ragazzo ...
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tenero
tènero agg. [lat. tĕner -a -um]. – 1. Non duro, o meno duro, meno consistente dell’ordinario: a. Riferito a materiali e a prodotti che si lasciano tagliare, tritare e lavorare facilmente: legno [...] neutro: a. La parte tenera di qualche cosa, soprattutto di cose commestibili: il t. del carciofo, dei cardi; mangia il di una persona: se lo prendi nel t., forse lo convinci; Punto sul t., risposi (Giusti), ma più com., in questo uso, punto sul ...
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inseparabile
inseparàbile agg. [dal lat. inseparabĭlis, comp. di in-2 e separabĭlis «separabile»]. – 1. Che non può essere separato, disgiunto da altra cosa con cui è costantemente unito (nella realtà [...] o nel nostro concetto); si dice per lo più di cose astratte: l’idea del male è i. da quella del danno che ne deriva; il concetto di libertà è i che presentano una spiccata tendenza a vivere in coppia; se obbligati a stare soli, difficilmente resistono ...
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male2
male2 s. m. [lat. malum «male fisico o morale», rifatto secondo male avv.]. – In senso ampio, il contrario del bene, tutto ciò che arreca danno turbando comunque la moralità o il benessere fisico [...] , n. 1). In imprecazioni: Se non fosse il gran prete, a cui mal prenda! (Dante); v. anche mannaggia. 3. In senso più decisamente fisico m.!; il caldo eccessivo fa m. alle piante; sono cose che fanno m. anche solo a sentirle narrare; portar male ...
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veste
vèste (ant. o pop. vèsta) s. f. [lat. vĕstis]. – 1. Indumento, o complesso di indumenti, che ricopre una persona, soprattutto esteriormente (è sinon. di abito e, talora, di vestito, rispetto ai [...] estens. e fig. a. raro o letter. Copertura, rivestimento in genere, di cose varie: la v. di una damigiana, dei fiaschi, il vedi (T. Tasso). b. Forma, aspetto esteriore, soprattutto se ingannevole: In vesta di pastor lupi rapaci Si veggion di qua sù ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...