resto
rèsto s. m. [der. di restare]. – 1. a. Ciò che rimane di un tutto, a cui è stata tolta o è venuta meno una parte per consumo, guasto, distruzione, o per altra causa: metti nel frigo il r. del pollo; [...] del viaggio si svolse senza incidenti; passò in convento il r. dei suoi giorni; di cose estese nello spazio: il r. del l’uomo ... rispondeva a suo figlio che se non la smetteva di parlare a vanvera, se non si decideva a lavorare sarebbe andato su ...
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erotizzare
erotiżżare v. tr. [der. di erotico]. – Attribuire carattere erotico a cose o a situazioni che di per sé non l’hanno. ◆ Part. pass. erotiżżato, anche come agg., permeato di motivi o elementi [...] erotici, di suggestioni sessuali: tutta l’azione scenica si svolge in un’atmosfera artificiosamente erotizzata. ...
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favoleggiare
v. intr. e tr. [der. di favola1] (io favoléggio, ecc.; come intr., aus. avere). – 1. intr. Narrare favole: Favoleggiava con la sua famiglia Di Troiani, di Fiesole e di Roma (Dante). 2. a. [...] (Leopardi). b. tr. Immaginare, fantasticare: le divinità favoleggiate dagli antichi. Per estens., dire cose favolose: che cosa stai favoleggiando?; oggi l’alloro è premio di colui ... Che sale cerretano alla ribalta Per far di sé f. altrui (Gozzano). ...
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nulla
pron. indef., s. m. e avv. [lat. nūlla, neutro pl. dell’agg. nullus -a -um «nessuno»], invar. – Come pron. e sost., nessuna cosa; come avv., in nessuna quantità o misura, e sim. Coincide quasi [...] di me (in bene o in male), ecc.; non fa n., non ha importanza; non se ne fa se avevo n. da dargli; e nella locuz. non per nulla: non per n., ma che sei venuto a fare qui? 2. Preceduto dall’art., con valore di s. m.: Dio ha creato dal n. tutte le cose ...
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favore
favóre s. m. [dal lat. favor -oris, der. di favere «favorire»]. – 1. Benevolenza, buona disposizione, dimostrata per lo più concretamente con atti d’approvazione, di protezione, di concessione, [...] col f. del governo. Di cose inanimate, aiuto, intervento particolarmente utile impazienza: ma mi faccia il favore! ... (in tutti questi esempî, si alterna nell’uso con l’autobus per la stazione?, ecc.); anche se si tratta di cosa dovuta: due caffè, ...
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mutamento
mutaménto s. m. [der. di mutare]. – L’azione e l’effetto del mutare o del mutarsi: Un’aura dolce, sanza mutamento Avere insé, mi ferìa per la fronte (Dante), non soggetta a variazioni o alterazioni; [...] m. di fortuna, spesso in peggio; in tanto m. di cose (Boccaccio). È forma più letter. di cambiamento, d’uso com. spec. in talune locuz., come: m. di governo, di ministri, di indirizzo politico; sono avvenuti dei m. nella direzione dell’azienda; m. di ...
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tarabaralla
(ant. tarabara o 'tara bara') avv. [prob. d’origine onomatopeica], pop. tosc. – Espressione usata, di solito con valore avverbiale ma col tono di un’esclamazione, a proposito di cose tra [...] o cui si vuol dare poca importanza; ha accezioni diverse: su per giù, press’a poco: avrà cinquantotto o sessant’anni, tarabaralla; in un modo o nell’altro, alla meglio o alla peggio: cerchiamo di non lamentarci, t. si tira avanti; pazienza, poco male ...
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strascico
stràscico s. m. [der. di strascicare] (pl. -chi). – 1. L’azione, il fatto di strascicare. Solo in poche espressioni: reti a strascico, reti da pesca che, come la tartana, la sciabica, la sfogliara, [...] per estens., ciò che vien dietro o che si lascia dietro. In partic.: a. Parte del vestito femminile, o anche maschile (manto che lasciano sempre lo s. dietro a sé), a proposito di chi lascia o butta qua e là le sue cose, senza ordine, o di chi lascia ...
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dielle
s. m. e f. e agg. inv. Trascrizione della realizzazione fonetica della sigla Dl (Democrazia è libertà - La Margherita). ◆ I Democratici premono per «Democrazia e libertà»; Popolari, Udeur e [Lamberto] [...] dielle» con cui potrebbero d’ora in poi essere definiti i centristi. «Perché anche queste sono cose che contano», riflette [Arturo] Parisi una imperdonabile rinuncia ai doveri verso il paese se il leader dell’opposizione si limitasse a evocare ...
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quiddita
quiddità (ant. quidditate e quiditate) s. f. [dal lat. mediev. quìdditas -atis, der. di quid «che cosa»]. – Termine usato dalla filosofia scolastica per designare il carattere essenziale, il [...] per nome Apprende ben, ma la sua quiditate Veder non può se altri non la prome (Dante); l’Assoluto disgiunto dal relativo è la essenza o quiddità reale delle cose (Gioberti). Poiché la determinazione formale della materia appariva anche costituita di ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...