convincere
convìncere v. tr. [dal lat. convincĕre, comp. di con- e vincĕre «vincere»] (coniug. come vincere). – 1. a. Indurre uno a riconoscere una cosa, ad ammettere un fatto, vincendo con prove o con [...] ragione io; devi convincerti che le cose stanno proprio così; convincersi da sé, coi proprî occhi. Analogam., essere o . pass. convinto, anche come agg.; in partic., reo convinto (contrapp., spec. in passato, a reo confesso), della cui colpevolezza ...
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porgere
pòrgere v. tr. [lat. pŏrgĕre, forma sincopata di pŏrrĭgĕre, comp. di por- «in avanti» (affine a pro- e per-) e rĕgĕre «dirigere in linea retta»] (io pòrgo, tu pòrgi, ecc.; pass. rem. pòrsi, porgésti, [...] priego che consiglio e aiuto in quello che io vi dimanderò mi porgiate (Boccaccio); se pia la terra ... Nel suo grembo materno ultimo asilo Porgendo ... (Foscolo); si è detto però anche di cose spiacevoli: p ...
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giuramento
giuraménto s. m. [dal lat. tardo iuramentum, der. di iurare «giurare»]. – Nella sua nozione fondamentale, atto e formula con cui si invoca la divinità a testimone della verità di quanto si [...] o come mallevadrice e vindice di una promessa o di un voto (g. promissorio), richiamando su di sé o su persone o cose care la maledizione o la punizione divina nel caso in cui sia pronunciata menzogna, o si manchi alla promessa, agli impegni, al voto ...
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madre di tutte le domande
loc. s.le f. La domanda più importante, il dubbio più significativo. ◆ Organizzato come un «dizionario d’autore», con 233 schede dedicate ad altrettanti film, il libro di Gianni [...] , Osservatore romano, 19 febbraio 2005, p. 9, In Italia) • Se però lasciamo perdere i gusti personali, e andiamo alla eluso la madre di tutte le domande: come mai tutte le belle cose che dite di voler fare, una volta arrivati al governo non riuscite ...
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intollerabile
intolleràbile agg. [dal lat. intolerabĭlis, comp. di in-2 e tolerabĭlis «tollerabile»]. – Che non si può e non si deve tollerare, detto soprattutto di cose che offendono il sentimento di [...] giustizia, il senso morale, o di ciò che è per sé moralmente o socialmente un male e non potrebbe perciò essere tollerato o i.; dolore intollerabile. ◆ Avv. intollerabilménte, in modo intollerabile: un comportamento intollerabilmente presuntuoso e ...
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rigirio
rigirìo s. m. [der. di rigirare], tosc. – Movimento indaffarato e poco chiaro, quindi strano, sospetto, di una o più persone, talora anche di cose: questo r. non mi va a genio; don Abbondio ... [...] su ora all’uno ora all’altro, seguitando a almanaccar tra sé che cosa mai potesse essere tutto quel r. (Manzoni); era bello a vedere quel povero spazzacamino in mezzo a tutte quelle vestine di tanti colori, a tutto quel r. di penne, di nastrini, di ...
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adulterare
(ant. avolterare) v. tr. [dal lat. adulterare, comp. di ad- e alterare «alterare»] (io adùltero, ecc.). – 1. Alterare, falsificare: a. vini, medicinali, alimenti (v. adulterazione). Fig., [...] 2. ant. a. tr. Indurre all’adulterio, mettere in condizione di commettere adulterio, prostituire: gli rinfacciò aver con danari le cose di Dio, ... voi rapaci Per oro e per argento avolterate (Dante). b. intr. Commettere adulterio: se uno in vita ...
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energia
energìa s. f. [dal lat. tardo energīa, gr. ἐνέργεια, der. di ἐνεργής «attivo», da ἔργον «opera»]. – 1. a. Vigore fisico, spec. dei nervi e dei muscoli, potenza attiva dell’organismo; con questo [...] riacquistare le e. perdute, ridestare le energie. Per estens., di cose, efficacia operativa: è un rimedio che opera con molta e.; fig.: al proprio scopo; essere animato da grande e.; trovare insé l’e. necessaria per continuare la lotta; rianimare, ...
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comodato
(o commodato) s. m. [dal lat. tardo commodatum, der. di commodare «prestare»]. – 1. Contratto (detto anche prestito ad uso) col quale una parte (comodante) consegna all’altra (comodatario) una [...] alla scadenza del termine previsto: dare un bene a c. o in comodato. Per la sua natura essenzialmente gratuita si distingue dalla locazione, e il fatto di avere a oggetto soltanto cose inconsumabili lo differenzia dal mutuo. 2. C. bancario di titoli ...
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proprieta
proprietà (pop. propietà) s. f. [dal lat. propriĕtas -atis, der. di proprius «proprio»]. – 1. a. Qualità propria e particolare che un essere, un corpo, una sostanza (o anche una specie) ha [...] sintassi. 3. a. Diritto di godere e disporre delle cosein modo pieno ed esclusivo, entro i limiti e con l’ amministrata. Nell’uso com., s’intende spesso per proprietà l’immobile insé (terreni, poderi, tenute), senza un diretto riferimento al suo ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...