vedere
vedére v. tr. [lat. vĭdēre] (pres. indic. védo [letter. véggo, ant. o poet. véggio], védi [ant. véi, vé’], véde, vediamo [ant. o poet. veggiamo], vedéte, védono [letter. véggono, ant. o poet. [...] uno stato di fatto che riguarda altri e più spesso sé stesso (in quest’ultimo caso nella forma del rifl.): quando lo vide mio fallire (Petrarca); «Come?» rispose Agnese: «non vedi quante cose possiamo fare, con tanti danari?» (Manzoni); vedo bene che ...
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civettuolo
civettuòlo agg. [der. di civetta]. – Che ha insé o mostra civetteria: un sorriso c.; grazia c.; per quanto volubile, c. e crudele si mostrasse la Pisana (I. Nievo); può essere anche riferito [...] a cose, che attraggono gli sguardi con la loro novità e appariscenza: un cappellino c.; un villino civettuolo. ◆ Avv. (poco com.) civettuolménte, in modo civettuolo, con civetteria, con grazia un po’ leziosa: tutte le volte che lo incontrava gli ...
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congiunzione
congiunzióne s. f. [dal lat. coniunctio -onis, der. di coniungĕre «congiungere»]. – 1. a. Atto, effetto del congiungere o del congiungersi: la c. dei due eserciti; punto di c.; c. carnale, [...] può considerare l’una di queste due cose disgiunta dall’altra (Leopardi). 2. a. In matematica, nella teoria degli insiemi, dopo che, anche se, in modo da, ecc.). Rispetto alla funzione, si distinguono in: coordinative, se congiungono due elementi ...
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disdegnoso
disdegnóso agg. [der. di disdegno]. – Che ha, che mostra disdegno, sprezzante: d. della vita (Leopardi); usato assol., che mostra di non curare le cose circostanti, chiuso sdegnosamente in [...] sé: o anima lombarda, Come ti stavi altera e d. (Dante); atto, contegno disdegnoso. ◆ Avv. disdegnosaménte, con disdegno, in atteggiamento disdegnoso. ...
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impazzire
v. intr. [der. di pazzo] (io impazzisco, tu impazzisci, ecc.; aus. essere). – 1. Diventare pazzo, perdere l’uso della ragione: impazzì per la tragica morte del marito; si temeva che impazzisse [...] : i. di gioia, di gelosia, dalla rabbia; che fai? sei impazzito?, a chi fa cose dissennate o si comporta come se gli avesse dato volta il cervello. Usato spesso con senso generico in frasi di uso comune: c’è da i., ci sarebbe da i., mi pareva d’i ...
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daspato
s. m. Chi è sottoposto al DASPO. ♦ Se si pensa, solo per fare un esempio, che a Torino 37 sono i «daspati» della Juve e 24 quelli del Toro, i conti sono presto fatti. (Fiorenza Sarzanini, Corriere [...] Cioè gli ultrà già beccati a fare casino e che dunque allo stadio non ci possono più andare (stando così le cose, in teoria, non dovrebbero più costituire un problema, no?). (Paolo Berizzi, Repubblica, 8 gennaio 2019, p. 34, Commenti) • "Ho letto che ...
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leone da tastiera
loc. s.le m. (spreg., iron.) Chi, in Internet e in particolare nei siti di relazione sociale, si esprime in modo aggressivo e violento, non di rado ricorrendo a offese, insulti, minacce, [...] su cui dare sfoggio di sé. Con ogni probabilità neanche la tua” e cose simili. Quel brano è una cura contro il malumore, dico quelle cose col sorriso, ma , ieri a Roma – c'è una campagna denigratoria in atto, ma non potrà scalfire l'immagine di Porto ...
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penultimatum
s. m. (iron.) Nel linguaggio giornalistico, con riferimento alle relazioni o alle trattative tra forze o esponenti politici, una minaccia di ultimatum fatta per ottenere in cambio qualche [...] ? (Corriere della sera, 10 maggio 1991, p. 2, In primo piano) • Se mi consente di usare una sua espressione, «mi consenta», onorevole pani e i pesci, non può non rendersi conto che così le cose non vanno, proprio non vanno. Il suo governo, nei primi ...
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agg. e s. f. e m. Che, chi si rifiuta di scegliere tra due alternative opposte, ritenendole entrambe insoddisfacenti. ♦ Ebbene, io sono un neneista. Non vedo perché, se mi fa schifo quello che hanno fatto [...] qualcuno, io non so che farci. Si metta il cuore in pace. Questo qualcuno sarebbe più credibile se potesse dimostrare di avere pianto la povera gente massacrata dagli americani. Ma se dici queste cose sei subito uno che sta dalla parte dei terroristi ...
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legge
légge s. f. [lat. lex lĕgis, prob. affine a lĕgĕre, come equivalente del gr. λέγω «dire»]. – In generale, ogni principio con cui si enunci o si riconosca l’ordine che si riscontra nella realtà [...] (come, per es., nel giusnaturalismo) che l’uomo abbia insé connaturati; l. morale, regola d’azione che l’uomo della moda. b. Esigenza inderogabile, inerente alla natura di certe cose: le l. dell’onore, dell’amicizia; regola di comportamento: ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...