misericordia
miṡericòrdia s. f. [dal lat. misericordia, der. di miserĭcors -ordis: v. misericorde]. – 1. a. Sentimento di compassione per l’infelicità altrui, che spinge ad agire per alleviarla; anche, [...] verso chi soffre: Dio perdona tante cose, per un’opera di m.! (Manzoni); se tu potessi aiutare quel disgraziato, sarebbe una portato all’ospedale con la Misericordia). 3. Specie di pugnale in uso alla fine del medioevo e al principio dell’età moderna ...
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locale1
locale1 agg. [dal lat. tardo localis, der. di locus «luogo»]. – 1. Di luogo, che ha insé idea di luogo: memoria l., che ritiene i luoghi, lo stato e la disposizione dei luoghi e delle cose; [...] (v. colore, n. 6 b); fig., fare mente l. (v. mente, n. 3 b); impiegato l., impiegato, con mansioni in genere esecutive, presso rappresentanze diplomatiche e consolari, assunto fra i residenti nella sede dell’ufficio, e non facente parte dei ruoli del ...
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opera
òpera (ant. o poet. òpra; ant. òvra) s. f. [lat. ŏpĕra «lavoro (in senso astratto, come attività); prestazione di lavoro; giornata di lavoro, nei campi; lavoratore a giornata»; è il plur. collettivo [...] cristiani (ma per lo più in senso iperb.: faresti un’o. santa ad aiutarmi; se mi lasciaste un po’ in pace, fareste o. santa); sia proprio o. del demonio. Anche con riferimento ad animali, a cose: è o. dei topi, delle piogge, dell’umidità. Con sign. ...
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fungaia
fungàia s. f. [der. di fungo]. – 1. Terreno dove nascono naturalmente abbondanti funghi, e luogo (grotta, locale interrato, ecc.) dove se ne coltivano per uso commerciale. 2. fig., spreg. Gran [...] quantità di cose o, più spesso, di persone della stessa specie che si formino rapidamente e in gran numero: una f. di ciarlatani, di retori, di politicanti. ...
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soprannaturale
(meno com. sovrannaturale) agg. [comp. di sopra- (o sovra-) e naturale]. – Nel linguaggio com., che supera il corso ordinario della natura (sinon. in questo caso di preternaturale); o [...] umana (equivalente quindi a trascendente): cose, fatti, fenomeni s.; forza s.; potenza s.; in usi fig. e iperb., fuori della natura intesa come «natura pura» cioè autonoma, insé compiuta; in questa prospettiva il soprannaturale è ciò che si aggiunge ...
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sempre
sèmpre avv. [lat. sĕmper]. – 1. Con continuità ininterrotta, senza termine di tempo (cioè senza fine, e talora senza principio); estens., per un tempo lunghissimo, nel passato o nel futuro: Dio [...] ); analogam., con altri comparativi: spero di fare sempre meglio; le cose vanno s. peggio; con s. maggiore impegno; il cielo si fa a sempre, e, se posposto, anche in grafia unita, sempremai, con semplice funzione rafforzativa: in qual modo mi sia, ...
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intrugliare
v. tr. [voce di origine tosc., prob. dal verbo volg. introiare «insudiciare, sporcare», der. di troia (cfr. lucch. troglia «scrofa»] (io intrùglio, ecc.), pop. – 1. a. Manipolare, mescolare [...] 2. fig. a. I. le faccende, o assol. intrugliare, impasticciare, confondere, imbrogliare le cose, e sim. b. intr. pron. Immischiarsi in faccende poco chiare: sbrighino da sé i loro imbrogli, io non mi ci voglio i.; non t’intrugliare con quella gente. ...
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sicche
sicché cong. [comp. di sì e che1]. – Serve a introdurre una proposizione consecutiva; nella tradizione letter. è per lo più scritto in due parole: Fieramente furo avversi A me e a miei primi e [...] mano, sicché ho fatto tutto da solo; anche all’inizio di periodo, a conclusione di cose dette innanzi: se tu corri io vo meglio che di galoppo; e a stare in un luogo, se tu ne svieni, io me ne struggo. Sicché ripigliamo a correre (Leopardi); con uso ...
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trasviare
trasvïare v. tr. [der. di via2, col pref. tras-] (io trasvìo, ecc.), ant. – Sviare, fare uscire di via: il famigliare, ragionando co’ gentili uomini di diverse cose, per certe strade gli trasviò [...] al luogo del suo signore, senza che essi se n’accorgessero, condotti gli ebbe (Boccaccio); come intr. pron., sviarsi: colà, dove mai uomo non compariva, neanche trasviatosi per ismarrimento di strada (D. Bartoli). In senso fig.: tornando a ciò che io ...
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stampa
s. f. [der. di stampare]. – 1. a. L’arte e la tecnica di imprimere e riprodurre, in un alto numero di copie, scritti e disegni, mediante opportuni procedimenti, da una matrice in rilievo, in cavo [...] fissata con una successiva vaporizzazione, s. indiretta, se si applica prima un mordente, a disegno, e com. in usi fig. in cui indica il tipo, il complesso delle caratteristiche, la specie e la qualità proprî di persone (e solo raram. di cose): ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...