raccomandare
v. tr. [comp. di r- e accomandare]. – 1. a. Affidare ad altri persona o cosa che sta molto a cuore, pregando o esortando caldamente di soccorrerla o proteggerla o custodirla, o di averne [...] di chi è in gravissimo pericolo di vita); r. fervidamente, vivamente, caldamente, efficacemente, senza successo. Di cose: ti raccomando questa un giovane, un libro, un prodotto che si raccomanda da sé, che ha meriti reali e manifesti, per cui non ha ...
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serio
sèrio agg. [dal lat. serius]. – 1. Che ha o rivela impegno, ponderatezza, attenta considerazione, pacata gravità, comunque un atteggiamento opposto o lontano da qualunque scherzo e ilarità: essere, [...] ., sincero, profondo. b. Di qualsiasi cosa che è insé importante, ardua, grave e pericolosa, spec. per le cose serie! 4. Sostantivato, con valore neutro: parlare, dire una cosa tra il s. e il faceto, in tono scherzoso ma con intenzione almeno in ...
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concludere
conclùdere (meno com. conchiùdere) v. tr. [dal lat. concludĕre, comp. di con- e cludĕre per claudĕre «chiudere»] (pass. rem. io concluṡi o conchiuṡi, tu concludésti o conchiudésti, ecc.; part. [...] affare. c. Dare effetto, tradurre in realtà: il Mosca Lamberti disse, che chi pensava cose assai, non ne conchiudeva mai , comprendere: in poche sue parole si conchiude infinito senno (Fra Bartolomeo); o raccogliere, riassumere: Se quanto infino ...
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speranza
s. f. [der. di sperare1, sull’esempio del fr. ant. espérance]. – 1. a. Sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente o futura, di quanto si desidera: nutrire, accarezzare, [...] che poeta Se non m’avesse tanta morte Dentro occluso e divorato (Dario Bellezza); mi sostiene la s. che le cose possano , e teologale). 2. Con sign. concr.: a. Persona, o cosa, in cui si ripongono le proprie aspettative: il nuovo sindaco è la s. del ...
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non
nón avv. [lat. non]. – Avverbio di negazione; parola frequentissima nel discorso, serve a negare o escludere il concetto espresso dal vocabolo cui si premette (essere - non essere; andare - non andare; [...] locuz. aggettivale, talora anche sostantivata: Fede è sustanza di cose sperate E argomento de le non parventi (Dante); la avanti, in fondo alla voce). b. Spesso, anche se preposto a un sostantivo, pronome, aggettivo, avverbio, si riferisce in realtà ...
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simulacro
(raro simolacro) s. m. [dal lat. simulacrum «figura, statua», der. di simulare «raffigurare in forma simile»], letter. – 1. Statua, immagine, spec. di divinità: i s. degli dèi pagani; un s. [...] : Qual l’infermo talor ch’in sogno scorge Drago o cinta di fiamme alta Chimera, Se ben sospetta o in parte anco s’accorge Che quale dalle cose si staccherebbero dei sottili veli atomici, del tutto identici alle cose, i quali, venendo in contatto con ...
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immediato
agg. [dal lat. tardo immediatus (comp. di in-2 e mediatus «mediato1»), che taduce il gr. ἄμεσος]. – Che non ha nulla interposto, detto di persone o di cose che si succedano nel tempo, nello [...] cose o fatti: causa i., effetti i.; nelle i. vicinanze; gli i. successori; il suo superiore i.; essere alle i. dipendenze; stare a contatto immediato. In disposizioni entrano in vigore con decorrenza immediata. In filosofia, porre tempo in mezzo: ebbe ...
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sottrazione
sottrazióne s. f. [dal lat. tardo subtractio -onis, der. di subtrahĕre «sottrarre»]. – 1. L’atto del sottrarre, del portare via: s. di denari, di documenti; s. con furto, con raggiro, con [...] legge: s. di cose sottoposte a pignoramento o a sequestro; in partic., s. di corrispondenza; s. di cose comuni, compiuta dal se compiuta, rispettivam., a scopo di matrimonio o di libidine (l’assenza del consenso fa confluire questo reato in ...
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autorita
autorità s. f. [dal lat. auctorĭtas -atis, der. di auctor -oris «autore»; propr. «legittimità»]. – 1. a. Nell’ambito giuridico e politico, la posizione di chi è investito di poteri e funzioni [...] assol. autorità), la pubblica amministrazione in senso lato, con riferimento sia giudicarmi?; di propria a., di proprio arbitrio. Riferito a cose astratte, è spesso sinon. di validità, valore: disposizione che dei quali modi vivi se mancheranno le a. ...
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vedere
vedére v. tr. [lat. vĭdēre] (pres. indic. védo [letter. véggo, ant. o poet. véggio], védi [ant. véi, vé’], véde, vediamo [ant. o poet. veggiamo], vedéte, védono [letter. véggono, ant. o poet. [...] uno stato di fatto che riguarda altri e più spesso sé stesso (in quest’ultimo caso nella forma del rifl.): quando lo vide mio fallire (Petrarca); «Come?» rispose Agnese: «non vedi quante cose possiamo fare, con tanti danari?» (Manzoni); vedo bene che ...
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Filosofo peripatetico (1º sec. d. C.), maestro di Nerone; scrisse commenti alle Categorie e forse al De caelo di Aristotele, utilizzati da Simplicio. Notevole la sua concezione degli universali, per la quale si collega a Boeto di Sidone e prelude...
Dottrina filosofica secondo la quale noi non conosciamo le cose 'come sono' (la loro essenza o sostanza, le 'cose in sé'), ma le cose 'come ci appaiono' (i fenomeni). G. Berkeley e D. Hume videro nei fenomeni la realtà stessa, senza alcun residuo...