nascere
nàscere v. intr. [lat. nasci, da una radice indoeur. presente anche nei temi lat. gen-, gign- e nel gr. γίγνομαι «nascere, diventare»] (io nasco, tu nasci, ecc.; pass. rem. nàcqui, nascésti, [...] sui rami; in similitudini: n. come i funghi, di cose che si manifestano all’improvviso e in gran quantità; proprio o fig.) di nascita, principio, origine: è un destino che porta con sé fin dal suo n.; si risvegliò al n. del sole; la sommossa fu ...
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precipite
precìpite agg. [dal lat. praeceps -cipĭtis, comp. di prae- «pre-» e caput «capo»], letter. – 1. a. Propriam., di persona che cade con il capo all’ingiù, o che comunque precipiti dall’alto: [...] sua gloria avea salvo (Machiavelli); se ... da montano sasso Dare al Cecchi); in alcun punto logorato dalle acque p., la spaccatura si apre in caverne e Con valore avverbiale, di persone, animali o cose, per indicare l’impeto, la rapidità del ...
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noto1
nòto1 agg. [dal lat. notus, part. pass. di noscĕre «conoscere»]. – Conosciuto: mi è n. la sua tenacia; non è ancora n. la data degli esami; s’incamminò per un sentiero che solo a lui era n., o, [...] ); più spesso, di persone, cose, fatti largamente conosciuti (perché se ne parla o se n’è parlato molto, per abituale . che non saranno ammessi ritardi; anticam. anche in funzione verbale (con essere in funzione di ausiliare): l’una [donna] tanto ...
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relazione
relazióne s. f. [dal lat. relatio -onis, der. di referre «riferire», part. pass. relatus]. – 1. L’azione e il fatto di riferire, e il testo stesso, orale e scritto, con cui si riferisce, e [...] valori, ecc.): tra questi due avvenimenti non c’è alcuna r.; cosein diretta r. l’una con l’altra; tra i due fatti A) intendendo riferirsi a una corrispondenza fra l’insieme A e sé stesso, cioè a una corrispondenza che associa certe coppie di elementi ...
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battutismo
s. m. Il gusto di fare battute di spirito. ◆ Chi ride perde voti, pensa [Sergio] Chiamparino, e così, ha notato [Fabio] Mussi, è stato l’unico nell’Occidente a non deridere [Silvio] Berlusconi, [...] Cavaliere. Non l’avesse mai detto: Chiamparino se l’è subito presa col battutismo che ha portato alla sconfitta della sinistra e ha invitato a leggere davvero gli interventi altrui, lui lo fa e dice sempre cose urbane: «esageroma nen» coi torti solo ...
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foglia
fòglia s. f. [lat. fŏlia, plur. del neutro folium «foglia, foglio», divenuto nel lat. tardo femm. sing.]. – 1. a. Organo fondamentale delle piante cormofite, di forma varia, per lo più appiattita [...] se questo manca la foglia si dice sessile) e dalla lamina; se . ingialliscono, cadono; al cader delle f., in autunno (talora fig., con allusione all’autunno nascoste di una persona, intuire che le cose stanno diversamente da come si vorrebbero far ...
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multiplo
mùltiplo agg. e s. m. [dal lat. tardo multĭplus, der. di multus «molto»]. – 1. Di numero intero che contiene insé esattamente più volte un intero minore. Per il minimo comune m. di due o più [...] . 2. agg. Nei varî linguaggi tecn., con sign. talvolta generico, molteplice, risultante da più cose o parti (opposto a semplice): a. In biologia, gravidanza m., gravidanza che deriva dalla fecondazione, da parte di differenti spermatozoi, di due o ...
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food-designer
(food designer), loc. s.le m. inv. Progettista del cibo: chi inventa e cura la realizzazione di preparazioni gastronomiche o specialità alimentari, con particolare attenzione al loro aspetto [...] , 11 aprile 2004, p. 43, Tempo liberato) • in fondo, si tratta solo di cucina e cose da mangiare e […] non è il caso di prendersi troppo se per caso nel suo ristorante Le Calandre esisteva «uno stilista della tavola» (e purtroppo non siamo in grado ...
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millantare
v. tr. [der. di millanta; propr. «amplificare ingrandendo di mille volte»]. – Vantare con molta esagerazione: m. le proprie ricchezze, i proprî meriti, le proprie prodezze, la nobiltà della [...] propria famiglia, ecc.; o fingere per vanteria cose non vere: m. protezioni, conoscenze altolocate, ecc. Nel rifl.: si millanta credere di essere in grado di ottenere i favori di un pubblico ufficiale o impiegato, fa dare o fa promettere a sé o ad ...
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grappolo
gràppolo (ant. grappo) s. m. [dal germ. krappa «uncino»; v. grappa1]. – 1. In botanica, infiorescenza botritica con asse principale che porta a intervalli regolari delle brattee, alla cui ascella [...] vermigli (Carducci). 2. fig. a. Gruppo di cose, d’insetti, e anche di uomini che ricordino in qualche modo la forma d’un grappolo d’uva: affini o topograficamente prossime, anche se non strettamente collegate. c. In statistica, insieme di casi o ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...