superbo
supèrbo agg. [dal lat. superbus, der. di super «sopra»]. – 1. a. Che ha insé e dimostra superbia (è il più com. e pop. degli agg. sinonimi o di sign. affine, come altero e altezzoso, orgoglioso, [...] lui; Per tutt’i cerchi de lo ’nferno scuri Non vidi spirto in Dio tanto superbo (Dante); sostantivato: umiliare un s., i s.; la ). b. fig., letter. Impetuoso, aspro, violento, riferito a cose: un vento ... che ... Dinanzi polveroso va superbo, E fa ...
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riportatore
riportatóre s. m. [der. di riportare]. – 1. (f. -trice) Chi riporta, per lo più discorsi e notizie: maligno r. di maldicenze; se l’ambasciatore altro non fosse che semplice r. de le cose [...] dette, non avrebbe bisogno né di prudenza né d’eloquenza (T. Tasso). 2. Nome generico di strumenti usati per riprodurre in opportuna scala disegni e simili, come per es. il pantografo. 3. (f. -trice) Nel linguaggio di borsa, colui che prende titoli a ...
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potente
potènte agg. [dal lat. potens -entis, part. pres. di posse «potere», già in latino usato solo come agg.]. – 1. a. Di persona, che ha grande potere, che dispone di notevole autorità, che esercita [...] a cose astratte: p. ragioni; eloquenza p.; p. argomentazione, in grado di convincere, di persuadere; con riferimento a persona, dotato di valida oratoria, di forza logica e sim.: un p. oratore; un p. ragionatore. b. Di ciò che ha insé molta ...
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sciagurato
(poet. o pop. sciaurato) agg. e s. m. (f. -a) [lat. exauguratus, part. pass. di exaugurare «sconsacrare, maledire» (comp. di ex- con valore privativo e augurare «consacrare con buoni auspìci»)]. [...] , andare incontro a, essere vittima di, una sorte sc.; anche come sost.: è stato straziante vedere le condizioni in cui vivono quegli sc.; maestro mio, fa, se tu puoi, Che tu sappi chi è lo sciagurato Venuto a man de li avversari suoi (Dante). b. agg ...
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serrare
v. tr. [lat. *serrare, da serare «chiudere» (der. di sera «serratura, spranga di chiusura»), con doppia r per influsso di ferrum «ferro», oppure di serra «sega» per la forma seghettata di alcune [...] o un passaggio, spec. per impedire che si entri in un luogo o se ne esca, assicurando la serratura o eventuali altri sistemi di (Petrarca). Più raram., con riferimento a cose: la madre raccoglie e serra in un lenzuolo la biancheria che porta a ...
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occupare
v. tr. [dal lat. occupare, der. di capĕre «prendere», col pref. ob-] (io òccupo, ecc.). – 1. a. Prendere possesso di un luogo, sia legittimamente, quando esso sia libero, disponibile, non posseduto [...] . Di posto a sedere in sale di spettacolo, nei treni, autobus e sim., riservarlo per sé mettendoci sopra un oggetto personale , riempire di sé una facoltà spirituale o intellettuale: il pallore e la languidezza di que’ visi eran cose da occupar tutto ...
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andamento
andaménto s. m. [der. di andare]. – 1. ant. Andata, cammino; anche il luogo per dove si passa, via, sentiero e sim. 2. non com. L’atto, e più spesso il modo di andare, di muoversi, quindi andatura, [...] i loro a. (Machiavelli). b. Più com. riferito a cose, modo di procedere, di svolgersi: attendere all’a. della casa (a. annuo), dell’errore dell’orologio: positivo, se questo avanza, negativo se ritarda. 4. In musica: a. Sinon. di progressione e, per ...
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riserva
risèrva s. f. [der. di riservare]. – 1. L’azione e il fatto di riservare esclusivamente per sé o per determinate persone e finalità un diritto, un bene o una facoltà: r. dell’esercizio di un’attività, [...] di un bene, il fatto di riservarne l’usufrutto a sé o a persona diversa da quella cui il bene è stato in usi estens., riferito a cose possedute in quantità notevole, superiore al fabbisogno normale: le r. di grasso, in un organismo, sono utili in ...
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vaso
vaṡo s. m. [lat. pop. vasum (e vasus), per il lat. class. vas vasis (ma già nel lat. class. il plur. era della 2a decl., vasa -orum)] (pl. -i, ant. le vasa). – 1. a. Nome generico dato a recipienti [...] portare qualcosa proprio dove ce n’è in grande abbondanza, fare o dire cose inutili, superflue). Nella mitologia greca, vaso cioè di ispirazione poetica; che di’ tu, Gan di Maganza, Che se’ d’ogni scïenza e virtù vaso? (Pulci); Colui che fu de ...
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confidenza
confidènza s. f. [dal lat. confidentia «fiducia, impudenza», der. di confidens: v. confidente]. – 1. non com. Fiducia: avere c. insé stessi, nel prossimo; infamia è un segno della pubblica [...] buon esito; un eccesso di c. può essere causa di sconfitta in una competizione sportiva. 2. Comunicazione di un segreto, di una ); prendersi delle c., trattare con poco rispetto, dire cose o compiere atti non convenienti verso una persona: giovanotto, ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...