levare
v. tr. [lat. lĕvare «alleviare, alleggerire, alzare», der. di lĕvis «leggero»] (io lèvo, ecc.). – 1. a. Lo stesso che alzare, nel suo primo e più generico sign., cioè sollevare in alto: l. le [...] , o levar grido di sé, salire in gran fama; levar rumore, produrlo, farlo, e fig. far molto parlare di sé; l. le gambe, . un quadro dalla parete, l. le coperte dal letto (anche di cose astratte: l. una tassa, un divieto, una proibizione, abolire; levo ...
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via2
via2 s. f. [lat. via, affine a vehĕre «trasportare»]. – 1. a. Spazio di uso pubblico, di larghezza più o meno limitata e di varia estensione in lunghezza, attraverso il quale si svolgono il transito [...] ; cercava se tra quella sterpaglia ci fosse una via possibile; Ripresi via per la piaggia diserta (Dante); in diritto romano i molti modi e mezzi con cui Iddio interviene come Provvidenza nelle cose umane, o arriva al cuore dell’uomo, ecc. (anche nel ...
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crudo
agg. e s. m. [lat. crūdus «sanguinolento, non cotto; immaturo; crudele», dalla stessa radice di cruor «sangue»]. – 1. agg. a. Non cotto o non cotto abbastanza: mangiare carne c.; questo pane è [...] schietto, non attenuato o temperato da un tono di pietà: racconti le cosein modo troppo c.; ebbe per noi parole c.; la c. verità, a. Spietato, inumano, crudele: La morte fia men cruda Se questa spene porto A quel dubbioso passo (Petrarca); C. ...
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fra1
fra1 prep. [lat. infra] (radd. sint.). – Ha in genere gli stessi sign. e gli stessi usi della prep. tra (v. perciò questa voce); tranne in pochi casi che indichiamo qui di seguito, la scelta dell’una [...] istituire una lieve differenza tra espressioni fig. quali pensare fra sé (cioè, dentro di sé) e pensare, ragionare fra sé e sé (che esprimono piuttosto un dibattito interno). Anche fra, in dipendenza da verbi di moto, è talvolta preceduto dalla prep ...
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meritare
(poet. mertare) v. tr. [dal lat. meritare, der. di merĭtus, part. pass. di merere «meritare, acquistare, guadagnare»] (io mèrito, ecc.). – 1. a. Essere degno di avere, di ottenere, e sim. In [...] e il complemento è allora costituito da cose spiacevoli in corrispondenza di un comportamento ritenuto colpevole o oggetto indeterminato: te le meriteresti proprio, le botte; mi dispiace ma se l’è meritata, la punizione che ha avuto, la sorte che ...
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volare2
volare2 v. intr. [lat. vŏlare, riferito agli uccelli, ma usato anche in senso fig. per indicare grande rapidità] (io vólo, ecc.; l’aus. è per lo più avere: si usa essere quando il verbo è accompagnato [...] espressioni fig., v. senz’ali, letter. o rara, cercare di fare cose impossibili, impegnarsi in imprese per cui non si hanno le capacità necessarie: Donna [Maria Vergine], se’ tanto grande e tanto vali, Che qual [= chi] vuol grazia e a te non ricorre ...
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molle
mòlle agg. [lat. mŏllis]. – 1. a. Che cede al tatto o alla pressione; si contrappone direttamente a duro, ed è quindi sinon. di tenero, morbido, soffice, comune però solo in determinate locuz.: [...] : plasmare la m. argilla, la m. cera (e quindi, in similitudini, m. come la cera). b. Sostantivato con valore neutro: di sudore). Modi prov.: se non è zuppa è pan m. (fuori di Toscana più com. pan bagnato), di cose che si equivalgono. b. Sostantivato ...
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bisogno
biṡógno s. m. [lat. mediev. bisonium, di origine germanica, prob. dal franco *bisunnia «cura»]. – 1. Con valore generico, indica mancanza di qualche cosa: b. urgente, vivo, prepotente, sfrenato, [...] b. dei suoi consigli; e per indicare che una persona è capace di fare da sé: non ha b. di spinte; non ha b. di raccomandazioni; assol., è gente continue richieste di cose di cui abbisognavano; esteso talora anche agli Spagnoli in genere: più pitocco ...
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radunanza
(ant. ragunanza e raunanza) s. f. [der. di radunare]. – 1. ant. Ammasso disordinato di cose. 2. letter. Riunione di persone (con senso più generico di adunanza): dovendosi ... fare una gran [...] ragunanza di mercatanti e cristiani e saracini in Acri (Boccaccio); di mano in mano poi che la miserabile radunanza [di appestati] andò crescendo ... (Manzoni); se a feste anco talvolta, Se a radunanze io movo (Leopardi). ...
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cadere
cadére v. intr. [lat. cadĕre, con mutamento di coniugazione] (pass. rem. caddi, cadésti, ecc.; fut. cadrò, ecc.; condiz. cadrèi, ecc.; nell’uso ant. e letter., si ha in alcune forme il tema cagg-: [...] complemento): c. in rovina; c. in servitù, in disgrazia, in miseria; c. in basso (moralmente o economicamente); c. nell’abiezione; c. nell’eccesso opposto; di cose: c. in oblio, in dimenticanza, in disuso; diritti che cadono in prescrizione; o, con ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...